monumento funebre di Pampaloni, Luigi (XIX)

monumento funebre 1839 - 1839

modello in gesso su basamento rettangolare

  • OGGETTO monumento funebre
  • MATERIA E TECNICA GESSO
  • ATTRIBUZIONI Pampaloni Luigi (1791/ 1847)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria dell'Accademia di Firenze
  • LOCALIZZAZIONE Monastero di S. Niccolò di Cafaggio (ex)
  • INDIRIZZO Via Ricasoli, 58/60, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Modello formato in gesso di figura femminile di grandezza maggiore del vero. La donna, poggia il ginocchio sinistro a terra, veste una tunica che le scopre la spalla sinistra. Lo sguardo è rivolto in alto, le mani giunte al petto. Il modello raffigura Virginia de Blasis in atto di cantare l'aria: “Deh! Se un'urna m’è concessa senza fior non la lasciate” della “Beatrice di Tenda” di Vincenzo Bellini. Il marmo è collocato in un deposito sotterraneo di Santa Croce (già nel chiostro) e reca sul basamento questa iscrizione: “A/ A Virginia de’ Blasis/ nata in Marsiglia nel MDCCCIV/ Morta a Firenze nel MDCCCXXXVIII/ figlia sorella impareggiabile/ con i poveri caritatevole/ salutata somma nell’arte del canto/ il padre e i fratelli Q. M. posero”. Pontani (1839, p. 10) ricorda nel 1839 la statua come già progettata su carta e abbozzata in argilla. Nello stesso 1839 lo Zabi (1829, p. 175), scrivendo al Rossini, descrive la scultura ampiamente, la dice pronta per essere collocata in Santa Croce e aggiunge che “soprattutto piacemi non vederla accompagnata dalle solite personificazioni di esseri mitici, come per esempio, Gesù piangenti, Muse o false Deità, che ormai dovrebbero bandire dalla scultura cristiana, perché ripugnano alla ragione ed oscurano a molti osservatori il senso della composizione”. Virginia de Blasis (Marsiglia, 5 settembre 1804 – Firenze, 11- 12 maggio 1838) figlia di Francesco Antonio, compositore e organista, e sorella del coreografo e ballerino Carlo, fu soprano con un repertorio prevalentemente rossiniano e amata a Firenze per la sua capacità di saper parlare “al cuore e alla immaginazione”. Nel 1837, reduce dall’Inghilterra, fu scritturata per la stagione del Carnevale e della Quaresima al teatro della Pergola. La “Beatrice di Tenda”, dopo il successo di Livorno con la Tacchinardi Persiani (1836) e di Roma (1837), fu proposta a Firenze nel 1838. Il gesso fu donato nel 1887 ed è uno dei pochi ad essere specificatamente ricordato nelle pratiche della donazione Pontani Pampaloni (Archivio Gallerie, Firenze, 1887, filza D, pos. 7 ins. 3, 1888, filza d, pos. 7). Custodito a San Salvi nei sotterranei, non è possibile precisare l'anno in cui fu trasportato, poiché mancano gli elenchi analitici relativi al trasporto dei gessi
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900224512
  • NUMERO D'INVENTARIO 1239
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Galleria dell'Accademia di Firenze
  • ENTE SCHEDATORE Galleria dell'Accademia di Firenze
  • DOCUMENTAZIONE ALLEGATA scheda cartacea (1)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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