nucleo storico, di pianura, difensivo, religioso, Lucera, Luceria (denominazione originaria) (X a.C.-VIII a.C)
Lucera,
X a.C.-VIII a.C
Insediamento caratterizzato da margini fisici artificiali, situato a nord-ovest rispetto a Foggia. Presenta funzioni di culto, produttive, artigianali e residenziali. Lucera è uno dei pochissimi centri della Daunia ad avere mantenuto una continuità insediativa ininterrotta dall’epoca preromana fino all’epoca contemporanea; situata nell’area nord-occidentale della Daunia in una pianura delimitata a Sud-Est dal Tavoliere, a Nord-Est dal promontorio del Gargano e ad Ovest dalla catena dei rilievi Subappenninici, in corrispondenza dell'abitato attuale. Il toponimo è di origine incerta, probabilmente da collegare a due radici osche luc (lucus=bosco) ed erus (sacro), cioè bosco sacro
- OGGETTO nucleo storico di pianura, difensivo, religioso
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CARATTERI AMBIENTALI
Antico centro daunio, situato su tre colline a 235 m di altitudine, circondato dai monti del Subappennino e del Gargano. Occupa in posizione dominante il settore settentrionale del Tavoliere di Puglia
- LOCALIZZAZIONE Lucera (FG) - Puglia , ITALIA
- INDIRIZZO Piazza del Duomo, Lucera (FG)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE In origine l'insediamento daunio comprendeva le tre colline del Belvedere, del Monte Sacro e del Monte Albano. A seguito di alcuni interventi occasionali, da parte della Sovrintendenza Archeologica della Puglia, sono state identificate alcune necropoli, costituite in prevalenza da tombe a grotticella, utilizzate nel V-IV sec. a.C., che rappresentano oggi la traccia più antica di un insediamento umano stabile (siti di Carmine Vecchio, Salnitro e via della Pace), necropoli tutte distribuite lungo la viabilità per Arpi oltre che nell’area pianeggiante prossima al nucleo originario del castello, Piano dei Puledri. In questa località vi è una delle aree funerarie più estese, collocata all’interno del perimetro murario. I corredi funerari, i cui materiali presentano una chiara omogeneità rispetto al quadro culturale daunio ellenizzato: ceramica acroma, vernice nera, suddipinta e geometrica tornita a fasce e con motivi vegetali. Dopo alterne vicende, dovute all'oscillare tra la soggezione ai Sanniti e ai Romani nel corso del IV sec. a.C., la città divenne colonia latina (314 a.C.), accogliendo 2500 coloni e usufruendo di speciali privilegi rispetto agli altri alleati. Dopo la guerra sociale (91-89 a. C.), Luceria divenne municipium. Non sono, al momento, noti molti elementi per la ricostruzione della forma urbis della città. Le mura dovevano assecondare l'orografia e racchiudere un'area molto ampia, edificata soltanto in parte, mentre l'impianto stradale del moderno centro storico sembrerebbe ricalcare quello regolare della colonia latina. Sulla collina del Belvedere doveva trovarsi un santuario (probabilmente di Atena Ilias) al quale si collega la stipe votiva (c.d. del Salvatore) che ha restituito numerosi elementi fittili, databili tra IV e II sec. a.C. Ad Est della colonia in un’area precedentemente adibita a scopi funerari, in età augustea, sorse un nuovo quartiere abitativo, arricchito anche dalla presenza dell’anfiteatro. Di altre strutture è nota l’esistenza per via epigrafica o grazie a tracce sporadicamente individuate al di sotto degli edifici attuali: un tempio di Apollo, un teatro, un impianto termale e l’acquedotto. Problematica appare anche l'identificazione dell'arx, da collocare sulla collina del Monte Albano, dove sarebbe poi sorto il castello federiciano. L'area forense è da ricercare forse nell'area della Cattedrale. Lucera costituisce una delle più antiche sedi vescovili attestate in Daunia, come risulta da due epistole di papa Gelasio I (datate 493 e 494); a quel tempo erano presenti, presso le mura, la chiesa episcopale ed il battistero, probabilmente abbandonati dopo il 663. Dalla chiesa provengono due frammenti musivi dello stesso pavimento (databili al V-VI secolo), con un motivo geometrico a meandri e losanghe, recanti iscrizioni dedicatorie dei committenti (Massima, Vittorio e Giusta). L’impianto urbano romano, in epoca tardo antica si era contratto e, dopo la distruzione della città ad opera di Costante II, per la prima volta, si produsse una cesura del processo insediativo della città, che iniziò progressivamente a cancellare l’impianto d’origine romana, lasciando lo spazio allo sviluppo del centro medievale. Durante la dominazione longobarda, Lucera fu sede di gastaldato. La città fu riconquistata dai Bizantini, alla fine del X secolo, ed entrò a far parte del programma di fortificazione del limes occidentale voluto dal catapano Basilio Boioannes. In epoca federiciana la città tornò a rivestire un ruolo di una certa rilevanza, sia dal punto di vita demografico, sia da quello economico, grazie al trasferimento di colonie saracene dalla Sicilia e dalla Tunisia (tra 1233 e 1246). L’imperatore, inoltre, fece costruire un palazzo all’interno delle mura, in posizione elevata rispetto all’abitato, nella zona poi occupata dalla rocca angioina, riccamente ornato. La città subì un radicale cambiamento dopo il passaggio sotto il dominio angioino: in seguito all’intervento di Giovanni Pipino da Barletta, la colonia saracena fu eliminata (1300), mentre fu favorito il trasferimento di coloni dalle regioni vicine e dalla Provenza. Fu creata una netta separazione fra il Monte Albano, dove sorgeva la fortezza, con un nuovo palazzo e la cappella regia, e la restante area abitativa. Carlo II fondò la nuova cattedrale (lo stemma angioino appare sia al di sopra del portale centrale, sia sulla chiave di volta delle absidi) dedicata a Santa Maria insieme alla chiesa di San Francesco. La separazione tra città e fortezza fu mantenuta ancora in epoca moderna, come si evince dalla veduta di Pacichelli (1703). Dal XVI secolo il castello versava in stato di abbandono e, nel Settecento, fungeva da cava di materiale da reimpiegare in edifici di nuova costruzione. Al XV sec. risale, inoltre, la fondazione del convento francescano del Ss. Salvatore. L’impianto compatto della città, delineato dalle mura angioine, viene conservato anche in epoca moderna, nonostante alcuni importanti interventi urbanistici. Si conservano gli assi viari principali che collegano le quattro porte: le due superstiti (Troia e Foggia) e quelle distrutte (Alberona e San Severo). Le mura furono abbattute nel 1855, contemporaneamente furono realizzati i viali di circonvallazione; soltanto nel pieno Novecento questi ultimi saranno superati con la realizzazione di nuovi quartieri residenziali. Nel Settecento si attuarono due importanti interventi urbanistici; fu modificato l’assetto di piazza Duomo, con la costruzione del Palazzo Vescovile (1759) e dei palazzi Lombardi e Cavalli e fu riqualificata l’area nord-ovest della città, nei pressi della trecentesca chiesa di San Francesco, con l’erezione del palazzo dei Tribunali, della chiesa di San Matteo al Carmine e dei palazzi Uva, De Troia, Scoppa
- TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà mista
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1600365364
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Barletta-Andria-Trani e Foggia
- ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
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DOCUMENTAZIONE GRAFICA
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- LICENZA METADATI CC-BY 4.0