Veduta del giardino di Palazzo Rusconi, già Dondini

negativo insieme, 1948/11 - ante 1948/11/14

Le lastre erano originariamente contenute in una busta pergamina; tale custodia si conserva separatamente in una scatola. Al fototipo N_001291 era allegata una schedina inventariale contenente le medesime informazioni presenti nel pergamino. Questa si conserva ora nella relativa busta pergamina. Visibili le tracce del portalastra agli angoli

  • OGGETTO negativo insieme
  • SOGGETTO Architettura civile - Palazzi - Terrazze
    Giardini - Piante ornamentali - Platani
    Spettacoli - Manifesti pubblicitari
    Italia - Emilia-Romagna - Bologna - Palazzo Rusconi, già Dondini
  • MATERIA E TECNICA VETRO
    gelatina ai sali d'argento
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO
  • ATTRIBUZIONI A. Villani & Figli (1932-1970): fotografo principale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
  • INDIRIZZO Via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il fototipo in esame descrive la cavallerizza di Palazzo Rusconi, già Dondini, sul retro del palazzo prospicente piazza Malpighi, l’antica saliciata di San Francesco. Palazzo Dondini venne costruito dalla famiglia senatoria dei Dondini su preesistenze della famiglia Zambeccari a cavallo delle antiche mura cittadine. Nel 1607 lo Zambeccari vendette una porzione di terreno su piazza Malpighi al Comune che decise di realizzare qui un maneggio per esercitare i giovani all’arte equestre. Nel 1734 il maneggio venne allargato e venne aggiunta un’ampia tribuna sul lato orientale, raggiungendo dimensioni ragguardevoli. Agli ultimi anni del ‘700 risalgono interventi di restauro sull’immobile, in molti punti ormai fatiscente, finché nel 1823 venne acquistato, assieme all’annesso palazzo, dalla famiglia Rusconi che decise di demolire il maneggio e adibire lo spazio a giardino, affidando la supervisione dei lavori all’ingegnere Antonio Serra. Non sappiamo se e in che misura questo spazio sia stato danneggiato dai bombardamenti del 23 marzo 1944 che si abbatté su tutta la zona circostante, lesionando molti edifici e monumenti prospicienti la piazza. Da documentazione d’archivio risulta la comunicazione alla competente Soprintendenza da parte di Michele Rusconi che il palazzo di sua proprietà era stato colpito “specialmente la parte di piazza Malpighi crollando una parte e l’altra sinistrata con danni rilevanti” (Archivio storico ex SBAP - Faldone 503/I - lettera del 17 marzo del 1945). Da nota manoscritta sembrerebbe che le parti di maggiore interesse storico-artistico siano rimaste incolumi, ma nulla ci informa sulle sorti dell’ottocentesca palazzina e dell’annesso giardino pensile che all’epoca della nostra lastra risultano integri. Possiamo scorgere, in particolare nella lastra N_001473, sul lato sinistro del giardino, macerie e depositi di materiale accatastati sulla rampa di accesso, indizio di ricostruzioni atte a sanare le ancora esistenti mutilazioni belliche sui vicini edifici. Al novembre 1947 risale la vendita da parte della famiglia Rusconi della proprietà al Comm. Giuseppe Frascaroli, legale rappresentante della “Malpighi Immobiliare Società per Azioni” (15 novembre 1947) che, come risulta dai documenti di archivio, a partire dal marzo del 1949 (lettera 24 marzo 1949) chiede di poter intervenire sulla facciata per ammodernare lo stabile e renderlo più redditizio con la realizzazione di spazi commerciali. Alla lettera si allegano i disegni progettuali datati febbraio del 1949 a firma di Guido Zucchini con lo stato attuale del prospetto e due ipotesi in intervento. Le nostre lastre sono anteriori a questi avvenimenti di qualche mese, dunque difficilmente potrebbero essere legate a questa occasione. Nell’iter che segue la richiesta di ristrutturazione del palazzo con sopraelevazioni e l’inserimento di botteghe nel muro di contenimento del giardino, il soprintendente, in accordo con il Ministero, sentito il Consiglio Superiore delle Belle Arti, non approva i progetti presentati se non ponendo alcuni vincoli alle opere di intervento. Tra questi la conservazione dell’antico platano che si trova nel giardino, descritto in più occasioni come bene meritevole di salvaguardia, tanto da consentire l’apertura di vani sotterranei esclusivamente nell’estremità opposta del giardino, in maniera tale da non limitare lo spazio di crescita delle radici della pianta. Le riprese in trattazione potrebbero dunque documentare lo splendido esemplare arboreo ed il relativo giardino, tanto che il fotografo per la ripresa N_001473 sceglie il formato verticale allo scopo, sembrerebbe, di descrivere il bene in tutta la sua altezza. Come risulta da pergamino le riprese risalgono al novembre del 1948 fornendo per la lastra N_001473 la data “14/11/ 1948”. Il negativo N_001291 conserva invece l’indicazione generica novembre 1948, ma considerato che si tratta dello stesso mese per entrambi gli scatti, sembrerebbe anteriore all’altra a giudicare soprattutto dallo stato in cui si trova la vegetazione. Il platano conserva qui una chioma ancora piuttosto rigogliosa, mentre appare spoglia nell’altro fototipo; la pianta che si trova sull’altro lato del giardino è ritratta qui precedentemente alla potatura già avvenuta nella ripresa del 14 novembre. [prosegue in OSS]
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800641517
  • NUMERO D'INVENTARIO N_001291 e N_001473
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2017
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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