Seconda guerra mondiale - La storia di Maria Cristina Termine


dal Catalogo

Maria Cristina Termine è nata il 20 Ottobre 1937 ha vissuto in via Ludovico secondo vicino a Piazza Bologna per un gran periodo della sua vita e poi si è trasferita nel 2019 a Casalbertone .

Racconta che durante il periodo della guerra il cibo era scarso la colazione, quando c'era, era composta da solo un pezzo di pane e latte. Il latte lo prendevano dalla pecorara che si trovava nell’ orto di guerra, la quale viveva in una baracca, con un campo dove allevava mucche, pecore e galline. I bambini passavano la giornata giocando perché non avevamo la possibilità di andare a scuola: giocavano a nascondino, nell’ immenso orto di guerra (perché c’erano tanti girasoli dove potevano nascondersi), o a guerra francese in cui un giocatore doveva fingersi un soldato francese e doveva contagiare gli altri giocatori (un po' come il moderno “ Acchiapparella“).

Un’ altro passatempo era arrampicarsi sopra l’alto campo dove c’era la pecorara e da lì guardare gli incontri di box e  baseball (che di solito erano a pagamento) o giocare a ” Scivorarella”. A pranzo andavano nella chiesa Sant’ Ippolito dove le suore davano il vitto: un piatto di minestra o una fetta di pane. La giornata scorreva lenta con momenti di paura e di panico e altri momenti di gioia. Tutto il giorno si giocava per la strada e nei campi fino a tarda sera. La notte era il momento più pauroso perché mentre si dormiva suonava la sirena che segnava l’allarme, e tutti dovevano fuggire negli scantinati oppure nei campi dove c’ erano i girasoli.

Per acquistare le cose la chiesa forniva “la tessera di povertà” con la quale acquistare un pezzo di pane , olio … A via Stamira dove oggi c’è il cinema Bologna c’ erano tante bancarelle che vendevano prodotti a borsa nera,  ovvero: i mercanti acquistavano un prodotto introvabile e lo rivendevano al doppio; per esempio lo zucchero veniva tritato e venduto in sacchetti.

Un giorno le mie di Maria Cristina stavano giocando con i sassi mentre lei non c'era. Ad un certo punto in mezzo ai sassi trovarono una bomba che poco dopo scoppiò, facendo morire una di quelle ragazzine e le altre due rimasero ferite. I genitori di Maria Cristina pensarono che fosse morta perché la ragazzina aveva il suo stesso nome.

Una volta il fratello di Maria Cristina salì sul treno per prendere le guainelle (ovvero il  cibo dei cavalli), per quel furto fu portato in “gattabuia” ovvero in carcere e rimase lì 3 giorni.

Visse il bombardamento di San Lorenzo e quello di Portonaccio. Durante il bombardamento di San Lorenzo vide gli aerei che volavano sopra casa sua:  la tutta famiglia si nascose nella stanza più lontana dalle finestre (perché se ti vedevano ti mitragliavano), tranne il padre, che fortunatamente si era salvato nascondendosi dietro Villa Narducci dove c’ erano i Balilla. Gli aerei errano diretti verso San Lorenzo: ad un certo punto non si sentì più niente; tutti pensarono che l’ attacco era finito ma da un certo punto sentirono un frastuono tale che anche un sordo avrebbe sentito e videro gli aerei che lanciavano le bombe.

Il bombardamento di Portonacccio lo visse in modo anche più diretto rispetto al bombardamento di San Lorenzo, infatti dall’ orto di guerra vide gli aerei che lanciavano le bombe e gli edifici sottostanti crollarono come delle carte Non c’era più niente, era tutto raso al suolo! Una bomba fu lanciata anche sotto casa sua, nell’ officina più importante di via Lorenzo il Magnifico dove la maggior parte degli operai morì.

Dopo la guerra tornò a scuola , divenne sarta e andò a lavorare a Piazza di Spagna nelle sartorie “Shiubert” e “Tiziani” . Gli orari di lavoro erano dalle 9:00 alle 13:00 e poi dalle 15:00 alle 20:00. Ha lavorato anche a Via Veneto con Madame Très jolie (era anziana ma dirigeva perfettamente la sartoria). Poi conobbe un giovane ragazzo anche lui sarto, si sposarono dopo 5 anni e andarono a vivere insieme nelle casi popolari, insieme alla sorella Anna.