Parma/ Palazzo vescovile – disegno di parti=/ colare della facciata Riprese dei disegni progettuali e dei particolari architettonici del Palazzo vescovile di Parma (4 lastre)
negativo servizio,
post 1930 - ca 1950
Anonimo (xx Prima Metà)
XX prima metà
Il servizio fotografico è costituito da 4 lastre alla gelatina di formato 18 x 24, tutte orizzontali. Tutti i negativi erano originariamente contenuti nella loro busta pergamina; tali custodie si conservano separatamente. Si segnala la presenza su tutti i fototipi, di un'etichetta incollata sul lato dell'emulsione. Tutte le matrici presentano sul lato emulsione, una mascheratura in carta nera, intorno al disegno. Sulle lastre N_001412, N_001414 e N_001415 sono visibili le impronte del portalastre
- OGGETTO negativo servizio
-
SOGGETTO
Disegni - Facciata - Sec. 20
Architettura - Palazzi - Diocesi - Sec. 13
Italia - Emilia Romagna - Parma - Palazzo vescovile
-
MATERIA E TECNICA
VETRO
-
CLASSIFICAZIONE
DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO
-
ATTRIBUZIONI
Anonimo (xx Prima Metà): fotografo principale
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
- INDIRIZZO Via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Costruito nell'XI secolo per volontà del Vescovo di Parma Pietro Cadalo, il palazzo episcopale, splendido esempio di edificio romanico, subì nel corso dei secoli numerosi rimaneggiamenti. In particolare tra il 1232 ed il 1234, il vescovo fiorentino Grazia su disegno dell'architetto Rolandello, fece ampliare il fabbricato e costruire una nuova facciata. La sua veste originaria rimase integra sino alla seconda metà del XV secolo, quando il vicario riminese Sagramoro de’ Sagramori (1476-1482) intervenne pesantemente sul fronte orientale, facendo tamponare il portico al piano terra. Ma le modifiche più sostanziali avvennero durante l’episcopato del cardinale Giovanni Antonio Sangiorgio (1499-1509) che fece unificare l’altezza del prospetto dell’edificio eliminando la merlatura e facendo costruire in gronda un imponente cornicione rinascimentale in terracotta, e nella corte interna fece innalzare il doppio loggiato. Nel terzo decennio del XVIII secolo, il vescovo Camillo Marazzani (1711-1760) trasformò definitivamente il palazzo secondo i princìpi dell'architettura barocca. Questo cambiamento si concretizzò nel tamponamento delle trifore della facciata e della loggia del cortile, nel rivestimento delle colonne del piano terra e nell'innalzamento del livello del chiostro con la conseguente scomparsa del pozzo. Con i restauri compiuti tra gli anni Venti e Trenta del Novecento durante il mandato del vescovo Guido Maria Conforti e la direzione dell'architetto Luigi Corsini (1863-1949) alla Soprintendenza ai Monumenti dell'Emilia, il palazzo fu riportato alle sue forme originarie. Dal 1922 al 1930, furono ripristinate sulla facciata le grandi trifore al piano superiore e le arcate al piano inferiore, mentre nel cortile furono liberate le colonne murate nel Settecento. Il servizio fotografico in esame è formato dalla riproduzione fotografica di disegni e progetti del palazzo Vescovile di Parma. In particolare i negativi N_001412 e N_001413 sono la fotografia dei rilievi della facciata restaurata, eseguiti dall'architetto Giuseppe Rivani (1894-1967) nel 1930; la lastra N_001414 è l'immagine del disegno degli archetti pensili quotati in funzione del loro ripristino sul lato est dell'immobile; e il fototipo N_001415 è la copia del prospetto frontale prima dei restauri del 1922. Il recupero in corso dell'archivio fotografico SABAP, offre l'interessante opportunità di osservare l'evoluzione degli edifici tutelati e restaurati dalla Soprintendenza. Nel caso del palazzo vescovile di Parma, la fase che mostra la situazione precedente i restauri è rintracciabile nel lotto di schede con codice univoco da 0800265849 a 0800265852, mentre l'esito finale del recupero architettonico nel 1932 è visibile nelle schede 0800633942 e 0800633944. Tenendo conto della data ricavata dai progetti di Rivani, si decide di collocare cronologicamente il servizio fotografico in disamina - realizzato da autore ignoto forse come documentazione interna per la Soprintendenza - tra il 1930 ed il 1950. Per la realizzazione di queste lastre, il fotografo dispose la fotocamera in modo perpendicolare rispetto ai disegni. Per facilitare l'utilizzo delle immagini fotografiche, i disegni sono stati isolati utilizzando una mascheratura con carta nera sul lato emulsione
- TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800641814
- NUMERO D'INVENTARIO da N_001412 a N_001415
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- DATA DI COMPILAZIONE 2016
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0