Ravenna - Disegno - Giuseppe Zampiga - Ritratto del Vescovo Massimiano
negativo,
post 1900 - ante 1930
Ditta Luigi Ricci (1896-1930)
1896-1930
Zampiga, Giuseppe (1860-1934)
1860-1934
- OGGETTO negativo
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SOGGETTO
Grafica - Disegni
Pittori - Italia - Sec. 19.-20. - Zampiga, Giuseppe
Arte bizantina - Mosaici - Ritratti
Emilia-Romagna - Ravenna - Complesso di San Vitale
Persone - Religiosi - Clero - Vescovi
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MATERIA E TECNICA
VETRO
gelatina ai sali d'argento
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MISURE
Misura del bene culturale 0800649228: 238x178 mm
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CLASSIFICAZIONE
DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO STORICO ARTISTICO
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ATTRIBUZIONI
Ditta Luigi Ricci (1896-1930): fotografo principale
Zampiga, Giuseppe (1860-1934): disegnatore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
- LOCALIZZAZIONE Basilica ed ex Monastero benedettino di San Vitale
- INDIRIZZO Via San Vitale, 17, Ravenna (RA)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Luigi Ricci (1823-1896) opera nella seconda metà dell’ottocento, in un contesto storico molto ricco di stimoli, quando in epoca post unitaria comincia a farsi strada l’idea di censimento del patrimonio artistico e della sua tutela. I monumenti ravennati vengono sottoposti a primi interventi manutentivi diretti dal Genio Civile affiancato dall’Accademia di Belle Arti come organo di controllo. Ricci inserisce San Vitale già nel suo primo catalogo a stampa (1869) che conteneva solo 256 fotografie con cinque soggetti proposti tra i “monumenti antichi” di Ravenna: lo descrive in 44 riprese di cui alcuni esterni e interni e molti dettagli dei mosaici, capitelli, trafori e rilievi. Già in questo primo catalogo dedica 19 riprese ai mosaici, con numero progressivo da 6 a 24. In quello successivo (1877) la sequenza si arricchisce di altre due riprese con numerazione da 9 a 29. Solo a partire dal catalogo del 1882 i mosaici assumono la sequenza rintracciabile ancora attualmente sulle etichette adesive poste sulle lastre, con numerazione da 12 a 29. L’immagine in esame è da collocarsi cronologicamente tra la produzione della Ditta Ricci successiva alla morte del titolare: si tratta di un disegno realizzato da Giuseppe Zampiga che riproduce il volto del Vescovo Massimiano (dettaglio del mosaico a lato del presbiterio con l’imperatore Giustiniano e il suo seguito). Tra il 1857 e il 1864 era stato realizzato un intervento di consolidamento con grappe in ferro o in bronzo, di risarcimento delle zone lacunose e pulitura a cura di Felice Kibel e del figlio Ildebrando, promotori di diverse innovazioni tecnologiche talvolta con esiti nefasti nel corso del tempo. Nel 1863 operano proprio nell'abside ai cortei di Giustiniano e Teodora in occasione della rimozione degli stalli del coro ligneo. Tra 1885 e 1886 l'intera decorazione musiva fu interessata da un intervento di consolidamento, integrazione delle parti mancanti e pulitura. Giuseppe Zampiga, allievo presso l’Accademia di Belle Arti di Ravenna, si applica alla tecnica musiva e al restauro: coadiuvato da Alessandro Azzaroni, su richiesta del Soprintendente Corrado Ricci, esegue una serie di cartoni sullo stato dei mosaici e gli interventi realizzati. La sua attività grafica diventerà una mappatura imprescindibile per ogni futuro intervento sui mosaici del territorio. Nel 1924 viene fondata all'interno dell'Accademia di Belle Arti, la Scuola del Mosaico, posta proprio sotto la direzione dello Zampiga. La lastra in esame è un rifacimento parziale del volto dell’ancella a destra di Teodora, realizzata con emulsione alla gelatina ai sali d’argento e si colloca tra la fine dell’Ottocento e il secolo successivo, quando alla morte di Luigi Ricci la ditta era stata rilevata dalla moglie e in seguito dai coniugi Angelo ed Egle Bonavita. Il soggetto, forse funzionale a qualche pubblicazione a stampa, (si segnalano nel fondo altri due dettagli della decorazione musiva: testa dell’imperatrice Teodora e di un’ancella) non è compreso in alcun catalogo della ditta. La lastra appartiene al fondo convenzionalmente denominato “Fondo Santa Teresa” poiché proveniente dall’omonimo Ospizio ravennate. Costituito da una parte di negativi su lastra di vetro provenienti dallo studio fotografico di Luigi Ricci, è stato acquisito nel 1979 dall’allora Soprintendente Gino Pavan su indicazione del cardinale Ersilio Tonini
- TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800649228
- NUMERO D'INVENTARIO 14584
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
- DATA DI COMPILAZIONE 2017
- ISCRIZIONI supporto primario: lato vetro: su etichetta: in basso a destra - 7-C-20 - capitale -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0