Festa del grano in onore di Sant’Anna 01: saperi sul grano e sulla mietitura a mano
Il grano per Sant’Anna era il Cappelli che era molto alto. Si mieteva verso Pietracatella, quasi verso la Puglia, dove faceva molto caldo, cresceva bello, era nero. Oggi la qualità del grano, le gramine, sono cambiate, prima c’erano tre quattro belle qualità: Cappelli, Cignarella, Saragolla, Frassineto. Queste qualità rendevano molto se lavorate bene. La mietitura durava dall’alba al tramonto, ci si riposava solo un po’ dopo pranzo. Il grano poi veniva portato all’azienda e veniva trebbiato sull’aia con gli asini e con le mucche, si batteva rullandolo un pochino, così si separava il grano dalla paglia. Si stava sempre sotto il sole. Oggi fanno tutto i macchinari. Prima il covone era fatto a mano, composto di fasci sempre più grandi, gli #jermeti# componevano il #mênocchie# e tanti #mênocchie# formavano il covone. Non c’erano le strade asfaltate, erano tutte mulattiere; le #traglie# potevano percorrere solo alcune vie e il grano non poteva essere portato ovunque. Si portava sull’aia e lì si lavorava anche quando pioveva, ma si lavorava tutti insieme, con molta allegria. I padroni si presentavano solo per riscuotere la loro parte
- OGGETTO festa del grano in onore di sant’anna 01: saperi sul grano e sulla mietitura a mano
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CLASSIFICAZIONE
festa-cerimonia, saperi
- LOCALIZZAZIONE Jelsi (CB)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Nel paese di Jelsi in provincia di Campobasso, si svolge ogni anno il 26 luglio la festa del grano in onore di Sant’Anna. La patrona del piccolo borgo molisano viene celebrata attraverso una spettacolare sfilata di #traglie# (mezzi agricoli tradizionali utilizzati per il trasporto dei covoni di grano) e carri allegorici trainati da animali o da trattori, realizzati in paglia e grano in fogge artistiche sempre nuove, ispirate tanto a elementi decorativi della tradizione, come le immancabili #pëlomme# (strutture romboidali in paglia), quanto a temi della modernità. Il pretesto religioso della rappresentazione è il ringraziamento dovuto alla patrona per aver salvato il paese dal violento terremoto nel 1805. Già sul finire del mese di giugno il grano per i carri e le #traglie#, quello più bello, grano duro dal fusto alto coltivato "ad hoc", viene mietuto al confine con la Puglia durante un rituale che coinvolge gli anziani agricoltori, le donne e i giovani del paese che si ritrovano sui campi dove cantano, mietono, cucinano e mangiano insieme sotto lo sguardo materno della statua di Sant’Anna che li accompagna vigilando sulle operazioni a guisa di una Demetra pagana. Il grano raccolto viene poi benedetto e può essere così lavorato dalle donne che cominciano a realizzare lunghissime trecce. Nel corso di diverse settimane le donne più anziane si ritrovano per lavorare insieme a quelle più giovani per diverse ore al giorno. Il grano deve essere pulito, selezionato e poi messo in ammollo per diventare docile all’intreccio. Il lavoro è lungo e attento: sono selezionate le spighe migliori, pulite dalle foglie e, raccolte in mazzetti, #mattgl’#, tenute a bagno per ventiquattro ore, intrecciate a formare le meravigliose trecce nere e dorate che abbelliranno i carri, le #traglie# e l’intero paese. Intanto nei garage e nei laboratori approntati per l’occasione i più giovani, guidati dagli artigiani esperti, realizzano i carri artistici cercando di tenerne segreto il soggetto fino al giorno della festa. All’alba del 26 luglio, mentre viene distribuito il pane benedetto di Sant’Anna, i carri si raccolgono lungo il corso principale di Jelsi e da qui sfileranno accompagnati dalla banda e da gruppi folkloristici fino alla località nota come Aia di Sant’Anna dove i buoi da traino si inginocchieranno al cospetto della santa patrona per ricevere la benedizione insieme alle spose, ovvero le giovani jelsesi convolate a nozze nel corso dell’ultimo anno. La festa del grano di Jelsi ha ottenuto l’assegnazione del marchio dell'"Anno Europeo del Patrimonio 2018", un riconoscimento del MIBACT alle attività capaci di incoraggiare la partecipazione e la valorizzazione del patrimonio culturale quale risorsa condivisa, di sensibilizzare alla storia e ai valori comuni e rafforzare il senso di appartenenza all'Europa
- TIPOLOGIA SCHEDA Modulo informativo
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 14-ICCD_MODI_6880403820751
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
- ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0