Pratiche di conservazione alimentare e scambi tra i contadini

XXI

Rocco Melcarne ricorda le pratiche alimentari che realizzava sua nonna e più in generale della società contadina in cui ha vissuto la propria infanzia. Ancora oggi egli compie numerose pratiche presso la masseria "Li Tumeddi" di cui è proprietario. Si riporta il racconto del testimone: «Mia nonna metteva il latte della sua capra, una capra enorme direi adesso, insieme con un’altra signora che aveva la mucca e a giorni alterni facevano il formaggio, in modo tale che ogni volta che si faceva il formaggio era una quantità discreta e non minime quantità. Quindi, questo per dire la collaborazione oppure quando si faceva tanto raccolto di ortaggi o di altri frutti li si donava alla persone circostanti, ai parenti, agli amici,… Proprio perché c’era questo scambio. La natura, l’agricoltura, porta anche a queste cose, non ci sono stagioni in cui c’è un grande raccolto e questo grande raccolto in qualche modo non veniva sprecato, non veniva mai lasciato per terra niente. Si raccoglieva tutto perché anche se soddisfava la famiglia, poteva essere dato ad altre famiglie. Inoltre c’era la conservazione dei cibi, la conservazione dei cibi con l’essicazione, il sole, il sale, l’olio, il vento. Cioè erano aspetti della natura che in qualche modo il contesto offriva e in questo modo si conservavano peperoni, peperoni sotto sale, peperoni al vaso, peperoni sott’olio, pomodori secchi, conserva di pomodori, la conserva piccante essiccata di pomodori e peperoni e tante altre cose… i fichi secchi… non dimentichiamo che il secondo pane erano i fichi. I fichi erano importantissimi per le famiglie perché al di là del pane, il sostentamento era di fichi secchi. Nelle case dei contadini c’erano otri di creta grandi che noi chiamavamo #padali#, #capase# - ogni paese ha un suo nome – e che venivano riempiti di fichi. Assolutamente erano importanti, tant’è che si diceva “Vai in campagna e prenditi una #poscia# di fichi, una tasca piena di fichi. Poi per chi poteva o per le famiglie più agiate, i fichi venivano farciti, diciamo noi adesso, con mandorle… c’erano varie ricette… Noi la facciamo con mandorle, bucce di limone grattuggiato e semi di finocchio, ma si può mettere anche l’alloro o altre varianti.»

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