anfora da trasporto (Camulodunum 189)
Ercolano,
ca 40 d.C - ante 79 d.C
Argilla rosso-bruno in frattura più tendente all’arancio in superficie con inclusi bianchi di dimensioni medio piccole e minuti inclusi neri, labbro appena obliquo lievemente rigonfio con orlo sagomato, collo solo accennato, spalla arrotondata, corpo conico, affusolato desinente in un puntale indistinto; anse (una perduta) conformate “ad orecchia” impostate nel punto di massima espansione del recipiente
- OGGETTO anfora da trasporto camulodunum 189
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MATERIA E TECNICA
argilla/ a tornio
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MISURE
Diametro: 11 cm
Altezza: 56.2 cm
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CLASSIFICAZIONE
STRUMENTI - UTENSILI - OGGETTI D'USO/ CONTENITORI E RECIPIENTI/ CERAMICA/ Anfore da trasporto/ produzione orientale
- AMBITO CULTURALE Area Siro-palestinese
- LOCALIZZAZIONE Parco Archeologico di Ercolano
- INDIRIZZO Corso Resina 187, Ercolano (NA)
- SPECIFICHE DI LOCALIZZAZIONE Depositi
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L’anforetta proviene dal Mediterraneo sud-orientale, probabilmente dall’area siro-palestinese, in passato si era anche proposta per il tipo un’origine egiziana tuttavia anfore di questa forma non sono state trovate in Egitto e, inoltre, risulta alquanto diversa dalle anfore lì realizzate. La produzione, il cui inizio si colloca già in età augustea, divenuta comune durante l’età di Claudio, proseguirà fino ai primi anni del III d.C. Nonostante siano di fabbricazione orientale i rinvenimenti nell’area sono risultati scarsi per cui gli studiosi ipotizzano venisse realizzata essenzialmente per l’esportazione verso le regioni occidentali dell’Impero dove vi sono le maggiori attestazioni in particolare in Renania, nella Valle del Rodano ed in Gran Bretagna, spesso su siti militari, ma esemplari sono stati trovati anche in Gallia, Algeria e, chiaramente, in Italia. Tra la fine del I e la prima decade del II secolo nella Germania Inferiore venne realizzata un’imitazione locale. Riguardo all’utilizzo inizialmente si era ipotizzato fosse destinata al trasporto dei datteri, il rinvenimento di alcune che conservavano ancora il loro contenuto, come le quattro scoperte in una bottega di Via degli Augustali a Pompei con all’interno delle susine secche, hanno permesso di dedurre che erano destinate alla conservazione ed al trasporto di frutta secca. La Stefani, tuttavia, ricorda un’esemplare rinvenuto ad Ercolano nel Settecento, recante l’iscrizione Herculanenses Nonio o Herculani (CIL, IV 2644) di non chiaro significato, contenente una sostanza identificata come residuo di vino
- TIPOLOGIA SCHEDA Reperti archeologici
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1500006152
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Parco Archeologico di Ercolano
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni archeologici per le province di Napoli e Caserta
- DATA DI COMPILAZIONE 1973
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2023
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DOCUMENTAZIONE ALLEGATA
Fonti e documenti testuali (1)
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0