La Natività con angeli musicanti. adorazione del Bambino

dipinto affresco,
Foppa Vincenzo (cerchia)
1417-1420/ 1516

Affresco strappato e riportato su tela

  • OGGETTO dipinto affresco
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • AMBITO CULTURALE Ambito Lombardo
  • ATTRIBUZIONI Foppa Vincenzo (cerchia): pittore
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Gavazzi Da Poscate?
  • LOCALIZZAZIONE Fondazione Casa di ricovero Santa Maria Ausiliatrice
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE È regionevole ipotizzare la provenienza di questa “Natività con angeli musicanti” dal complesso monastico di Santa Maria delle Grazie a Bergamo. Il convento francescano osservante delle Grazie, fondato da s. Bernardino nel 1422 e costruito e consacrato insieme alla chiesa nel 1427, fu soppresso nel 1810 (Pantarotto 2018). Ai frati minori subentrò per gestione la Congregazione di Carità che organizzò i locali per La Casa di Ricovero per i poveri (fondata il 5 agosto del 1811 e attiva a partire dall’ottobre dello stesso anno), che lì ebbe sede fino al suo trasferimento nel 1915 presso la nuova struttura costruita nel quartiere della Clementina (Mencaroni Zoppetti 2014). Questa Natività, insieme ad altri tre affreschi strappati e conservati presso la Fondazione Santa Maria Ausiliatrice, non era presumibilmente compresa nel gruppo di affreschi strappati dalla chiesa di Santa Maria delle Grazie prima della sua demolizione (1856), e confluiti a Palazzo Vescovile, poichè sarebbe forse stata menzionata nelle descrizioni dei dipinti provenienti dalla chiesa registrate nel corso del tempo o visionati a Palazzo Vescovile (si veda A. Pasta, Le pitture notabili di Bergamo che sono esposte alla vista del pubblico, 1775, pp. 104-109; G. Finazzi, Dell’antica chiesa di S. Maria delle Grazie in Bergamo, Bergamo 1863; J.A. Crowe, G.B. Cavalcaselle, A History of Painting in North Italy, III, London 1912, 434-435 e nota 1; Gnaccolini 1996). L’affresco potrebbe essere stato strappato, insieme ad altri tre presenti nella collezione della fondazione, forse per ragioni di ristrutturazione dei locali del convento o poco prima del trasferimento de La Casa di Carità. Il complesso monastico comprendeva infatti una vasta area ed era articolato da quattro chiostri. I due chiostri minori erano addossati alla chiesa di Santa Maria delle Grazie, mentre i due maggiori costituivano la parte centrale del complesso monastico su due piani, vi erano poi anche alcuni rustici addossati alla chiesa di Santo Jesus (Mencaroni Zoppetti 2014). È dunque probabile che ci fossero altre parti affrescate nella struttura conventuale che comprendeva numerosi locali fra cui una biblioteca e una scuola, oltre alle celle dei monaci un refettorio, una farmacia, una infermieria e naturalmente i chiostri. Per quanto riguarda il dipinto in oggetto si riscontra una chiara adesione a modelli foppeschi nelle figure degli angeli, che riprendono gli stessi colori di quelli giubilanti della Madonna in Gloria nella Cappella Portinari, e l’uso di pennellate in calce molto chiara sia sulle vesti degli angeli, e sia sul bellissimo e lucente bambino che giace a terra con le braccine incrociate; un altro rimando consiste nell’aver posto la scena in un ortus conclusus memore della “Madonna con Bambino e angeli musicanti” in collezione Berenson. Si riscontrano inoltre vicinanze iconografiche con due opere del Bergognone, la “Madonna in adorazione del bambino” in collezione Berenson, per la posa della Vergine e per gli angeli musici, e “L’Adorazione con angeli” (datata da Marani 1481-1483) a Brera. La posa del bambino con le braccine incrociate invece non sembra essere comune in Lombardia, ma è usata ad esempio in area toscana da Gherardo di Giovanni nella “Madonna in adorazione del Bambino e San Giovanni Battista Bambino” (Galleria dell’Accademia di Firenze, 1475-1480 ca), forse un modello iconografico noto al nostro artista attraverso miniature o incisioni? Inoltre la “Natività con angeli musicanti” presenta un uso corretto della prospettiva, del tutto simile all’impostazione delle architetture nell’Adorazione dei Magi in Sant’Eustorgio a Milano. Per quanto riguarda invece la paternità del dipinto, un confronto con gli affreschi staccati già nella prima cappella a destra in Santa Maria delle Grazie con le Storie di Maria (“Annunciazione”, “Adorazione dei pastori” e una serie di quattordici “Antenati di Cristo” divisi tra lo Szép-müvészeti Múzeum di Budapest e già in collezione privata a Stradella. Si vedano Gnaccolini 1996 e Valagussa 2004), spinge a ipotizzare un’identità di mano con il maestro principale responsabile per la serie dei quattordici antenati di Cristo (Gnaccolini 1996), si confrontino ad esempio i dettagli fisiognomici del volto e i panneggi delle vesti di s. Giuseppe con alcuni antenati tra cui Giosofat, Davide, Salomone, Abramo, Asaf e Roboano, ma anche con il s. Giuseppe dell’Adorazione dalla volta della Cappella della Concezione/Storie di Maria. Quanto sin qui rilevato spingerebbe a datare il dipinto tra la fine dell’ottavo e inizi del nono decennio del XV secolo, e a riconoscere la paternità della “Natività con angeli musicanti” a un maestro foppesco attivo presumibilmente anche all’interno del convento delle Grazie, forse prima di mettere mano alla serie dei progenitori e forse anche agli affreschi nelle vele della volta. Ulteriori elementi in merito alla Natività potrebbero forse emenrgere da un’indagine presso l’archivio della fondazione
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303243572
  • NUMERO D'INVENTARIO N. 52
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • ISCRIZIONI non leggibile - caratteri gotici - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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