Il colle di Montorio è particolarmente ricco di testimonianza archeologiche dal Paleolitico al Medioevo grazie alla posizione strategica dell'altura che domina la pianura. Sulla sommità del colle si trovano i resti del castello di epoca scaligera, modificato in età veneziana e infine utilizzato come forte in epoca Austriaca. L'interesse archeologico dell'area era stato segnalato da Orti Manara che individuò resti di muri romani, frammenti architettonici e lapidi romane, un cospicuo numero di monete romane di età repubblicana. Nel 1991 la Soprintendenza archeologica del Veneto mise in luce parte di una casetta protostorica seminterrata (IV secolo a.C.) con numerosi materiali archeologici attestanti attività fusorie. Nel 1998 nel corso di sistemazioni agrarie sul lato meridionale del colle venne in luce un tratto di muro di epoca romana, lungo m 53 e alto m 3, con un rivestimento esterno in blocchetti regolari: esso costituisce il sostegno di una delle terrazze pertinenti alla sistemazione monumentale della collina in avanzata età repubblicana. Anche nel il terrazzo soprastante il muro, a seguito di spostamenti di terreno e arature profonde, sono venuti in luce resti murari di epoca romana e grandi quantità di materiali archeologici: ceramica paleoveneta (V sec. a.C.), dell'età del Ferro (IV-I sec. a.C.), materiali romani (I sec. a.C.-II sec. d.C.), nonché importanti resti di ossa con iscrizioni in alfabeto nordetrusco e un gruppo di dracme padane d'argento. Nel 2006 e soprattutto tra 2011 e 2012, nel corso dell'attività di assistenza archeologica per la sistemazione e valorizzazione dell'area interna al castello, sono emersi il rivellino, il pozzo, la chiesa e tratti di muratura di epoca scaligera oltre a resti pertinenti alla fase austriaca di riutilizzo dell'area come forte fino all'abbandono dell'area nel 1866. Al centro della corte castellana sono emersi tratti di murature precedenti alla fase austiaca rasati di cui, allo stato attuale della ricerca, non è stata ancora determinata la cronologia