Ravenna. Museo Arcivescovile, Cattedra di Massiamo, veduta generale dal fianco sinistro

negativo, ca 1900 - ca 1900
  • OGGETTO negativo
  • SOGGETTO Emilia Romagna - Ravenna - Complessi museali - Museo Arcivescovile - Cattedra di Massimiano
    Scultori - Intagliatori - Sec. VI - Maestranze costantinopolitane <546-556>
    Scultura religiosa - Cattedra episcopale - Veduta d'insieme
    Scultura - Trono eburneo - Bancale - Braccioli - Schienale - Quattro Evangelisti - Decorazione fitomorfa e animale - Monogramma - Vita e miracoli di Cristo - Storia di Giuseppe l'ebreo riferita dalla Genesi
  • MATERIA E TECNICA VETRO
    gelatina ai sali d'argento
  • MISURE Misura del bene culturale 0800649437: 24x18,7 cm
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO STORICO ARTISTICO
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Costantinopolitana
  • ATTRIBUZIONI Ditta Luigi Ricci (1896-1930): fotografo principale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • LOCALIZZAZIONE Basilica ed ex Monastero benedettino di San Vitale
  • INDIRIZZO via San Vitale, 17, Ravenna (RA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nella prima edizione del catalogo di Luigi Ricci del 1869 compare un gruppo di 16 lastre, con numero progressivo dal 160 al 175, in cui sono rappresentate le “Tavole della Metropolitana/ Cattedra di S. Massimiano in avorio”. Nel catalogo del 1877, il gruppo delle lastre dedicate allo stesso bene aumenta, 23 lastre numerate dal 321 al 343. Nel catalogo del 1882 i numeri di inventario dal 321 al 343, adottati per la Cattedra nel catalogo del 1877, vengono assegnati ad altri soggetti; la Cattedra invece ricompare con l'originaria numerazione dal 160 al 175 ma i numeri non corrispondono ai dettagli della Cattedra ripresi nel 1869, inoltre viene aggiunto un gruppo di 9 lastre con i numeri dal 176 al 184. Nel catalogo del 1895 la pubblicazione rimane invariata. Nel catalogo del 1900 sono presenti ulteriori 5 nuove lastre, con numeri di inventario dal 703 al 706, ed infine nell'ultimo catalogo del 1914 due nuove riprese, numerate come 733 e 734. Nel gruppo di negativi oggetto di studio, conservati presso il Fondo Santa Teresa, e che rappresentano la Cattedra di Massimiano, sono presenti esemplari con numero di inventario della prima originaria serie del catalogo del 1869 ma la soggettazione riportata su cartaceo non corrisponde al soggetto raffigurato sulla lastra. Dal 1882 invece, si riscontra la coincidenza sia tra i numeri inventariali su lastra e quelli su catalogo che tra la titolazione sul cartaceo ed i soggetti raffigurati sui negativi oggetto di studio; mancano esempi di numerazione compresa tra 321 e 351, assegnazione adottata dall'autore, per le lastre della Cattedra nel catalogo del 1877. Lo studio dei cataloghi dell'autore quindi, non aiuta a chiarire, in maniera incontrovertibile, la cronologia delle lastre. L'approfondimento delle fasi di restauro del monumento eburneo, la cui documentazione, soprattutto a cavallo tra il XIX e l'inizio del XX, si dipana collateralmente al continuo recupero delle tavolette sparse in tutta Italia e non solo, fornisce alcuni elementi di riflessione, ma come per i cataloghi non costituisce un dato che aiuti a definire una precisa fascia cronologica di appartenenza. Un primo intervento di ripristino delle parti che componevano la Cattedra, venne messo in atto nel 1884, ad opera del Canonico Cesare De Rosa, “racconciata” con l'aiuto dei signori Augusto Ricci e Filippo Palermo, artisti ravennati che, secondo il parere dei loro successori, operarono un restauro a dir poco deleterio (Il Ravennate, 2 settembre 1884, n. 171). Pur mantenendo l'ossatura interna che ancora era costituita in ebano come lo erano, e lo sono ancora adesso, le calettature degli incastri anteriori dello scheletro, l'intervento del De Rosa, appose dei sostegni, tenuti insieme da grossi chiodi all'interno e da tre cerchi di ferro al di fuori. Durante lo stesso intervento fu altresì tagliato un piccolo riquadro eburneo per lasciar spazio al rinforzo di legno addossato al montante centrale e quel pezzetto di avorio venne malamente riutilizzato per ricostituire lo stesso montante. Di questo periodo è certamente testimonianza la lastra 164 in cui compaiono, ben visibili, le fasce in ferro ad abbracciare l'ossatura posteriore della Cattedra. Tra la fine del Diciannovesimo e l'inizio del Ventesimo secolo vennero restituite alla Cattedra alcune formelle dello schienale (quelle del banco e dei fianchi non furono mai spostate e sono conservate nel numero e nell'ordine originale), cosicchè nel 1919, sotto la supervisione dell'allora soprintendente ai monumenti, Giuseppe Gerola, fu deciso l'intervento e messo in atto un sapiente restauro. La cattedra venne ricomposta nei suoi elementi ancora recuperabili, furono riprodotti a penna i disegni di due pannelli perduti, l'armatura venne ricostruita in piccoli pezzi più capaci di sostenere i possibili movimenti del legno ed i pannelli e le parti decorative vennero integrate in legno di acero. Nella lastra in esame non compare uno dei pannelli dello schienale anteriore, forse in attesa di restituzione o perchè in fase di restauro. E' stato scelto di attribuire la lastra alla Ditta Ricci, poichè presente con quel numero di inventario, per la prima volta, nel Catalogo a stampa del 1900; anche l'analisi tecnico formale riconduce la lastra, una gelatina, ad un periodo più tardo rispetto alle lastre raffiguranti lo stesso soggetto e realizzate con la tecnica al collodio
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800649437
  • NUMERO D'INVENTARIO 14172
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • DATA DI COMPILAZIONE 2017
  • ISCRIZIONI supporto primario: lato emulsione: in basso a sinistra - 706 - capitale -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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