A Cor, in comune di Belluno, sulla sommità spianata di un piccolo colle affiorano i resti di una struttura a pianta rettangolare con torre sul lato nord-orientale e una grande cisterna all’esterno sul lato sud-orientale. I muri della struttura sono in blocchi di pietra di taglio regolare legati tra loro con malta mista a ghiaia, mentre sotto la cotica erbosa dei fianchi del colle e alle sue pendici si intravedono tracce di cinte difensive. Dalle caratteristiche costruttive e da alcuni dei reperti emersi in un piccolo intervento di scavo condotto agli inizi degli anni ’70 del secolo scorso, Alpago Novello Ferrerio attribuisce la struttura all’epoca bizantina (in questo seguita di recente da Perale nel 2013). A favore della datazione più remota della struttura, la pianta del castello ricalcherebbe quella dei castelli Bizantini eretti nel VI secolo nell’Africa appena riconquistata ai Vandali. L’area intorno al piccolo colle su cui insistono le strutture è stata oggetto nel 2014 di indagini da remote sensing seguite da verifica delle anomalie riscontrate mediante trincee (interventi richiesti dalla Soprintendenza Archeologia a fronte di lavori di movimento terra e opere di drenaggio pertinenti all'esercizio dell'attività agricola e per impianto di un nuovo vigneto nell’area). Le principali anomalie sono state indagate con tre trincee, due con andamento NW/SE aperte a sud delle rovine (AB e CD) ed una terza con andamento quasi EW ad ovest delle precedenti (EF). Le due trincee AB e CD hanno rivelato la presenza di drenaggi (tipo vespai) composti da ciottoli fluitati a riempire una trincea scavata immediatamente sotto l’umotico sub-superficiale. Sebbene non si debba trattare di opere recentissime, se ne esclude un seppur minimo interesse archeologico. La terza trincea ha portato invece in luce, 30 cm sotto il piano di campagna, uno strato di pietrame non in connessione ma spesso con faccia liscia e con residui di malta per una lunghezza di 13 m che non è stato possibile attribuire ad alcuna struttura in particolare. Nel febbraio del 2015 si è quindi proceduto all’apertura di quattro nuove trincee: una perpendicolare ad EF (GH), una parallela ad EF (IL), ed altre due parallele ad AB e CD e in corrispondenza delle estremità della grande anomalia che aveva dato il riscontro dei drenaggi (MN e OP). Queste ultime hanno confermato la presenza dei drenaggi a vespaio. La trincea GH ha confermato la presenza di strutture crollate nell’area della precedentemente scavata trincea EF con abbondanti tracce di malta biancastra ed un paramento murario di cui sono conservati tre corsi di conci in calcare. La struttura è stata quindi seguita con un allargamento dello scavo (dott. D'Agostino) e ne è emerso un edificio il cui impianto sembra databile all’età bassomedievale o rinascimentale con altre situazioni stratigrafiche riconducibili a spazi esterni