BOLOGNA/ Chiesa S. Giacomo Maggiore/ Bassorilievo in terracotta rappresentante/ S. Gerolamo (?) esistente nella/ chiesa suddetta

negativo, 1930/02/00 - 1930/02/00

La lastra era originariamente contenuta in una busta pergamina; tale custodia si conserva separatamente in una scatola. Sul lato emulsione della matrice è presente un'iscrizione ad inchiostro rosso realtiva ad un precedente numero d'inventario. Sul fototipo sono visibili le impronte del portalastre

  • OGGETTO negativo
  • SOGGETTO Scultura - Rilievi - Sec. 15.-16
    Italia - Emilia Romagna - Bologna - Chiesa di San Giacomo Maggiore - Cappella Crescimbeni Maggiore
    Scultori italiani - Sec. 15.-16. - Onofri, Vincenzo
  • MATERIA E TECNICA VETRO
    gelatina ai sali d'argento
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO STORICO ARTISTICO
  • ATTRIBUZIONI Bolognesi Orsini (ditta): fotografo principale
    Onofri, Vincenzo (notizie 1493-1524): scultore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
  • INDIRIZZO Via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La costruzione della Chiesa di San Giacomo Maggiore iniziò nel 1267 e terminò nel 1315. A questa data la struttura principale era conclusa: mancavano gli arredi e le decorazioni interne che vennero completate nei secoli a venire. Questa primitiva chiesa, formata da un'unica navata rettangolare, fu consacrata nel 1344 e nel corso del XIV secolo, fu notevolmente modificata mediante l'ampliamento e l'innalzamento dell'abside, la creazione di un deambulatorio e di alcune cappelle radiali. Nel Quattrocento, sotto la protezione della potente famiglia bolognese dei Bentivoglio, la chiesa subì mutamenti sostanziali. I Bentivoglio fecero costruire la propria cappella gentilizia (1463-1468) e l'attuale portico lungo il fianco sinistro (1478-1481). Nel 1471 fu sopraelevato il campanile e tra il 1483 e il 1498, in sostituzione delle capriate lignee medievali, fu realizzata una nuova copertura con tre volte a vela e una cupola. Si vennero così a creare anche gli spazi per le nuove cappelle sulle pareti laterali, che si arricchirono di altari rinascimentali e barocchi con profusione di sculture e di dipinti. Il XIX secolo è caratterizzato dai primi restauri alle opere architettoniche e artistiche della chiesa di San Giacomo Maggiore: in particolare dalla seconda metà dell'Ottocento, iniziarono una serie di interventi di manutenzione e ristrutturazione a cura degli organi statali (Soprintendenza ai Monumenti, Genio Civile, Fondo per il Culto). I due negativi in esame (N_001813 e N_001814) documentano il risultato del rovinoso intervento settecentesco, all'altare in terracotta policroma realizzato da Vincenzo Onofri tra la fine del 1495 e il 1503, raffigurante San Girolamo nella Cappella Crescimbeni. “Il santo è inginocchiato in una struttura ad altorilievo realizzata prospetticamente, con tre ingressi laterali e una volta a botte cassettonata. In corrispondenza della lunetta sopra al santo è modellato un tondo a bassorilievo raffigurante la Madonna col Bambino. Invasivo segno degli aggiornamenti subiti dall’altare nel corso del tempo è la nicchia recante l’immagine di S. Filomena installata nella parte inferiore della figura di S. Girolamo” (Enciclopedia Treccani, 2016). Nel 1773 i padri agostiniani di San Giacomo, posero sopra all'opera dell'Onofri, una tela del Graziani (copia del Guercino). Gli interventi dello stuccatore Gaetano Raimondi, trasformarono radicalmente l’incorniciatura dell’altare. Come riportato dalla Morra nel suo contributo sull'Onofri (vedi BIB), quest'opera venne alla luce nel 1985 durante i restauri delle cappelle laterali. La bibliografia consultata, non cita alcun intervento alla cappella Crescimbeni intorno agli anni trenta del Novecento, anno in cui lo studio Bolognesi Orsini ha realizzato i due negativi in disamina. A tal proposito è inspiegabile il motivo che ha portato ad occultare nuovamente l'opera, in seguito a questo scoprimento documentato dalle due riprese fotografiche: passeranno altri 65 anni prima che la scultura dell'Onofri possa essere riportata all'attenzione degli studiosi. Attorno al 1919, i fratelli Alfredo e Angelo Bolognesi, in accordo con Armando Orsini, costituirono lo studio fotografico “Bolognesi Orsini”, dopo l'esperienza dell'atelier "Fotografia La Moderna"; la ditta fu attiva sino al 1934 – anno di morte di Orsini - in via Indipendenza 22. Ricorda Zucchini, nel suo prezioso contributo del 1957 in “La Mercanzia” (vedi BIB), che i fratelli Bolognesi erano abili e precisi, inoltre quando lo studio fu posto in liquidazione molto materiale fu acquisito da Luigi Corsini (1863-1949, dal 1894 nominato assistente-disegnatore dell'Ufficio regionale per la conservazione dei Monumenti dell’Emilia, tra il 1914 ed il 1933 fu soprintendente ai Monumenti dell’Emilia), dal Comitato per Bologna Storica e Artistica, nonché dallo stesso Zucchini
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800641700
  • NUMERO D'INVENTARIO N_001814
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • ISCRIZIONI lato emulsione: margine inferiore - Inventario [6095 barrato] 4795 -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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