La tessitura del bisso del Maestro Chiara Vigo

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Il soffice filamento marino del bisso viene estratto dalla più grande conchiglia presente nei nostri mari, detta Pinna Nobilis che, a causa del forte rischio d’estinzione, è stata inclusa fra le tipologie di fauna protetta in applicazione della Convenzione di Barcellona del 1995. Nonostante tutto però, in Italia, si possono ancora ammirare un buon numero di preziosissimi manufatti interamente confezionati o ricamati in bisso soprattutto a Taranto, in Puglia e a Sant’Antioco, in Sardegna, dove ancora è attestata la presenza delle ultime tessitrici e ricamatrici ancora perfettamente in grado di filare e tessere la fibra ottenuta dal mare. Fra loro spicca il nome di Chiara Vigo, ritenuta colei che più di ogni altro sia riuscita a richiamare l’attenzione del mondo sul bisso marino sulle specifiche problematiche estrattive, e sulle possibili azioni da intraprendere per conservare e trasmettere la tradizionale tessitura. In considerazione della carenza di informazioni raccolte sul campo sembra quindi poco opportuno dilungarsi in questa schede nel merito della consistente produzione della Vigo. Anche perché questo ambito meriterebbe una campagna catalografica a se stante, e comunque un inventario delle opere d’arte ben articolato. Tuttavia appare necessario citare alcune fra le raffigurazioni più importanti ricamate in filo di bisso e alcuni manufatti, come per esempio: il Leone di Tiro, le Pavoncelle, i Cervi, l’Albero della Vita, il Basilisco e il Ballo della Vedova Nera. La maggior parte dei moduli figurativi sono elaborati dal repertorio tradizionale tessile comune in gran parte della Sardegna, ma sempre rivisitati con un tocco di originalità tale da rendere queste opere dei pezzi unici. Così come saranno esaminate successivamente le azioni gestuali e vocali - di tipo esoterico - praticate dalla tessitrice nell’arco della giornata

  • OGGETTO la tessitura del bisso del maestro chiara vigo
  • LOCALIZZAZIONE Sant'Antioco (SU)
  • INDIRIZZO Via Regina Margherita, 111, Sant'Antioco (SU)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE A proposito del bisso si narrano diverse leggende. Sembra assodato che eleganti capi d’abbigliamento realizzati con questo filamento venissero confezionati per i faraoni dell’antico Egitto, pare inoltre che Re Salomone non potesse fare a meno di indossare un indumento intrecciato con la seta del mare dai poteri magici. Sempre nell’ambito del verosimile si attribuisce ai Caldei, detentori di sviluppate conoscenze tessili e tintorie, la trasmissione delle loro tradizioni ai Giudei e ai Fenici, e furono questi ultimi i principali maestri nella tessitura del bisso a svelarne i segreti ai popoli insulari del Mediterraneo: Cretesi, Maltesi, Ciprioti, Siculi, Sardi, nonché agli abitanti delle coste sulla terra ferma. Con l’imperatore Giustiniano, intorno al 500 d.C. la preziosa arte tessile marina conobbe un declino inesorabile, soppiantata dalla seta ottenuta dal bozzolo del baco e dal più economico cotone, ma rimase ancora ben consolidata a Taurus (Taranto) e a Sulki, l’antica Sant’Antioco, città fenicia. Il filo del Bisso s’intreccia con la leggenda della principessa Giulia Berenice di Cicilia, chiamata Berenice, la quale si invaghì del generale romano Tito e che seguì a Roma, ma per sfuggire a spiacevoli maldicenze derivate dai due precedenti matrimoni, la principessa fu costretta a scappare e rifugiarsi nella lontana Sulki. Si narra che fu lei a dare inizio alla tradizione della filatura e tessitura del bisso, tale leggenda viene suffragata dal ritrovamento di una necropoli giudaica avvenuto agli inizi del secolo XX, a poca distanza dal Santuario di Sant’Antioco. Una delle sepolture ad arcosolio reca l’iscrizione: Beronice in pace/ iuvenis moritur/ in pace; scritta affrescata in rosso tra due #menorah# a sette braccia. Ma la lucentezza, e l’eleganza degli abiti in bisso trovano soprattutto riscontro letterario in 46 passi della Bibbia e nel classico dell’avventura, scritto nel 1870 da Jules Verne: "Ventimila leghe sotto i mari”. Il Maestro Chiara Vigo inizia l'attività di tessitrice di bisso nell’ultimo ventennio del Novecento, nel tempo è stata insignita da diversi premi e menzioni onorifiche fra cui il titolo di Commendatore della Repubblica, nel 2008. Lei preferisce farsi chiamare Maestro, al maschile, com’era consuetudine negli antichi mestieri, o per definire un artista all'apice della sua esperienza. Durante i diversi rilevamenti effettuati nel laboratorio di Sant’Antioco, chiamato Museo del Bisso, il Maestro Vigo evoca sempre con grande emozione la nonna materna, Maria Maddalena Rosina Mereu, detta #Leonilde#, la quale scelse lei come destinataria della tradizione della tessitura del Bisso. Quando l’occasione fu propizia, nonna #Leonilde# celebrò il voto d’iniziazione con una breve cerimonia. Da allora Chiara Vigo, in ossequio al giuramento suddetto, è impegnata a custodire finché vivrà il segreto di alcune procedure e soprattutto l’assoluto divieto di vendere qualsiasi manufatto tessuto o ricamato in bisso. Tali regole implicano una condotta di vita ascetica, totalmente dedicata alla filatura e tessitura del bisso marino, con l'imperativo di donare piuttosto che ricevere. Infatti il Maestro offre tutte le sue opere e manufatti a istituzioni pubbliche, appassionati di arti e tradizioni popolari e ai numerosi visitatori che accorrono a Sant'Antioco, nel suo laboratorio - museo. Alla Soprintendenza di Sassari la Vigo ha fatto omaggio, nel settembre del 2008, di alcuni oggetti: un piccolo arazzo costituito da un telo di lino e trama in Bisso, recante la scritta in corsivo: "La storia... di Tante... Donne/ Fatiche... che ancora raccontano... Una storia conservata... per chi verrà." Firmato: Chiara A. D. 2008 Vigo; poi: una larga fascia di rete lavorata a filet; una matassa in fibra di canapa; un gomitolo di lino filato a mano. Questi oggetti sono conservati alla Pinacoteca MUS'A di Sassari ed inventariati progressivamente dai nn°447/450
  • TIPOLOGIA SCHEDA Modulo informativo
  • AUTORE DELLA FOTOGRAFIA Luiu, Antonio
    Luiu Antonio
    Degioannis, Luisa
    Degioannis Luisa
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 20-ICCD_MODI_3237128491341
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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