Tofet di Sant'Antioco (area ad uso funerario tofet)

Sant'Antioco, ca VIII a.C - ca II-I a.C

Il tofet, l’area sacra a cielo aperto destinata, nei periodi fenicio e punico, alla deposizione delle ceneri dei bambini nati morti o deceduti in tenerissima età, è situato a N-NE del centro abitato. Venne impostato, nella prima metà dell’VIII sec. a.C., sulla parte sommitale e di versante di un rilievo trachitico caratterizzato da una superficie frastagliata e irregolare con fenditure nella roccia e vari dislivelli e da una grande roccia lavorata (associata in origine a rituali di sacrificio degli infanti), variamente interpretata, della quale finora non si è stabilita l’esatta funzione. Il tofet si compone di una serie di recinti, realizzati in pietra e malta di fango, che definiscono ampie porzioni del banco roccioso che compone il colle, in parte appoggiandosi e integrandosi alla roccia. Lo spazio delimitato si presenta come un vero e proprio campo di urne: i contenitori fittili contenenti le ceneri dei cremati si distribuiscono infatti nelle naturali crepe della roccia estendendosi, sistemate anche in posizione sovrapposta, nelle parti pianeggianti del colle. Le urne individuate, oltre 2000, si riportano cronologicamente al periodo compreso tra il 750 e il 525 a.C. Tra quelle più arcaiche la maggior parte si riferisce a urne di matrice fenicia che presentano confronti sia con il mondo occidentale sia con l’area fenicio-cipriota; a parte si segnalano due urne d’importazione: un’olla stamnoide di fabbrica pitecusana datata al 725-700 a.C. e un’anfora di produzione greca di tipo sub-geometrico in stile metopale riferibile al 700-675 a.C. Tre urne, datate tra la metà dell’VIII e il VII secolo a.C., testimoniano invece la commistione tra la componente fenicia e quella nuragica. Sul fianco occidentale del rilievo gli scavi hanno messo in evidenza una parte del banco di roccia caratterizzato da una profonda fenditura rinvenuta ingombra di ceneri e frammenti ossei combusti, interpretata comunemente come ustrinum. Attorno al IV sec. a.C., immediatamente al di sotto del punto più rilevato del rilievo, si sovrappose una struttura muraria realizzata con grandi blocchi squadrati e bugnati interpretata come torre, con una cisterna del tipo “a bagnarola” di cui residua solo parte del fondo, relativa a un sistema difensivo. La stratigrafia del tofet documenta per l’area quattro fasi di utilizzo: VIII-VI sec. a.C.: periodo fenicio caratterizzato dalla presenza di sole urne; VI-IV sec. a.C.: periodo punico arcaico fissato dalla presenza di contenitori fittili di tipo punico e di stele di stile egittizzante e di tipo semitico; IV-II sec. a.C.: periodo tardo punico definito dalla presenza di urne puniche dell’epoca e dalla compresenza di stele di tipo grecizzante, egittizzante e semitica; II-I sec. a.C: periodo neopunico, ultima fase di utilizzo distinta da contenitori fittili peculiari del periodo e dalla presenza di stele di tipo grecizzante, caratterizzate da dimensioni inferiori alle precedenti con una più dettagliata descrizione dei particolari rappresentati. Tra le oltre 1750 stele rinvenute nel tofet diverse recano iscrizioni dedicatorie incise o dipinte

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