Galleria dell'Accademia di Firenze
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DESCRIZIONE
La Galleria fu istituita nel 1784, quando
il Granduca di Toscana Pietro Leopoldo riorganizzò l’Accademia delle Arti del
Disegno, fondata nel 1563 da Cosimo I de’Medici, nella moderna Accademia di
Belle Arti. Il museo si arricchì con le soppressioni delle chiese e dei
conventi ordinate da Pietro Leopoldo nel 1786 e da Napoleone Bonaparte nel
1810. L’evento decisivo per la storia del museo fu il trasferimento del David
di Michelangelo da Piazza della Signoria nell’agosto 1873. La scultura più
celebre del mondo attese nove anni, custodita in una cassa di legno, la
conclusione della costruzione della Tribuna progettata dall’architetto Emilio
De Fabris per accoglierla. L’odierna Galleria dell’Accademia fu istituita nel
1882.
La fama planetaria goduta dalla Galleria
dell’Accademia e la costante affluenza di pubblico si devono all’impareggiabile
nucleo di sculture michelangiolesche riunite qui in periodi diversi, per
costituire una specie di mausoleo dedicato al mito eterno del grandissimo
pittore, scultore e architetto.
La Galleria dei Prigioni ospita per l’appunto i quattro Prigioni concepiti per
la tomba di Papa Giulio II.
L’altra scultura raffigurante l’evangelista Matteo pervenne alla Galleria
dall’Opera del Duomo nel 1834 mentre la discussa Pietà da Palestrina conclude
la serie di sculture: un percorso solenne che introduce alla vera e propria
apoteosi della Tribuna, dominata dal David.
Ma la Galleria offre anche una delle più
importanti raccolte al mondo di pittura italiana antica. I dipinti a fondo oro
in particolare, dal Duecento al primo Quattrocento, illustrano la straordinaria
fioritura dell’arte di questo periodo, con esemplari pittorici dei massimi
artisti fiorentini del periodo quali: il Maestro della Maddalena, Grifo di
Tancredi, Giotto, il Maestro della Santa Cecilia, Bernardo Daddi, Taddeo Gaddi,
Andrea Orcagna, Nardo di Cione, Giovanni da Milano e Agnolo Gaddi.
Non meno ricco è il settore della pittura del
Quattrocento, con opere, sul versante tardogotico, di Lorenzo Monaco e Gherardo
Starnina; per il versante più rinascimentale sono presenti alcuni artisti di
prima grandezza, quali Paolo Uccello, Alessio Baldovinetti, Sandro Botticelli,
Domenico Ghirlandaio e Filippino Lippi.
La pittura del Cinquecento, esposta fra la Sala del
Colosso, la Galleria dei Prigioni e la Tribuna, annovera capolavori dei maestri
fiorentini operanti nei primi decenni del secolo per proseguire con opere degli
artisti che aprono il dialogo della pittura con la scultura michelangiolesca
contemporanea (da Fra Bartolomeo, a Andrea del Sarto a Pontormo), e da grandi
pale d’altare che mostrano lo sviluppo della pittura fiorentina dell’epoca
caratterizzata dalla forte influenza dei modelli michelangioleschi e ne documentano
lo sviluppo che si indirizza verso la nuova spiritualità della Controriforma.
Domina la Sala del Colosso il modello del Ratto delle Sabine del Giambologna.
Si tratta di uno dei rari modelli cinquecenteschi in terra cruda, realizzati in
scala 1:1 per la versione marmorea scolpita nel 1582 e visibile sotto la Loggia
dei Lanzi in Piazza della Signoria.
Altro nucleo collezionistico è rappresentato dalla Gipsoteca, che ospita le
opere di Lorenzo Bartolini, uno dei più importanti scultori italiani a cavallo
fra il Sette e l'Ottocento, acquisita dallo stato italiano dopo la morte
dell’artista, insieme aigessi del suo allievo Luigi Pampaloni.
L’allestimento è completato con alcuni dipinti di maestri ottocenteschi che
hanno studiato o insegnato all’Accademia.
Il Dipartimento degli Strumenti Musicali, infine, inaugurato nel 2001, ospita
la Collezione del Conservatorio “Luigi Cherubini” di Firenze e vi si trovano
esposti circa cinquanta strumenti musicali provenienti dalle collezioni private
dei granduchi di Toscana, i Medici e i Lorena, raccolti tra la seconda metà del
secolo XVII e la prima metà del XIX.
Spiccano tra di essi, la viola tenore e il violoncello di Antonio Stradivari,
entrambi parte del quintetto realizzato nel 1690 per il Gran Principe
Ferdinando de’ Medici, un violino Stradivari del 1716, un violoncello Niccolò
Amati del 1650, una spinetta ovale e un clavicembalo in ebano, entrambi
costruiti da Bartolomeo Cristofori.
Accanto ad essi si possono ammirare dipinti di autori come Anton Domenico
Gabbiani e Bartolomeo Bimbi, che hanno rappresentato la vita musicale alla
corte in quegli stessi anni.
dal catalogo
DOVE SI TROVA
indirizzo Via Ricasoli, 58/60 (FI), Toscana
orari di apertura Martedì (08:15,18:50)|Mercoledì (08:15,18:50)|Giovedì (08:15,18:50)|Venerdì (08:15,18:50)|Sabato (08:15,18:50)|Domenica (08:15,18:50)
prenotazione Prenotazione facoltativa
contatti +39 055 294883