Basilica di S. Petronio/ Vetrata della 1a capp. a/ sinistra/

negativo, post 1952/01/01 - ante 1952/08/13

La lastra era originariamente contenuta in una busta pergamina, conservata ora separatamente in una scatola. Il fototipo presenta un mascheratura sui 4 lati. Visibili segni del portalastre agli angoli

  • OGGETTO negativo
  • SOGGETTO Architettura sacra - Chiese - Elementi architettonici - Finestre
    Arti applicate - Vetrate dipinte - Restauro - Danni di guerra - Guerra mondiale 1939-1945
    Pittori italiani - Sec. 19. - Bertini, Giuseppe
    Italia - Emilia Romagna - Bologna - Basilica di San Petronio - Cappella dei Dieci di Balìa
  • MATERIA E TECNICA VETRO
    gelatina ai sali d'argento
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO STORICO ARTISTICO
  • ATTRIBUZIONI A. Villani & Figli (1932-1970): fotografo principale
    Bertini, Giuseppe (1825-1898): disegnatore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
  • INDIRIZZO via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Della serie petroniana la vetrata della cappella dei Dieci di Balìa fu l’unica a non essere stata rimossa dalla sua posizione originale per tutto il periodo del conflitto mondiale. La decisione dell’allora Soprintendente ai Monumenti dell’Emilia, Armando Vené, di non inserire questa tra gli interventi di protezione antiaerea costò cara alla conservazione dell’opera. A fine guerra fu infatti necessario intervenire con opportune integrazioni per riparare i danni causati dalle esplosioni che il 29 gennaio del 1944 interessarono il vicino Archiginnasio. Il fototipo in nostro esame riproduce la quadrifora in loco con ancora i ponteggi montati per il lavoro di reintegro. Le ben visibili tamponature tramite tavole in legno sembrerebbero poste a copertura dei vuoti lasciati dai vetri infranti dallo scoppio. Per avere qualche informazione in più sarà necessario esaminare la cospicua corrispondenza tra la locale Soprintendenza ai Monumenti e la storica vetreria Polloni (Archivio storico ex SBAP - BO M 17). Il primo cenno alla vetrata in questione proviene da una lettera datata 6 marzo 1950 in cui Guido Polloni, dopo un sopralluogo in San Petronio, si rivolge al soprintendente Alfredo Barbacci chiedendo di poter procedere al restauro delle vetrate Bolognini “al posto di quella altra Cappella, per esecuzione del Bertini del secolo scorso”. Prosegue specificando: “A mio parere il lavoro [sulle vetrate Bertini] sarebbe più conveniente fatto da una Ditta locale eliminando così lo smontaggio totale, e la rifacitura dei pezzi (con la possibilità di controllare volta a volta sulla vetrata in opera i pezzi da rifare esc nuovi) sarebbe di più facile esecuzione e quindi di minor costo”. Il soprintendente si dovette mostrare irremovibile nell’incaricare il Polloni del ripristino della vetrata del Bertini e Giorgio Campiani della vetrata Bolognini. Risale infatti all’agosto del 1952 una corrispondenza della Soprintendenza bolognese inviata alla Ditta Polloni in cui si chiede un preventivo per i lavori di restauro da realizzarsi sulla vetrata della cappella Rustignani (o Dieci di Balìa) che si dichiara “testè smontata” (lettera del 13 agosto 1952). Questa informazione ci permette di individuare nel 13 agosto 1952 un termine ante quem per poter ulteriormente circostanziare il nostro negativo. Dopo una ulteriore richiesta di preventivo (lettera del 21 maggio 1953) giungiamo così al 1954 quando troviamo il soprintendente Raffaello Niccoli rispondere ad una missiva di Guido Polloni (non rintracciata) per comunicare che: “l’Ing. Grazia e l’Ing. Zucchini saranno da lei […] per i lavori di restauro della vetrata della Basilica di San Petronio” (8 giugno 1954). Dunque certamente dal ’54 Polloni lavora alle vetrate e lo fa presso il suo laboratorio a Firenze. A distanza di pochi mesi, nell’agosto dello stesso anno, in una lettera indirizzata al soprintendente, il presidente della Fabbriceria incalza: “Ci risulta che il vetraio Guido Polloni di Firenze non è per ora in grado di portare a termine il lavoro di restauro della vetrata da collocare nella cappella di Sant’Abbondio della Basilica […] preghiamo vivamente codesta Soprintendenza di voler informare di quanto sopra il Polloni, fissandogli un termine per la consegna del lavoro affidatogli e avvertendolo che, trascorso inutilmente detto termine, il lavoro sarà affidato ad altro artefice”. Questo avvertimento non pare abbia avuto alcun seguito se al febbraio 1955 risale un successivo sollecito a firma ancora del presidente della Fabbriceria, indirizzato alla Ditta Polloni e per conoscenza alla locale Soprintendenza, in cui nuovamente si minaccia di affidare ad altri l’incarico in corso. Da questo punto in avanti tutto tace, ma ipotizziamo che la Ditta Polloni, che aveva sin dall’inizio mostrato perplessità rispetto alla commissione, non terminò i lavori iniziati. Questo spiegherebbe l’affermazione del Barbacci (Barbacci 1977): “Altre vetrate di minor pregio e moderne, danneggiate dall’urto d’aria provocato dalle bombe, come quella del Bertini furono riparate da vetrai locali”. Ci appare chiara in ogni caso, la sufficienza con cui, in maniera unanime, è stata ritenuta l’opera del Bertini. A conferma di ciò proponiamo la valutazione critica che ne fa il Marchini nella sua trattazione sulle vetrate Petroniane. Dopo averne decantato le qualità tecniche, smorza gli entusiasmi, portandosi così a conclusione: “questo saggio ci appare come uno splendido pezzo di bravura, ma altrettanto insincero. I piombi accuratamente nascosti, dove appaiono, sono un fastidio insopprimibile e l’effetto generale di fondo non lega con l’ambiente” (Marchini 2003, p. 294)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800641471
  • NUMERO D'INVENTARIO N_002572
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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