modello navale galeone a due ponti

ca 1600 - ante 1610

Modello di galeone dell'inizio del Seicento, a tre alberi, che presentavano vele quadre alla maestra e al trinchetto, vele latine a quello di mezzana, vele quadre di civada ai pennoni del bompresso. Raffigurazione dello stemma mediceo sullo stendardo di poppa. Sebbene di fattura e proporzioni rozze, la fisionomia dello scafo appare determinata dalle coperte interne, cioè dai due ponti, dai castelli di prua e di poppa e dalle loro balconate. Il castello di prua non sopravanza sui flutti ed è assimilato allo scafo; la forma della prua appare caratterizzata da uno sperone o puntale che spunta sotto il bompresso. Un’ancora scende a prua lungo lo sperone. Il castello di poppa si sviluppa fin quasi alla metà della nave ed è caratterizzato per essere a forma piana o a specchio, riccamente decorato. La batteria è armata di 41 cannoni distribuiti sui ponti di coperta, su ciascuno dei castelli e sui fianchi dove sono disposti i cannoni più pesanti schierati in batteria.L’attrezzatura del modello è approssimativa. Gli alberi, surdimensionati e realizzati in un solo pezzo scarsamente rastremato, sono quattro: di mezzana, di maestra, di trinchetto e di bompresso che sporge obliquamente a prua. Sotto di esso è posto il pennone che sosteneva una piccola vela quadra o civada. Normalmente nei galeoni ciascun albero verticale era costruito in due tronchi, albero maggiore e albero di gabbia, i quali nel punto di congiunzione recavano una piattaforma o coffa, presente nel modello. Da notare la coffa di aspetto medievale alla cima dell’albero di mezzana il quale sorregge un’antenna posta obliquamente, priva di vela latina. Ciascun albero porta due pennoni che sostenevano vele quadre; essi hanno un diametro eccessivo, sono privi di rastrematura e molto corti. L’alberatura è sostenuta da cavi fissi, le sartie, che terminano in un sistema di bigotte fissate rozzamente con dei chiodi allo scafo. Ad alcune sartie sono applicati dei cavetti o griselle con funzione di scalini.Nel modello sono presenti 3 stendardi ognuno dei quali è issato ad un rosso pennone di insegna ornato in cima da un pomello dorato. Lo stendardo di poppa a due punte, contrassegno della casata a cui appartiene il galeone, è in stoffa cremisi su cui spicca uno stemma mediceo in forma di cartiglio d’oro contenente cinque palle rosse poste in circolo ed una sesta azzurra in cima. Il grande stendardo issato sull’albero di maestra porta, sempre su fondo rosso, uno stemma analogo sormontato dalla corona granducale ed arricchito da una ghirlanda. Sull’albero di trinchetto, lo stendardo bianco decorato al bordo da una fila di stelle in oro, reca una figura di S. Giovanni Battista rappresentato secondo l’iconografia tipica. L’ancora del galeone, surdimensionata, in ferro, con ceppo ligneo, è costituita dal fuso e dai due bracci o marre terminanti ad alette in forma di triangolo isoscele.La poppa di questo galeone seicentesco non si presenta vistosa nel suo complesso architettonico ne in quello ornamentale: la camera di poppa è in risalto con lo stemma mediceo a rilievo, a decorazione dell’ampia specchiatura della sua parte posteriore, nonché gli ornati dorati degli spigoli e delle balconate. Il timone, anch’esso decorato e intagliato e parteintegrante del dritto di poppa e presenta, nella sua parte superiore, una testa di serpente. Questo tipo di simbologia ritorna ad essere parte integrante dei fianchi della poppa che vantano, visibilmente, alcune decorazioni raffiguranti serpenti marini sempre dorati su sfondo scuro

  • OGGETTO modello navale galeone a due ponti
  • MATERIA E TECNICA legno/ intaglio/ pittura
    FERRO
    corda
    STOFFA
  • MISURE Altezza: 132 cm
    Lunghezza: 151 cm
    Larghezza: 31 cm
  • CLASSIFICAZIONE preparato
    nautica
  • AMBITO CULTURALE Maestranze Pisane
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Poggi
  • INDIRIZZO Via Zamboni 33, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La galleria delle navi del Museo di Palazzo Poggi comprende dieci modelli di navi costruiti tra la fine del XVI secolo e gli inizi del XIX. Tra questi beni si conserva anche il galeone mediceo, che unitamente alla galera medicea e al brulotto, facevano parte della collezione di Ferdinando Cospi (1606/1686), nobile bolognese legato alla corte medicea. Il galeone venne infatti donato allo stesso Cospi da Cosimo II de' Medici nel 1610, come si apprende da Lorenzo Legati nella sua descrizione del Museo Cospiano del 1677: "Gentilissimo dono di Cosimo II Granduca, fatto al Sig. Marchese fin l’anno MDCX quando egli serviva S.A.S. di Paggio d’Honore".Il modello è probabilmente una realizzazione dei maestri d'ascia attivi nell'arsenale di Pisa, nonostante il bene, impreziosito da decorazioni dorate, ma rozzo nella definizione dello scafo, non paia destinato - come comunemente avveniva - all'addestramento dei marinai o da esempio per successive costruzioni. Piuttosto sembra rientrare nella categoria di modelli eseguiti dalle maestranze pisane per soddisfare il gusto collezionistico o per essere strumento di svago a corte.Il modello di galeone, insieme agli altri due modelli, passò alla Camera di Geografia e Nautica dell'Istituto delle Scienze di Bologna nel 1744. In questa collocazione rimase fino alla soppressione dell’istituto nel 1802, quando venne spostato al Gabinetto Astronomico della Specola. Successivamente, nel 1896, fu collocato nei depositi del Museo Civico, ormai in pessime condizioni, ridotto al solo scafo. Nel 1937, dopo un intervento di restauro che lo reintegrò nelle sue parti mancanti (un secondo intervento è del 1950), il modello giunse nel Rettorato dell'Università di Bologna.Dal 2000 si conserva nel Museo di Palazzo Poggi
  • TIPOLOGIA SCHEDA Patrimonio scientifico e tecnologico
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico non territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800691357
  • NUMERO D'INVENTARIO MPPNA010
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Alma Mater Studiorum - Università di Bologna
  • DATA DI COMPILAZIONE 1989
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2013
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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