statuetta femminile

Ercolano, 1 d.C - 79 d.C

Statuetta in bronzo, raffigurante una figura femminile in movimento, nell'atto di tenere con entrambe le mani un attributo, oggi perduto, posto sulla sommità del capo. La figura porta avanti la gamba destra, il cui piede poggia soltanto per la punta, mentre la sinistra è tesa indietro. Il torso, seguendo il movimento delle gambe, è ruotato verso sinistra, così come la testa, che è leggermente rivolta nella stessa direzione. Il viso, piuttosto allungato, è caratterizzato da piccoli occhi ravvicinati a mandorla, naso dal profilo regolare e piccola bocca dischiusa dalle labbra carnose

  • OGGETTO statuetta femminile
  • MATERIA E TECNICA bronzo/ fusione
  • MISURE Altezza: 11.8 cm
    Spessore: 4.2 cm
    Larghezza: 5.7 cm
  • CLASSIFICAZIONE SCULTURA/STATUARIA MINIATURISTICA
  • LOCALIZZAZIONE Parco Archeologico di Ercolano
  • INDIRIZZO Corso Resina 187, Ercolano (NA)
  • SPECIFICHE DI LOCALIZZAZIONE depositi
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'intero schema iconografico del bronzetto, eccezion fatta che per l'assenza delle ali, rimanda alle rappresentazioni della Vittoria nella versione in cui, spesso posta su un globo, sorregge un clipeo. Sia difatti il lungo peplo con apoptygma svolazzante, sia la posizione dei piedi, poggiati sulle sole punte, sia le braccia sollevate sopra la testa a tenere un attributo, ricordano un tipo assai diffuso a partire dal I secolo d.C. fino alla tarda età imperiale, in tutto l'impero (cfr. Bolla 2012, p. 45, n. 19; D'Andria 1970, pp. 38-39, n. 13, tavv. VIII-IX; Kaufmann-Heinimann 1983, pp. 58-62, n. 17), di cui evidentemente, il nostro bronzetto potrebbe costituire una rielaborazione. La raffigurazione della Vittoria, d'altra parte, compare nell’universo figurativo neoattico come variante iconografica delle danzatrici con il kalathiskos (copricapo di canne), che da tempo sono state messe in relazione con le "saltantes Lacaenae" di Callimaco (W. Fuchs, Die Vorbilder der neuattischen Reliefs, JdI 20, Berlino 1959, pp. 91–96; S. Tortorella, Il Palladio, Vesta e Augusto, in A. F. Ferrandes –G. Pardini (a cura di), Le regole del gioco. Tracce, archeologi, racconti. Studi in onore diClementina Panella, Roma 2016), pp. 476 ss.), un’opera menzionata da Plinio (PLIN. Nat. 34, 92), forse da collegare alla danza rituale compiuta dalle fanciulle spartane in onore di Artemis Karyatis a Carie, le cui immagini sono a noi note attraverso, ad esempio, la serie di lastre Campana (Tortorella 1981, pp. 70–72, figg. 12-14). Lo stato di conservazione del bronzetto, che risulta lacunoso di quel settore del capo lavorato separatamente e posto sulla sommità, non consente una chiara definizione del soggetto: non si esclude, quindi, la possibilità che la figurina corrisponda ad una danzatrice, le cui vesti sono gonfiate dal movimento di danza, intenta a tenere con le mani il peculiare copricapo
  • TIPOLOGIA SCHEDA Reperti archeologici
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1500062040
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Parco Archeologico di Ercolano
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per Pompei, Ercolano e Stabia
  • DATA DI COMPILAZIONE 1983
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2012
    2023
  • DOCUMENTAZIONE ALLEGATA Fonti e documenti testuali (1)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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