Ravenna. Museo Arcivescovile, mosaico staccato dall'abside della Basilica Ursiana, frammento con Vergine orante

negativo, ca 1882 - ca 1882
  • OGGETTO negativo
  • SOGGETTO Architetti - Italia - Sec. V - Maestranze ravennati
    Emilia Romagna - Ravenna - Complessi museali - Palazzo Arcivescovile - Museo Arcivescovile - Sala dei mosaici e della Vergine orante
    Architettura religiosa - Chiese - Cattedrali - Basilica Ursiana - Abside
    Mosaici - Mosaici staccati - Decorazione musiva absidale - Frammento - Vergine orante
    Mosaicisti - Italia - 1111-1117 - Maestranze veneziane di S. Apollinare in Classe
  • MATERIA E TECNICA VETRO
    collodio
  • MISURE Misura del bene culturale 0800649444: 24x20 cm
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO E STORICO ARTISTICO
  • AMBITO CULTURALE Maestranze Veneziane Di S. Apollinare In Classe
  • ATTRIBUZIONI Ricci, Luigi (1823-1896): fotografo principale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • LOCALIZZAZIONE Basilica ed ex Monastero benedettino di San Vitale
  • INDIRIZZO via San Vitale, 17, Ravenna (RA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nella prima edizione del catalogo di Luigi Ricci del 1869 compare un gruppo di 6 lastre, appartenenti alle “Tavole della cappella di S. Pier Crisologo” e numerate dalla 154 alla 159; nel catalogo del 1877 le lastre con quei numeri di inventario corrispondono ad altri soggetti, mentre è presente un numero maggiore di lastre raffiguranti le “Tavole della cappella di S. Pietro Crisologo nel Palazzo Arcivescovile”, a cui sono aggiunti reperti di quello che diverrà il lapidario e il definitivo Museo Arcivescovile grazie all'intervento del soprintendente Giuseppe Gerola, la cui storia deve essere ricollegata agli avvicendamenti dell'intero complesso metropolitano. Nel 1734, a causa delle pessime condizioni conservative in cui si trova, si intraprende l'abbattimento della basilica Ursiana, al fine di costruire una rinnovata basilica metropolitana. Negli anni tra il 1741 e il 1743 avviene lo smantellamento del catino absidale, con conseguente distruzione della decorazione musiva, risalente al 1112 e costituita da tre registri differenziati iconograficamente, di cui l'architetto Gianfrancesco Buonamici realizza un accurato disegno per conservarne memoria. Dalla distruzione si salvano sei frammenti musivi, cinque dei quali vengono murati, dall'architetto Buonamici, nei locali della vicina Cappella Arcivescovile e del museo lapidario Arcivescovile di cui la lastra oggetto di studio rappresenta un esempio. Già nel 1903, Corrado Ricci commissiona ad Alessandro Azzaroni e Giuseppe Zampiga di redigere una relazione sullo stato dei mosaici. I restauratori mettono chiaramente in evidenza lo stato precario del monumento, argomento già evidente al Ricci. Finalmente, tra il 1910 e il 1919 venne messo in atto l'intervento del Gerola che, indagate le varie tracce dell'antico impianto, ne ripristinò l'articolazione planimetrica, comprendendo che la cella era preceduta da un vestibolo di forma rettangolare allungata e terminava dalla parte opposta con un abside; sia l'uno che l'altra vennero riportati in essere completandone il rivestimento parietale in lastre di marmo greco e quello musivo in gran parte perduto. Del ripristino e del restauro del patrimonio musivo, dell'intero complesso, si occuperà Giuseppe Zampiga a partire dal 1911. Nel catalogo a stampa del 1882, compare una lastra la cui soggettazione coincide con le cinque lastre oggetto di studio, raffiguranti la Vergine Orante dell'abside dell'antica basilica Ursiana, quattro delle quali presentano anch'esse il numero di inventario 210, apposto sulla consueta etichetta in basso a sinistra. Come per molte delle lastre Ricci, che come sappiamo, dal 1882, anno di pubblicazione del terzo catalogo, attribuì un numero di inventario che rimase poi definitivo, potremmo supporre che anche gli scatti oggetto di studio fossero appartenuti a quell'originario gruppo del 1869, poi successivamente reinventariato e di cui un solo esemplare venne scelto per la pubblicazione in catalogo e la vendita. A questa casistica potrebbe appartenere l'intero gruppo di cinque lastre, quattro delle quali con etichetta dal numero di inventario 210 (per i confronti si veda il campo RVEL di questa scheda). Nel catalogo del 1869, con il numero di inventario 155, è presente una “Madonna dell'altare, mosaico” che potrebbe essere ricondotta ad uno degli scatti oggetto di studio al quale poi venne attribuito il nuovo inventario? Dall'analisi stilistica dei cinque esemplari, possiamo dedurre un'affinità formale, che pone il soggetto in primissimo piano, tagliando, in tre i casi, l'arco superiore della cornice marmorea che incornicia il mosaico, mentre in due esemplari sono visibili le decorazioni a stucco dei putti alati e in uno solo i due candelieri laterali sull'altare; in nessuno dei cinque scatti è presente, sopra la mano sinistra della Vergine, l'iscrizione musiva “Maria” . La cornice a stucco che racchiude il mosaico riconduce certamente la collocazione ad un periodo anteriore l'allestimento per il definitivo Museo Arcivescovile voluto dal Soprintendente Giuseppe Gerola nei primi due decenni del XX. Nessun dato storico avvalora la tesi dell'appartenenza di uno dei cinque scatti al catalogo del 1869, pertanto è stato scelto di volersi ancorare all'unico dato di realtà in nostro possesso e quindi circoscrivere la datazione al catalogo del 1882, anno in cui compare per la prima volta il numero di inventario apposto su etichetta cosi come compare su quattro delle lastre in esame. E' stato scelto di trascrivere anche quanto riportato sul catalogo del 1869, in merito alla rappresentazione della Vergine Orante della Cappella Arcivescovile, volendo fornire un punto di riferimento per un futuro studio degli esemplari (si veda OSS)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800649444
  • NUMERO D'INVENTARIO 14370
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • DATA DI COMPILAZIONE 2017
  • ISCRIZIONI supporto primario: lato emulsione: in basso a destra - 210 - capitale -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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