Visione di Sant'Ignazio a La Storta

dipinto,

L'Eterno Padre (veste giallo brunito, manto bianco) in alto tra le nubi, circondato da angeli, raccomanda al Cristo (veste rossa, manto azzurro), stante e di profilo, s. Ignazio (in nero) davanti al Cristo inginocchiato sulla destra, in vesti nere di sacerdote, barbato e con il capo calvo; e il Cristo promette il suo aiuto, esponendo la profezia scritta sul cartiglio che è retto da due angeli, sotto forma di fanciulli, levati in volo tra Cristo e s. Ignazio. In basso a sinistra, seduto a terra, è dipinto un altro angelo che regge lo stemma dei Turinetti di Priero. La tela, centinata, chiusa in bella cornice di bronzo dorato, arretra nella rientranza in marmo nero dell'altare, la cui cornice, in marmo nero, è impreziosita da decorazioni in pietre dure incorniciate in bronzo

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Taricco Sebastiano (1641/ 1710)
  • LOCALIZZAZIONE Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nello scritto di capitolazione del 2 e 3 gennaio 1678, conclusa dal conte Giovanni Antonio Turinetti per la ricostruzione dell'altare "fu convenuto con il Capomastro Giovanni Maria Carlone il pagamento di Ducatoni 12.000 [...] e che questi si caricasse delle pietre del vecchio altare da demolirsi e del quadro di S. Ignazio allora esistente [...] (cfr. V. Moccagatta, La chiesa dei Santi Martiri di Torino. Architettura, decorazione, arredo, in "Bollettino della Società Piemontese di Archeologia e Belle Arti, n.s., anno XXV-XXVI, 1971-1972, pp. 103-104, nota 104, che per altro ne traeva una datazione per il dipinto di Sebastiano Taricco ante 1678). Oggi invece, è possibile correggere la data in post 1678, ipotizzando che la pala sia stata commissionata dal conte Giovanni Antonio Turinetti al pittore dopo che il quadro di Sant'Ignazio fino ad "allora esistente" sul primitivo altare era stato ceduto dal capomastro; lo stemma dei Turinetti di Priero, che l'angelo in primo piano regge, neè prova sicura. Il quadro subì varie vicende; ma non dovette mai essere asportato dalla chiesa, se pur diversa forse ne divenne l'ubicazione (cfr. Moccagatta, op. cit., p. 104, nota 104). Il dipinto è ricordato già dalle antiche fonti: da Francesco Bartoli (F. Bartoli, Notizie delle pitture, sculture ed architetture che ornano le chiese e gli altri luoghi pubblici di tutte le più rinomate città d'Italia, Venezia, 1776, p. 44), da Modesto Paroletti (cfr. M. Paroletti, Turin et ses curiositèes ou description historique de tout ce que cette capitale offre de remarquable dans ses monuments ses édifices et ses environs, Torino, 1819, p. 163), dal Lanzi (cfr., L. Lanzi, Storia pittorica dell'Italia dal risorgimento delle belle arti fin presso la fine del XVIII secolo, Bassano, 1834, vol. V, p. 321), da Goffredo Casalis (cfr. G. Casalis, Dizionario geografico, storico, statistico, commerciale degli stati di S.M. il Re di Sardegna, Torino, vol. XXXI, p. 528) da Gaudenzio Claretta (cfr. G. Claretta, I reali Savoia munifici fautori delle arti. Contributo alla storia artistica del Piemonte del secolo XVIII, Torino, 1893, p. 71. Lo ricorda il Bonino (cfr. A. Bonino, Il barocco nel cuneese, in "Miscellanea cuneese" BSSS, CXI, 1930, pp. 180-181); è elencato nelle "Schede Vesme" tra i dipinti ad olio del pittore (cfr. A. Baudi di Vesme, Schede Vesme. L'arte in Piemonte dal XVI al XVIII secolo, Torino, 1968, vol. III, p. 53), dalla Moccagatta (cfr. V. Moccagatta, La chiesa dei Santi Martiri di Torino. Architettura, decorazione, arredo, in "Bollettino della Società Piemontese di Archeologia e Belle Arti, n.s., anno XXV-XXVI, 1971-1972, pp. 103-105). La Contratto di recente (cfr. M. G. Contratto, Sebastiano Taricco, Cuneo, 1974, p. 61) lo elenca tra le tavole del pittore cogliendo, in particolare nella figura di Gesù, influssi di scuola lombarda; e con lei concordo in ispecie per la raffigurazione dell'estasi di Sant'Ignazio, gli influssi di scuola lombarda vedendoli però già filtrati attraverso la conoscenza della pittura bolognese. Il quadro per la particolare morbidezza della pennellata è tra i dipinti ad olio migliori del pittore. Per notizie sul committente, cfr. A. Manno, Il Patriziato subalpino: notizie di fatto, storiche, genealogiche, feudali ed araldiche, desunte da documenti, I e II vol. a stampa, Firenze, 1895-1906, (gli altri voll. in copie dattiloscritte, s.d.), vol. XXVI, p. 333
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100007905
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
  • ENTE SCHEDATORE Regione Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1976
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI a destra/ su cartiglio tenuto da angelo - EGO VOBIS ROME PROPITIVS ERO - lettere capitali - a pennello - latino
  • STEMMI fronte/ in basso/ a sinistra - gentilizio - Stemma - Turinetti di Priero - Inquartato al 1° e 4° d'azzurro alla mezz'aquila bicipite d'argento, movente dalla partizione; al 2° e 3° d'oro alla torre di rosso/ entro cartiglio/ sormontato da corona marchionale/ sostegni due tigri
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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