S. Petronio

positivo, ca 1920 - ca 1939
Anonimo (xx Prima Metà)
XX prima metà

Il positivo, incollato al supporto secondario (dimensioni 345x250), è stato collocato in una busta di carta conservazione e posto orizzontalmente entro una scatola intestata “BOLOGNA/ San Petronio 1” (all'interno i fototipi sono ordinati secondo il numero progressivo di inventario)

  • OGGETTO positivo
  • SOGGETTO Italia - Emilia Romagna - Bologna - Basilica di San Petronio - Cappella di San Sebastiano
    Pittura - Pale d'altare - Santi - Martirio di San Sebastiano
  • MATERIA E TECNICA CARTA
    gelatina ai sali d'argento
  • MISURE Misura del bene culturale 0800649653: 230x171 mm
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO STORICO ARTISTICO
  • ATTRIBUZIONI Anonimo (xx Prima Metà): fotografo principale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
  • INDIRIZZO via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La cappella intitolata a San Sebastiano, la quinta della navata sinistra della basilica di San Petronio a Bologna, è giunta praticamente intatta nell'apparato decorativo, plastico e pittorico, dovuto alla munificenza di Donato Vaselli che alla fine degli anni Ottanta del Quattrocento si impegnò con la fabbriceria petroniana a dotare l'ambiente di una pala d'altare, di una transenna di chiusura e di vetrate. Proprio il dipinto su tela del Martirio di San Sebastiano, con il Vaselli donatore ritratto in ginocchio, rimane tuttora una delle opere più problematiche dal punto di vista attributivo del tardo Quattrocento bolognese; se Roberto Longhi tentò di collocare la pala entro la prima fase di Jacopo Ripanda, in seguito Daniele Benati tracciò una via aperta verso l'area centro italiana di Pinturicchio e verso la Roma melozziana, non dimenticando l'esempio locale di Lorenzo Costa ed Ercole de' Roberti. L'attribuzione dell'opera resta comunque anonima ("Rimane impossibile allo stato attuale delle nostre conoscenze, avanzare un nome per questo significativo artista", Benati 1983 p. 186, vedi BIB), pur non dimenticando una remota possibilità di intersecazione con la sconosciuta personalità del padre di Amico Aspertini, Giovanni Antonio, importante pittore bolognese documentato a Roma nel 1496 per la decorazione dell'organo di San Pietro. Più recenti contributi, sulla scia di Ferretti 1993, propongono con riserbo il fratello di Amico, Guido Aspertini (Cavalca 2014 con bibliografia e attribuzioni precedenti, pp. 352-353, vedi BIB). Il positivo in esame è datato orientativamente tra gli anni Venti e Trenta del Novecento
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800649653
  • NUMERO D'INVENTARIO P_000547
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2017
  • ISCRIZIONI sul supporto secondario: recto: in alto - SOPRINTENDENZA AI MONUMENTI DELL'EMILIA - BOLOGNA -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

LOCALIZZATO IN

ALTRE OPERE DELLO STESSO AUTORE - Anonimo (xx Prima Metà)

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - ca 1920 - ca 1939

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'