epigramma di Valentilla

due figure femminili, Ninfe, ca. 290 d.C. - ca. 299 d.C.

Nel rilievo, di cui è conservata circa la metà destra, sono rappresentate due figure femminili, da identificarsi come ninfe delle acque: quella a sinistra è seduta su una roccia e posa la mano sinistra su un vaso dal quale sgorga dell'acqua; quella a destra è frontale, ha la gamba destra incrociata all'altra, tiene al fianco la mano sinistra, mentre la destra è appoggiata ad un recipiente dal quale fluisce dell'acqua, che si mescola al liquido dell'altro vaso. Le due figure indossano una veste panneggiata che copre loro la parte inferiore del corpo, dai fianchi alle caviglie, e risale dietro la schiena ricadendo con un lembo sopra la spalla sinistra di entrambe. Il drappo della figura a sinistra è avvolto anteriormente in pieghe verticali. Al di sotto delle figure, entro uno spazio rettangolare, sono incise l'iscrizione in due righe e, in corrispondenza della seconda di esse, una elaborata foglia d'edera.

  • FONTE DEI DATI Regione Veneto
  • OGGETTO rilievo commemorativo
  • MATERIA E TECNICA Marmo bianco-giallastro a grana media
  • MISURE Altezza: 92 cm
    Spessore: 10.1 cm
    Larghezza: 62 cm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Culturale Greco, Produzione Di Età Romana Imperiale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Lapidario Maffeiano
  • LOCALIZZAZIONE Museo Lapidario Maffeiano
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'iscrizione è espressa in distici elegiaci. I caratteri epigrafici appaiono alquanto curati; epsilon, sigma e omega hanno forma lunata, il tratto destro dell'alpha e del lambda è prolungato in alto, il phi ha l'asta prolungata in basso e in alto. Presumibilmente si tratta di una dedica per la costruzione di un bagno o di una fontana da parte della Valentilla nominata nel primo verso. Maffei interpretò l'epigramma ritenendo si riferisse al rito del battesimo e lo credette cristiano; già Venturi e Duetschke riconobbero però nelle figure due ninfe. In due epigrammi ricordati dal Robert (Ant. Pal., IX, 607 e 609) viene menzionato il "loutròn" delle Cariti; nel secondo si accenna allo splendore delle membra ("aglaie") delle dee, conservato dall'acqua. Per le strette correlazioni tra questi epigrammi, relativi a governatori del basso impero in occasione della costruzione di acquedotti, bagni e fontane, ed il nostro pezzo, si ritiene esso debba essere incluso nella stessa categoria di composizioni commemorative. Grazie al manoscritto delle "Inscriptiones" di Giovanni Antonio Astori è certo che la stele, tra il 1685 e il 1704, si trovava a Venezia "in horto Nanio" a Cannaregio.
  • TIPOLOGIA SCHEDA Reperti archeologici
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA C023091
  • ENTE SCHEDATORE C023091
  • DATA DI COMPILAZIONE 2007
  • ISCRIZIONI fronte, al di sotto del rilievo figurato - [- - -] Valentilla pose al bagno/ [- - -] e per lo splendore della luce - incisione - greco
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - ca. 290 d.C. - ca. 299 d.C.

ALTRE OPERE DELLO STESSO AMBITO CULTURALE