coppa (Forma 13D tipo B (Mazzeo Saracino, Atlante delle forme ceramiche vol. II); Conspectus R13 )

25 a.C. - 96 d.C.

Coppa ad alto bordo convesso, tipo Sarius, con orlo rientrante, assottigliato, sottolineato da una scanalatura esterna, corpo emisferico, decorato a matrice, piede ad anello con fondo concavo, ansa a nastro con leggera costolatura centrale, impostata a metà del bordo e sulla spalla, subito sopra la fascia decorata, sul lato opposto, rimangono i due attacchi dell'altra ansa. Fascia decorata con una teoria di palmette, verticali, a 7 lobi, sorgenti da una foglia di edera; tra una palma e l'altra si alternano una grande foglia di quercia sorgente da un cespo di foglie, in alto, ai suoi lati, due rosette a sei petali, alternata ad un'aquila, ad ali spiegate con le zampe rivolte verso d. e la testa verso s., al di sotto, teoria di fiori a sette petali e coroncine. Sul bordo è graffito, dopo la cottura, con tratto poco profondo e sottile, il marchio a grandi lettere ATIM ATI. Marchio leggibile come Atimetus oppure Athimetus. Quest'ultimo è un vasaio attivo in area padana tra il 10 a.C. e il 15 d.C., cognomen di origine greca molto frequente in Italia a partire dall’età imperiale. La produzione di Athimetus si concentra nella Venetia (Altino, Aquileia, Concordia Sagittaria), con rare attestazioni in Aemilia, Transpadana e Noricum. Invece Atimeti è frequente per lo più in area polesana tra età augustea e inizio del II sec. d.C. L'argilla è di colore camoscio rosato, la vernice è rosso-arancio.

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