Carnevale di Acireale: Rito dell'esibizione del carro

XXI inizio

La sfilata dei carri allegorico-grotteschi si snoda lungo il circuito barocco di Acireale toccando tre tra le vie più importanti della città: Corso Italia, Corso Savoia e Corso Umberto per culminare nelle tre piazze: Piazza Duomo, Piazza Indirizzo, Piazza Porta Gusmana. Nelle tre piazze ogni carro dà spettacolo con la propria esibizione. Durante la sfilata, davanti ogni carro che avanza ancora chiuso, procede il gruppo di ballo con coreografie a tema con il soggetto del carro. Giunti nelle piazze, i carri allegorico-grotteschi si posizionano per dare avvio alla loro esibizione della durata di circa 15 minuti. Il rito dell’esibizione inizia con l’avvio della musica quando il carro prende vita attivando i suoi movimenti ancora chiuso, per procedere lentamente nella trasformazione in movimento con spettacolari coreografie realizzate con migliaia di lampadine e luci, movimenti meccanici e idraulici, nonché da scenografie in continua evoluzione, funzionali al racconto di una storia. Con il carro dal titolo “Inizia il tuo impossibile”, i maestri carristi dell’Associazione Culturale “Coco” hanno voluto, con diverse scene, rappresentare l’amore per la vita. Il carro è ambientato a Venezia, città di amanti e sognatori. Ma non tutto è perfetto, le speranze vengono spesso infrante dalle avversità che la vita ci costringe ad affrontare. Nel grande labirinto i nostri sogni sono costretti, talvolta, a scontrarsi con il Minotauro di turno e le incomprensioni che ostacolano la nostra volontà. Allora sì che ha inizio l’impossibile di ognuno. Circondata dal simbolo dei giochi olimpici, nell’ultima scena, viene rappresentata Beatrice Maria Adelaide Marzia Vio Grandis, detta Bebe Vio, schermitrice italiana specializzata nel fioretto e campionessa paraolimpica

  • OGGETTO carnevale di acireale: rito dell'esibizione del carro
  • CLASSIFICAZIONE festa-cerimonia, saperi
  • LOCALIZZAZIONE Acireale (CT)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La ricostruzione storica del Carnevale, in una città come Acireale, è alquanto complessa. Il documento più antico che attesta la certezza che tale ricorrenza venisse già festeggiata alla fine del XVI secolo è del 1594 (mandati di pagamento, vol. II, 1586-1595, libro 6 foglio 72v). “Un documento risalente al 1612 prova addirittura che durante il Carnevale acese vi era l'abitudine di giocare tirando arance e limoni. Infatti, in tale documento, è bandita questa possibilità, ma la popolazione acese continuò in tale pratica ancora per molti anni, così come risulta da altri documenti. Nel XVII secolo in Sicilia si ha la comparsa di una maschera con caratteristiche ben definite: l'#Abbatazzu# (cattivo Abate), chiamato anche #Pueta Minutizzu# (poeta minore). La persona mimava nobili o ecclesiastici, portando un grosso libro, da cui facendo finta di leggere, sentenziava battute satiriche e sfottenti. Nel 1693 a seguito del terremoto venne proibita ogni pratica carnascialesca e ciò segna la linea di frattura fra il Carnevale acese del 1600 e quello che sorgerà nel 1700. Nel XVIII secolo la tradizione venne ripresa. Spuntano altre maschere, ed all'#Abbatazzu# si affiancano #Baruni# (baroni) con l'intento di prendere in giro l'aristocrazia: difatti la maschera era costruita da un costume rassomigliante ad un abito nobiliare ma chiaramente irridente. Altra maschera erano i #Manti# (mantelli), costume con molti fronzoli che aveva il solo scopo di far mantenere l'anonimato a chi l'indossava. Il XXI secolo è il secolo della #cassariata# (passeggiata per le vie), cioè la sfilata delle carrozze #landaus# (landò) dei nobili che lanciavano alla gente dei confetti multicolori. Successivamente tali #landaus# con i nobili proprietari vennero 'scalzati' dalla cartapesta” (Comune di Acireale). I primi carri di cartapesta vennero costruiti nel 1880. Da allora fino ai nostri giorni ad Acireale si è mantenuta questa tradizione grazie alla maestria di artigiani che, all’interno dei vari cantieri, realizzano carri sempre più curati e sofisticati. A partire dal 1929 l’iniziativa privata lascia il posto all'organizzazione istituzionalizzata quando l’onere di organizzare il Carnevale inizia ad essere sostenuto dall'Azienda autonoma della Stazione di cura di Acireale. L’anno successivo, per la prima volta, sfilano vetture adornate da fiori. Questo è il primo passo verso la realizzazione dei carri infiorati che acquisiranno una fisionomia ben definita nel dopoguerra. Negli anni '50 e '60 del 1900 ai carri allegorici ed alle macchine infiorate, si affiancano dei carri in miniatura, detti #lilliput#, a bordo dei quali trova posto un bambino. In questi anni, grazie al loro spirito e alle straordinarie mascherate, #Cola Taddazzu# (soprannome) e #Quadaredda# (piccola pentola) furono personaggi molto popolari, dei quali il successore più degno, fino agli anni settanta, fu #Ciccitto# (Ciccio, Francesco), conosciutissimo fra gli acesi. Dal 1970 al 1995 il Carnevale di Acireale si perfeziona, diventando sempre più imponente grazie alla costruzione di carri allegorico-grotteschi sempre più sofisticati e colorati e carri infiorati di dimensioni progressivamente maggiori che raggiungono un livello d'importanza pari ai primi. Il programma tradizionale prevede che le sfilate si svolgessero dal giovedì al martedì grasso, ma da alcuni decenni il Carnevale di Acireale ha una durata di tre settimane e si conclude la sera del martedì grasso quando avviene la premiazione dei vari concorsi e il rogo di Re Carnevale (Comune di Acireale). Per quanto riguarda le attuali tecniche di costruzione, i carri allegorico-grotteschi dei maestri carristi di Acireale sono realizzati in cartone romano, che si differenzia dalla cartapesta. La cartapesta è sostanzialmente un impasto di carta e colla, il cartone romano è il risultato della stratificazione di fogli di carta e colla. La scelta del cartone romano dipende da specifiche esigenze dei maestri carristi acesi perché, il cartone romano, risulta più elastico e deformabile, pertanto maggiormente resistente alle sollecitazioni fisiche a cui i carri sono soggetti nei loro movimenti. Da circa 30 anni alla realizzazione dei carri è dedicata un'apposita area coperta dove trovano spazio i diversi cantieri, qui i maestri carristi lavorano per diversi mesi per la progettazione e la realizzazione dei carri allegorico-grotteschi con soggetti che di solito riguardano la satira politica o il costume sociale. Quella della cartapesta, con la tecnica del cartone romano, è un’arte che richiede un procedimento lungo e prevede diversi passaggi e la scuola della cartapesta di Acireale ha raggiunto livelli di eccellenza. Tutto ha inizio dall’argilla con la quale vengono modellate le maschere. Sull’argilla viene spalmato uno strato di gesso e acqua sul quale, una volta asciutto, vengono applicate strisce di carta prima solo bagnata e successivamente imbevuta di colla. Tirata fuori dallo stampo la maschera, si procede con la gessatura con la quale viene prima pennellata con gesso liquido poi viene scartavetrata e verniciata. Una volta ultimata, viene montata sul carro nel quale prende vita attraverso giochi di luci e movimenti durante le sfilate. I carri allegorico-grotteschi di Acireale sono, dunque, grandi costruzioni in cartapesta, caratterizzati oltre che dal soggetto, anche dal colore, ma soprattutto dagli effetti combinati di luci e movimenti di alcune parti che generalmente si attivano appena giunti nelle piazze del centro storico di Acireale (Associazione Culturale Cento Campanili)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Modulo informativo
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 19-ICCD_MODI_6929592708961
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Catania
  • ENTE SCHEDATORE Comune di Fano
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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