CRISTO CROCIFISSO E DUE PENITENTI BIANCHI

dipinto,

Personaggi: Cristo. Figure: penitenti bianchi. Simboli della passione: croce. Animali: cavallo. Allegorie-simboli: teschio (Adamo)

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a tempera
  • ATTRIBUZIONI Ciampanti Ansano Di Michele (attribuito)
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Maestro Di San Filippo
  • LOCALIZZAZIONE Museo nazionale di Villa Guinigi
  • INDIRIZZO via della Quarquonia, Lucca (LU)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La piccola bandinella è un raffinato prodotto di cultura lucchese di fine '400. L'opera fu inserita nel corpus del Maestro di San Filippo da Mauro Natale (1980) in seno ad uno studio specifico sul tardo Quattrocento Lucchese. Proprio in quel contesto lo studioso scorporava dal catalogo del Maestro di Stratonice un gruppo di opere, quelle considerate pertinenti alla fase finale dell'artista, riferendole ad una altro artista detto appunto Maestro di San Filippo dalla tavola conservata nell'omonima chiesa del contado lucchese. Le successive scoperte documentarie non solo hanno verificato le tesi proposte da Natale, altresì hanno confermato la stretta relazione fra il pittore ed il Maestro di Stratonice. Dai documenti è infatti risultato che il Maestro di Stratonice è identificabile con Michele Ciampanti ed il Maestro di San Filippo in suo figlio, Ansano (cfr. Tazartes 1987, Concioni/ Ferri/ Ghilarducci 1988). La bandinella è convincentemente riferibile ad Ansano Ciampanti grazie a confronti stilistici possibili anche con un'opera, a lui attribuita, collocatale vicino nel Museo stesso: il trittico con lunetta cat. 138. In entrambe le opere si osserva una derivazione dalla cultura cara al padre, vale a dire un impasto culturale eterogeneo che muove da riflessioni su Botticelli e soprattutto su Filippino Lippi (che ricordiamo essere stato attivo a Lucca fra 1482 e 1483). Nella pittura di Ansano però si accentua maggiormente la visione 'fiamminga' della realtà secondo una resa analitica e smaltata delle varie componenti del paesaggio e delle figure che si avvale della luce per potenziare l'effetto di consistenza materica. Gli alberi in particolare vengono resi con pennellate minute di tempera con tocchi dorati sui bordi per evocare la luminosità quasi vitrea delle foglie. Il paesaggio viene colto in modo estremamente nitido, in una visione tersa e degradante verso ampi orizzonti (in particolar modo nella nostra bandinella come pure nella Madonna ex Foulc e nel tondo di Greenville, sempre riferiti ad Ansano: cfr. Natale 1980). Questa importante riflessione sulla pittura fiamminga, della quale molti esemplari erano visibili nelle case lucchesi del Quattrocento, accomuna tutto il gruppo dei pittori lucchesi di fine XV sec. legando in modo particolare il nostro artista con un altro grande maestro, Michelangelo di Pietro Membrini (già Maestro del Tondo Lathrop). In entrambe le personalità si assiste infatti ad un duplice aggiornamento i direzione fiorentina e fiamminga su un retroterra culturale di chiara matrice lucchese che dà esiti di singolare originalità. La bandinella dovrebbe collocarsi poco dopo la fase più antica del pittore, alla fine del Quattrocento, poco prima dell'inizio del secolo successivo. Vi si osserva infatti ancora una certa eco dei modi del padre, per quanto già tradotti in una cifra stilistica nuova, memore di Filippino Lippi ma anche permeata da riflessioni su Bartolomeo di Giovanni e Piero di Cosimo. In tal senso l'opera risulterebbe vicina in particolare modo al tondo di Greenville, soprattutto per la resa del paesaggio, ma anche al trittico con lunetta di Villa Guinigi (inv. 138). La materia pittorica risulta pastosa, le campiture nitide e gli accordi cromatici meditati, con preferenza per toni caldi e smaltati. Le stesse tipologie fisionomiche sono ben riconoscibili. A differenza di altri pittori lucchesi, quali il già citato Membrini o lo stesso Michele Ciampanti, le tipologie di derivazione filippinesca si addolciscono nella visione di Ansano, i cui tipi risultano forse meno aulici, più popolari ma non privi di una potente liricità. L'iconografia del dipinto e la sagoma della bandinella lasciano supporre che venisse commissionata proprio dalla Confraternita del Crocifisso dei Bianchi la cui chiesa titolare esiste ancora a Lucca per quanto chiusa al culto
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900523898
  • NUMERO D'INVENTARIO 1223
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara
  • ISCRIZIONI parte superiore della croce - INRI -
  • STEMMI parte inferiore della bandinella - Gentilizio - Stemma - a strisce oblique rosse e bianche
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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