Santuario di Lagole, CAV I, F.12, 26 (strutture per il culto santuario)

Calalzo Di Cadore, ca 550 a.C - ante 400 d.C

Il sito di Lagole, nei pressi di due laghetti di acqua termale, a sud dell’abitato di Calalzo, fu oggetto di un primo saggio di scavo nel 1949 ad opera di Giovan Battista Frescura. La tradizione voleva che Lagole fosse stata sede termale in epoca romana e, poco distante, presso la stazione ferroviaria di Calalzo, erano state ritrovate alcune iscrizioni in lingua venetica. Poco dopo l’inizio delle operazioni di scavo vennero alla luce due bronzetti preromani ed un manico di simpulum con iscrizione venetica: ci si rese quindi subito conto di aver intercettato un contesto cultuale di epoca preromana. Lo scavo continuò con interventi annuali fino al 1953, cui fece seguito un nuovo intervento nel 1956, un recupero di materiali (sempre da parte di Frescura nel 1965) e un ultimo intervento di assistenza archeologica nell’estate del 2014. Il santuario (di cui non si sono trovati resti strutturati) doveva trovarsi a monte della strada che dalla stazione conduce ai laghetti: lo scavo di una trincea in questa zona ha evidenziato la presenza di un terreno molto ricco in ossame e carbone, probabile esito dei resti dei sacrifici, gettati alla fine dei riti dall’area sacra lungo il pendio. I reperti, tutti riferentisi ad un contesto cultuale, coprono un periodo che va dalla metà del VI sec. a.C. fino al IV sec. d.C. Per la sua posizione topografica, nella valle del Piave, in un'area di passaggio tra la pianura veneta ed il mondo nord alpino, e per l’assenza di un grosso centro nei pressi si ritiene che il santuario di Lagole dovesse svolgere un ruolo di santuario territoriale. La divinità venerata a Lagole è nominata nelle iscrizioni Trumusiate/Tribusiate, una divinità legata al culto delle acque, che poi in epoca romana venne identificata con Apollo. Le numerose iscrizioni votive sono in venetico ma non manca una chiara componente celtica in molte delle offerte del periodo preromano. Tra le offerte, numerosissime sono le figurine in metallo (quasi esclusivamente bronzetti ma è presente anche una figurina a stampo in argento) ed oggetti legati alla celebrazione del culto come simpula, coltelli raschiatoi, spiedi, alari e forchettoni. Da segnalare il ritrovamento di simpula defunzionalizzati e lasciati come offerta al dio con l’aggiunta dell’iscrizione votiva, e di un certo numero di strumenti utilizzati per la macellazione degli animali (soprattutto ovicaprini) e la cottura della carne. La maggior parte dei bronzetti rappresenta la figura umana: offerenti, guerrieri nudi o armati (in questa categoria rientrano bronzetti che per il tipo di armi sono di sfera latèniana), un cavaliere, alcune personalità divine o semidivine (Apollo, Mercurio ed Ercole), non mancano poi parti del corpo per ringraziare di una guarigione avvenuta o per chiederne una. Come in altri contesti cultuali cadorini (Auronzo e Valle) si sono rinvenute anche le tipiche lamine di bronzo di forma quadrangolare con lati inflessi ed iscrizione corrente attorno al bordo, che dovevano probabilmente essere appese nel santuario. Presenti anche le armi, soprattutto di tipo celtico, come spade, lance ed elmi. In età romana l’uso di dedicare bronzetti continua e si aggiungono le monete, che ci permettono di datare la sopravvivenza del santuario con continuità fino al IV sec. d.C. Da notare che alcune monete risultano graffite in superficie, forse per defunzionalizzarle prima di poterle offrire in dono

  • OGGETTO strutture per il culto santuario
  • MISURE Circonferenza fianchi: 163473396 mq
  • AMBITO CULTURALE Fase Di Età Del Ferro Fase Romana
  • LOCALIZZAZIONE Calalzo Di Cadore (BL) - Veneto , ITALIA
  • TIPOLOGIA SCHEDA Siti archeologici
  • INTERPRETAZIONE Il sito di Lagole di Calalzo fu un santuario territoriale con una testimoniata continuità di frequentazione tra la metà del VI sec. a.C. fino al IV sec. d.C. Il santuario venetico denota una evidente componente celtica nei primi secoli di vita. Il legame del luogo con le acque curative è testimoniato dalla presenza di numerosi ex-voto anatomici. L’ipotesi di un culto particolarmente rivolto alla componente maschile della popolazione è sostenuta dall’assenza di figurine femminili (nè riferentisi a devote nè a divinità)
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500591283
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia del Veneto
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia del Veneto
  • DATA DI COMPILAZIONE 2015
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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