telescopio gregoriano

(?) 1739 - 0000

Strumento costituito da un tubo in ottone con rivestimento in pelle di pescecane. L’estremità anteriore del tubo è aperta, mentre in quella posteriore è posto uno specchio concavo a sezione parabolica, detto specchio primario, forato al centro. Lo specchio riceve i raggi luminosi e li riflette su uno specchio mobile concavo a sezione ellittica, con diametro simile a quello del foro, detto specchio secondario, posizionato all’interno del tubo parallelamente allo specchio primario. Il movimento dello specchio secondario è comandato tramite la rotazione di un'asta posta all'esterno del tubo. L’immagine dallo specchio secondario è inviata all’oculare, contenuto in un tubo avvitato in corrispondenza del foro dello specchio primario, oggi mancante. Il telescopio è incernierato su una colonnina metallica montata su una base circolare in legno nero, di restauro

  • OGGETTO telescopio gregoriano
  • ATTRIBUZIONI Sisson, Jonathan (1690?–1747)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo della Specola
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Poggi
  • INDIRIZZO Via Zamboni 33, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il telescopio compare per la prima volta nell'inventario del 1746, senza alcuna indicazione sulla provenienza: si può supporre che facesse parte degli strumenti inglesi ordinati da Manfredi. Se ne trova inoltre una descrizione nell'inventario di Ceschi del 1843. L'interesse di Manfredi per questo tipo di telescopio a specchi sembra stimolato da alcune lettere inviategli dall'archiatra pontificio Leprotti (Bibl. Archiginnasio Bo., Fondi Speciali Leprotti, in data 6 e 13 gennaio 1731) in cui si apprende che a Roma, in quei tempi, si faceva un gran parlare di tale nuovo tipo di strumento. L'accoppiamento dei due specchi era stato suggerito dal matematico scozzese James Gregory (1638-1675), da cui lo strumento avrebbe preso il nome, nell' opera Optica promota (Londra 1663). Il telescopio fornisce un’immagine non rovesciata e. per questa ragione, fu largamente impiegato nel Settecento per le osservazioni celesti e terresti. Manca dell'oculare. La base - che sappiamo essere stata di legno nero - e la vite di messa a fuoco sono di restauro (S. Ciattaglia, Bologna, 1990). Il rivestimento di pelle di pescecane è pressoché scomparso, anche se alcuni frammenti sono stati rinvenuti durante il restauro
  • TIPOLOGIA SCHEDA Patrimonio scientifico e tecnologico
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico non territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800688088
  • NUMERO D'INVENTARIO MdS-55
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Alma Mater Studiorum - Università di Bologna
  • DATA DI COMPILAZIONE 2022
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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