cannone da campagna piemontese LA BALISTA da 8 libbre

XVIII sec secondo quarto

Cannone da campagna LA BALISTA, art. piemontese del 1736, da 8 libre locali. Le fonti a corredo sono parziali e non del tutto attendibili, non forniscono ad esempio i dati relativi al peso della palla. Il cannone LA BALISTA in bronzo, è formato da tronchi di cono con due rinforzi. Le schede di corredo portano queste Misure: Calibro mm 90 Lunghezza mm 850 Peso kg 850 Portata palla di ferro: nessun dato

  • OGGETTO cannone da campagna piemontese LA BALISTA da 8 libbre
  • MATERIA E TECNICA bronzo/ fusione
  • MISURE Profondità: / mm
    Diametro: 90 mm
    Altezza: 850 mm
    Lunghezza: kg850 mm
  • CLASSIFICAZIONE bocca da fuoco
    artiglieria storica - antica
  • AMBITO CULTURALE Regno Sabaudo (sardo-piemontese)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE FONDO DI ARTIGLIERIA STORICA
  • LOCALIZZAZIONE Museo storico nazionale d'Artiglieria
  • INDIRIZZO Deposito museale c/o caserma AMIONE c.so lecce 10 Torino, Torino (TO)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Patrimonio scientifico e tecnologico
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100441162
  • NUMERO D'INVENTARIO cod. angelucci 99 (R.I.1895-2)
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
  • DATA DI COMPILAZIONE 2021
  • ISCRIZIONI anello del plinto di culatta - FRA. ANT. CEBRANUS F. A. 1736 La scritta ad impressione in caratteri maiuscoli posta sull’anello di culatta trascrive, in latino, il nome proprio del fonditore della bocca da fuoco tale FRA(ncesco) ANT(tonio) CEBRANO, il quale con ogni probabilità, sarebbe figlio o comunque parente stretto del C.B. Cebrano, facente parte quindi di una rinomata famiglia di costruttori (vedesi ad esempio la scheda OLIASTRO, ICCD 441152). Le abbreviazioni seguenti al nome: la F. starebbe per fecit (fatto da), mentre la A. sarebbe probabilmente il diminuitivo del verbo Absolvo,(compiere/adempiere) seguita dalla data di costruzione 1736 (attribuire alle lettere F e A un significato diverso da quello sopra esposto, ossia ricondurlo all’abbreviazione delle lettere del nome proprio, è improbabile e ascrivibile ad una casualità). Alcune fonti contemporanee (Col Ferro col fuoco, Electa- Elemond Editori Associati, Milano 1995 p 273, asseriscono che la bocca da fuoco è stata fusa all'epoca di re Carlo Emanuele III (1730-1733) questa interessante datazione è da verificare peculiarmente) - non determinabile - maiuscolo - a impressione - latino
  • STEMMI secondo parte del cannone (sotto il nome del cannone) - reale - Stemma - 1 - SCUDO DEL MAESTRO D'ARTIGLIERIA Nella parte centrale del cannone troviamo uno scudo adorno, le fonti a corredo fanno riferimento allo stemma del Gran maestro di Artiglieria che (cit) “nel 1730 doveva essere il conte Annibale MAFFEI, elevato a quella carica nel 1713, gli successe nel 1736 il marchese Seyssel d'AIX”. Come già sottolineato nella scheda OLIASTRO ICCD 441152 il Maffei fu infatti, Gran maestro di Artiglieria nel periodo storico a riferimento. Lo scudo ha delle similitudini ad esempio il drappo stilizzato che lo sovrasta, al contrario dell' Oliastro sopra citato, non presenta alcuna scritta e non vi è impresso alcun nome. Ciononostante tra le similitudini si possono riscontrare la corona in alto le bandiere ai lati e i due cannoni speculari alla base. Si può notare al netto delle decorazioni di tipo floreale, il collare della SS Annunziata a mo' di cornice con la serie di nodi Savoia, al cui terminale anche se di grafia appena accennata, il tondo con l’incisione della scena dell'Angelo Gabriele (Annunciazione). Alcune considerazioni epigrafiche per la ricerca storico-critica: il supposto riferimento delle fonti al marchese (de) Seyssel d'AIX è storicamente da verificare alla luce del fatto che, nel medesimo periodo vi sono più riferimenti a Gran maestri di Artiglieria, per questa ragione dev'esserci un approfondimento ad hoc sull'argomento. Si tenga anche in conto che potrebbe essere non casuale il drappo vuoto, ossia privo di nominativo e lo stesso potrebbe valere per lo scudo: nell'esatto momento della fusione della bocca da fuoco chi fu il Gran maestro? Un ipotesi da valutare potrebbe essere quella che non conoscendo ancora il nome, il Fonditore-costruttore non poté scriverlo e questo si riverbererebbe inoltre sullo scudo stesso anch'esso privo di stemma(?). E' plausibile considerare che ogni Gran maestro potesse appartenere ad un casato e questi avesse un proprio stemma, ecco perché potrebbe essere non un caso lo scudo vuoto ma contorniato con il solo simbolo sabaudo di riferimento (il collare della SS Annunziata). Si analizzi a questo proposito oltre al Mafei ed al Seyssel d'AIX sopra citati, anche un altra figura: il marchese Pallavicini Gran maestro in riferimento alla bocca da fuoco sabauda CATILLO 441160 del 1759
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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