lacunare (composito e decorato)

Ercolano, post 85 a.C - ante 79 d.C

Elementi lignei di lacunare composito e policromo; tavola centrale e cornici sovrapposte, su due livelli, superiore e inferiore. La connessione tra le parti è garantita da incastri a 45° a mezzo spessore e a mezzo legno, con vincoli in legno, in metallo e colla. In totale 5 elementi: 205A- tavola centrale con un disco in legno posto al centro, fissato con chiodo metallico con testa tonda, passante. Si notano frammenti in fibre di una cornice lungo il perimetro della porzione dipinta sovrapposto con colla; 205B-C: cornici lunghe con mortase, con incastri con taglio a 45° poste in posizione laterale ma intermedie; 205D: cornice corta, connessa agli elementi lunghi mediante tenoni d’angolo a mezzo legno; 205E:cornice lunga con mortase e 1 delle spalle a 45°, relativa al II° livello che si sovrappone all’elemento 205D; Frammento 205F: erratico. Le specie arboree sono l’abete Bianco nel telaio; Prunus e Tilia (cornicetta e tondo centrale), analisi CNR-IVALSA(relazione tecnica Archivio HCP)

  • OGGETTO lacunare composito e decorato
  • MATERIA E TECNICA METALLO
    pigmento
    legno/ a intaglio/ levigatura/ dipintura
  • MISURE Altezza: 8 cm
    Lunghezza: 49 cm
    Larghezza: 43 cm
  • CLASSIFICAZIONE EDILIZIA/ CARPENTERIA
  • LOCALIZZAZIONE Parco Archeologico di Ercolano
  • INDIRIZZO Corso Resina 187, Ercolano (NA)
  • SPECIFICHE DI LOCALIZZAZIONE depositi
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il lacunare è stato sottoposto alle indagini condotte dal CNR-INVALSA per stabilire le specie arboree. La specie arborea maggiormente attestata per la costruzione del tetto e del controsoffitto della Sala dei Marmi (amb. 18) nella Casa del Rilievo di Telefo è l’abete bianco (Abies alba). Anche se nell’esemplare in esame si riscontra, per alcune parti decorative l’utilizzo del Prunus e del Tiglio. I Romani erano a conoscenza delle proprietà tecnologiche di questi legni e prediligevano il legno di conifere per l'edilizia. In Campania: solo abete bianco e cipresso rappresentano il quasi l'80% del legname impiegato e le conifere insieme raggiungono 90% ( Moser D. et alii 2016). Vitruvio annovera il legno d’abete tra quelli idonei per la grossa armatura, la capriata (IV, 2, 2), specificando che l’abete bianco appenninico può raggiungere m 30 ed è adatto oltre all’edilizia anche alla carpenteria navale; e che l’abete del versante appenninico tirrenico è migliore perché cresce in una zona soleggiata(II, 9, 5-9). La modalità di crescita e loro altezza, il loro rapido tasso di crescita li rendono adatti per prodotti in legno di grandi dimensioni. Inoltre, questi legni possono essere tagliati facilmente con una sega e ciò li rende ideali per la produzione di elementi di grosse dimensioni. I dati archeobotanici e paleoecologici disponibili per l’Italia centrale e meridionale indicano fortemente che fino al tardo Olocene, l'abete bianco era largamente presente in tutta l'Italia e nell’area vesuviana, il declino può essere attribuito allo sfruttamento eccessivo da parte dell’uomo. Nuove indagini, in parte ancora in corso, condotte su altri campioni di legno ad Ercolano, questa volta dalla facoltà di Agraria dell’Università degli Studi Federico II e dalla British School at Rome hanno dato riprova dell’ampio utilizzo dell’abete bianco per l’edilizia e per gli arredi interni delle domus (Di Pasquale G., D’Auria A. in Siano S. e Sirano F. 2022, pp. 22-23)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Reperti archeologici
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1500925687
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Parco Archeologico di Ercolano
  • ENTE SCHEDATORE Parco Archeologico di Ercolano
  • DATA DI COMPILAZIONE 2023
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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