Ritratto di Tommaso di Savoia-Carignano

dipinto, post 1838 - ante 1848

Il personaggio è rappresentato a figura intera sopra un cavallo che si impenna. Il corpo è ruotato di lieve tre quarti; lo sguardo è rivolto verso l’osservatore. Porta i capelli mossi che discendono sino alle spalle, sottili baffi e barba terminante a punta. Indossa una armatura completa da battaglia. Sulle spalle è adagiato un ampio colletto piatto bordato di pizzo. Sul petto pende il collare dell’ordine della SS.ma Annunziata. In vita una ampia fascia annodata. Calza alti stivali. Una mano tiene il bastone del comando, sollevato, con il quale indica l’orizzonte, l’altra trattiene le briglie della cavalcatura. Sella e bardatura finemente lavorate. Il cavallo mostra criniera e coda elegantemente pettinate. Sullo sfondo, a destra, una possente colonna su alto basamento, parzialmente nascosta da ampio drappo panneggiato. Sulla sinistra alture rocciose, su una delle quali si scorge una struttura architettonica a pianta centrale, e montagne. Ampio brano di cielo solcato da nubi

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 264.1 cm
    Larghezza: 207.6 cm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Piemontese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
  • INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La tela è posta entro una cornice di formato e luce rettangolare in legno intagliato e dorato. Tipologia a gola. Fascia interna filettata fascia centrale liscia con motivo angolare a palmetta dalla quale si dipartono girali vegetali. Fascia esterna perlinata. Sul lato breve superiore, al centro, iscrizione in lettere capitale che individua il nome dell’effigiato. L’esistenza di una collezione iconografica della dinastia dei Savoia-Carignano e dei suoi rami collaterali, è attestata a partire almeno dall’inventario redatto nel 1838 che riportava nella Sala di Ricevimento a sinistra di quella di accesso al secondo piano del castello la presenza di diciotto ritratti di principi e principesse di Carignano, muniti tutti di cornice in legno dorato con ornati in pastiglia e dotata di targa con l’iscrizione per il riconoscimento dell’effigiato. Questa tipologia di cornice è ancora riconoscibile in parte delle opere pittoriche esposte nella stanza 22. Lo stesso assetto è testimoniato nel successivo inventario del 1850, con l’incremento dei ritratti di Carlo Alberto e Maria Teresa di Toscana e di due tele di maggiore formato per i capostipiti, Maria di Borbone e il principe Tommaso, e poi nella Guida alla residenza di Giuseppe Casale, pubblicata nel 1873, dove si registrava anche la presenza, in questa stessa sala, dei ritratti dei più recenti esponenti del casato. La tela raffigura il capostipite del ramo dei Savoia Carignano, Tommaso (Torino, 1596-1656), nono figlio del duca Carlo Emanuele I e dell’infanta Caterina Micaela. Avviato alla carriera militare, prese parte a numerose battaglie in Monferrato e nelle Fiandre durante gli anni di guerra 1615-1617. Nel 1625 sposò Maria di Borbone Soissons, ottenne dal padre l’investitura del feudo di Carignano e il titolo di principe per sé e i suoi discendenti. Durante la reggenza di Cristina di Borbone, dopo la morte del fratello, il duca Vittorio Amedeo I (1637), assunse, insieme al fratello Maurizio, posizioni filo asburgiche e antifrancesi e fu con lui a capo di una vera e propria fazione che si scontrò in una sorta di guerra civile, tra madamisti e principiati, che coinvolse tutto lo stato. La pace con la cognata venne siglata nel 1642. Da Luigi XIII di Francia ottenne l’incarico di luogotenente di Biella e Ivrea durante la minore età di Carlo Emanuele II. Nel 1654 Anna d’Austria, regina madre e reggente per il figlio Luigi XIV, lo nomina Gran Maestro della Casa Reale e capo di gabinetto. L’opera è replica fedele, seppure resa con una pennellata più nitida, a tutta evidenza, del ritratto equestre che il principe commissionò ad Anton van Dyck nel 1634, esposto dal 1832 nei diversi allestimenti della Regia Pinacoteca, poi Galleria Sabauda. Era stato venduto nel 1694 dal conte di Soissons Luigi Tommaso e fu riacquisito dal principe Eugenio per le sue raccolte, venendo acquistato nel 1742 da Carlo Emanuele III in occasione della vendita di parte della quadreria viennese del grande condottiero da parte della nipote. La storiografia ha reso nota una lettera del 1826 in cui Angelo Boucheron proponeva al principe Carlo Alberto l’acquisto di una replica antica della celebre opera, desiderata per allestire in Racconigi una quadreria dinastica. Due sono oggi le repliche conservate nella residenza. Quella in esame è stata identificata da Elena Ragusa con l’opera giunta a Racconigi solamente nel 1930 dal Palazzo Reale di Torino. Tuttavia, essa appare adattarsi perfettamente alla cornice di gusto palagiano analoga a quella che contiene il ritratto ottocentesco della consorte di Tommaso, Maria di Borbone. Quest’ultima opera è documentata dal 1850 insieme al ritratto del consorte di grande formato per rappresentare, a completamento della serie dinastica, i capostipiti del ramo dei Savoia Carignano. Dunque, in assenza di specifici contrassegni inventariali ulteriori che certifichino la precedente presenza in Palazzo Reale di Torino, non pare da escludere che l’opera in oggetto sia quella menzionata nell’inventario di metà Ottocento, forse eseguita nell’ambito dei numerosi abili ritrattisti e pittori di storia attivi per Carlo Alberto di ambito piemontese
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100399424
  • NUMERO D'INVENTARIO R 6381
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Castello di Racconigi
  • ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • ISCRIZIONI verso, tela, in basso - R 6381 (giallo) - capitale -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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