Cappella Fabris

Codroipo, inizio XVIII - prima metà-XVIII

Cappella votiva composta da una profonda nicchia in muratura coperta da tetto a falde con manto in coppi di laterizio. Muratura portante mista, composta da mattoni, ciottoli e pietrame. Gradini consentono l'accesso all'area della nicchia affrescata. Testo tratto dalla relazione di vincolo qui allegata: "La cappella si configura come un piccolo edificio a sé stante interamente affrescato sia al suo interno che sul fronte esterno principale, la cui esecuzione, risalente verosimilmente agli inizi del Settecento, è riconducibile al pittore gemonese Giovanni Battista Tiani (Gemona, 1671 – ivi, 1737). Il piccolo fabbricato, al quale si giunge percorrendo un lineare vialetto in ciottoli, presenta una pianta rettangolare ed è addossato, verso nord, alla muratura di confine che delinea il cortile dell’abitazione. Esso è caratterizzato da una copertura a una falda realizzata con travi di legno e tegole in cotto e da un pavimento in mattoni pieni disposti diagonalmente. Il fronte principale rivolto a sud è segnato da una semplice e lineare arcata a tutto sesto che ne individua l’ingresso. Al suo interno due sedili in muratura, parzialmente rivestiti in mattoni, sono addossati alle pareti est e ovest destinati probabilmente a dare ospitalità durante i brevi momenti di preghiera. Sul fronte principale, le due vele accolgono un’Annunciazione inserita entro lineari cornici dipinte. Procedendo al suo interno, sulla parete nord è raffigurata la Crocefissione posta sullo sfondo di un paesaggio basso all’orizzonte nel quale si riconosce la città di Gerusalemme. Al centro della composizione, contro un cielo plumbeo, si staglia il Cristo crocifisso ai piedi del quale il gruppo delle dolenti si stringe attorno a Maria caduta in deliquio. La Maddalena sulla destra abbraccia la croce, mentre il San Giovanni si rivolge verso Cristo sollevando le braccia al cielo; le due croci laterali con i due ladroni, quasi inchinate verso quella centrale, completano la composizione. Ancora leggibile, in basso, la corona del rosario e un evangeliario. Sempre all’interno sulle pareti laterali, rispettivamente a ovest e ad est, sono raffigurate la Dormitio Virginis e il Transito di San Giuseppe, entrambe rese secondo i consueti schemi iconografici. La Madonna distesa su di un letto a baldacchino è attorniata dagli Apostoli che vegliano il suo giaciglio funebre. Sull’opposta parete San Giuseppe sul letto di morte è consolato da Cristo in atteggiamento filiale e dalla sua sposa, circondato da angeli pronti a raccogliere la sua anima per condurla in paradiso. Il ciclo iconografico della cappellina si completa con le figure di San Francesco e di San Antonio, sulle paretine della controfacciata, accompagnati da due angeli posti nelle vele dell’arco. La conformazione dell’edicola, recante sedili addossati alle pareti laterali e la presenza del rosario ai piedi della Crocefissione, suggeriscono l’ipotesi che si trattasse di una cappella in cui fosse possibile fermarsi per recitare una preghiera. Gli affreschi, verosimilmente degli inizi del Settecento, sono attribuibili secondo lo studioso Giuseppe Bergamini all’artista gemonese Giovanni Battista Tiani, anche autore degli affreschi che decorano l’edicola “Venier” situata alle porte della vicina Gradisca di Sedegliano (1730). Lo stesso studioso sottolinea come possa riconoscersi “nell’impaginazione generale e nei particolari la mano di un pittore aggiornato, non già di un popolaresco interprete della devozione locale” . L’artista gemonese, tardomanierista, tende generalmente a esprimersi mediante un linguaggio enfatico, accostando l’utilizzo di colori squillanti, ad esempio nelle vesti, a “modulazioni cromatiche alla Strozzi” , in parte ravvisabili anche nella cappellina in oggetto. In particolare nella rappresentazione della Crocefissione egli raggiunge “qualche teatrale accentuazione della drammaticità” , dimostrando inoltre di saperne calibrare abilmente la scansione dei piani." (cit. S. Boccuzzi)

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