Bologna. Chiesa di Santo Stefano, pulpito e catino di Pilato con le protezione antiaeree

negativo servizio, ca 1940/08 - ca 1940/08

L'insieme è costituito da 2 lastre negative originariamente contenute in pergamino; tali buste, con iscrizioni e annotazioni, si conservano separatamente

  • OGGETTO negativo servizio
  • SOGGETTO Architetti - Italia - sec. V./ sec. XIV - Ambito emiliano romagnolo
    Architettura - Seconda Guerra Mondiale - Danni di guerra - 1940
    Architettura religiosa - Chiese - Esterno - Cortile di Pilato - Catino
    Emilia Romagna - Bologna - Basilica di Santo Stefano
    Architettura religiosa - Chiese - Interno - Pulpito ed edicola del Santo Sepolcro
  • MATERIA E TECNICA VETRO
    gelatina ai sali d'argento
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO E STORICO ARTISTICO
  • ATTRIBUZIONI A. Villani & Figli (1932-1970): fotografo principale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
  • INDIRIZZO via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Tra il settembre del 1943 e l'aprile del 1945 su Bologna ci furono 41 incursioni aeree che distrussero completamente 1.236 fabbricati, ne danneggiarono seriamente 1.470 e ne lesionarono altri 2.445. Sin dalle prime tragiche ore dopo i nefasti accadimenti, come racconta il soprintendente, si poté iniziare la triste opera di ricognizione dei danni. La Soprintendenza ai Monumenti guidata da Alfredo Barbacci e il Genio Civile si impegnarono fin da subito nella ricognizione dei danni subiti dai monumenti cittadini, avvalendosi dell'aiuto degli studi fotografici più attivi in quegli anni, che realizzarono vere e proprie campagne di censimento della condizione in cui versava la città. Lo Studio Villani fu da sempre interprete attento e specializzato, vista la consuetudine con gli storici dell'arte sin dagli anni Trenta (si pensi al momento decisivo della mostra sul Settecento Bolognese organizzata da Zucchini nel 1935, che elegge la ditta Villani, da quel momento e fino alla fine della sua attività, a memoria visiva degli avvenimenti culturali di ambito bolognese), nel campo della riproduzione di manufatti storico artistici. Durante gli accadimenti bellici, specifico incarico giunse anche dal podestà di Bologna, Mario Agnoli che, sul finire del 1944, in accordo con il comando tedesco, volle affidare alla Ditta Villani la documentazione dei danni di guerra, allo scopo propagandistico, di coltivare tra la popolazione il risentimenti verso gli Alleati che stavano bombardando la città e i suoi beni culturali. Cosi come documentano le lastre di proprietà della Soprintendenza, di cui stiamo ricostruendo la storia, la ditta fu impegnata in una metodica campagna di rilevamento dei danni subiti; dopo ogni bombardamento, per specifico incarico, un operatore della ditta Villani si recava sul posto a ritrarre le rovine “proseguendo nello stesso intento documentario cui si deve la dolorosa integrazione della storia per immagini dei monumenti.” Le fotografie Villani, dopo la guerra, avrebbero documentato, cosi come dimostrano alcune delle lastre oggetto di studio, anche la travagliata storia della ricostruzione. Nel secondo dopoguerra l'impegno della ditta, testimone collettivo della storia cittadina, passò attraverso la riorganizzazione dello studio fotografico (con la morte di Achille Villani nel 1949 la società fu rifondata col nome di Ditta Achille Villani e Figli e nel 1953 fu trasformata definitivamente in una società a responsabilità limitata che vedeva in Cesare Forlani l'amministratore unico, concludendosi nel 1970 con la morte di Vittorio Villani) rimanendo comunque lo studio “fotografo per eccellenza la cui fama travalica di gran lunga l'asse della via Emilia” (Luca Zambelli, Ottanta anni di clic, in “Bologna ieri, oggi, domani”, n. 30, 1994, p.38). "Il pulpito e l'edicola del Santo Sepolcro sono stati protetti e chiusi, completamente da una solida armatura di legname che si eleva tutto intorno fino alla sommità. L'armatura è legata e sostenuta da un basamento di mattoni in muratura che si eleva fino a 2 m da terra. La doppia fila di sacchi di sabbia che forma il blindamento è sostenuta per tutta l'altezza da una scaffalatura sostenuta dall'armatura in legname ed è ricoperta da una fodera di eraclit di 3 cm." [...] "Il catino è stato completamente sostenuto da sacchetti di sabbia che lo proteggono anche dai lati e dall'alto. E' risultato protetto da una piramie di sacchetti, a sua volta protetta da copertura in legname e cartone catramato". (Monari 1995). Le protezione sono risultate effficienti e fondamentali all'alba del 9 gennaio 1944 quando, sulla Chiesa di S. Giovanni in Monte e sulle case adiacenti, le bombe, con l'urto dei gas hanno disssestato tetti e distrutto vetrate. Alcuni frammenti, entrati attraverso una grande finestra nella Chiesa del Crocifisso, hanno danneggiato l'organo, senza provocare incendi
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800641021
  • NUMERO D'INVENTARIO N_001876; N_001877
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2017
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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