Bo - Casa in via Solferino 3
Vedute esterne del Palazzo in Via Solferino n. 3 a Bologna

negativo servizio, 1962/12/31 - 1962/12/31

L'insieme in esame è costituito da 6 lastre negative originariamente contenute in pergamino; tali buste, con iscrizioni e annotazioni, si conservano separatamente. La N_003480 presenta una mascheratura in carta nera solo sul bordo destro

  • OGGETTO negativo servizio
  • SOGGETTO Elementi architettonici - Palazzo - Facciata
    Elementi architettonici - Palazzo - Portone
    Emilia Romagna - Bologna - Portici
    Emilia Romagna - Bologna - Via Solferino, 3 - Palazzo
    Emilia Romagna - Bologna - Via Solferino, 3 - Portici
  • MATERIA E TECNICA VETRO
    gelatina ai sali d'argento
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO
  • ATTRIBUZIONI A. Villani & Figli (1932-1970): fotografo principale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
  • INDIRIZZO via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L’insieme in esame, costituito da 6 negativi su lastra di vetro e realizzati da Villani il 31 dicembre 1962 mostra diverse vedute esterne del Palazzo sito in Via Solferino n. 3 a Bologna. Consultando l’Archivio Storico della Soprintendenza di Bologna è stato possibile ricostruire la storia di questa casa e di conseguenza il motivo per cui furono commissionate tali lastre. La storia inizia il 5 luglio del 1961, quando gli eredi Roveri (Luisa Roveri in Gardini; Fortuzzi Giovanni; Tarozzi Giovanni; Tarozzi Clodoveo), proprietari del suddetto Palazzo richiedono alla Soprintendenza ai Monumenti dell’Emilia in Bologna “dichiarazione, ove risulti che nulla esiste di vincolo artistico sullo stabile” (FNTI: BAPF119). Prontamente, un sostituto di Alfredo Barbacci gli rilascia tale dichiarazione (FNTI: BAPF120). Qualche mese dopo, però, Barbacci scrive una lettera al IV Divisione della Direz. Gen. Antichità e Belle Arti in cui invia uno schema del provvedimento di vincolo per assoggettare tale palazzo alle diposizioni della legge 1 giugno 1939 n. 1089 (FNTI: BAPF121) che emetterà in data 2 novembre 1961 (FNTI: BAPF122). A questo punto, però, gli eredi presentano ricorso contro il vincolo facendo “presente la contraddittorietà del provvedimento con una dichiarazione, di poco antecedente allo stesso, rilasciata dalla Soprintendenza medesima e concernente la rilevata scarsa importanza artistica dello edificio” (FNTI: BAPF124). Alfredo Barbacci, in data 4 gennaio 1963 invia le sue osservazioni in merito al ricorso alla IV Divisione della Direz. Gen. Antichità e Belle Arti, allegando una lettera e “4 fotografie” (FNTI: BAPF123). Le lastre in esame, datate 31 dicembre, erano state richieste da Barbacci alla Studio Villani per redigere tale lettera. L’11 luglio dello stesso anno, Buonomo scriveva alla IV Divisione della Direz. Gen. Antichità e Belle Arti per confermare “l’interesse artistico e storico dell’edificio in oggetto” e proseguiva che “ciò non significa che siano inibiti i lavori per la sua integrale sistemazione interna, con la riserva del mantenimento degli elementi architettonici esterni del porticato, del loggiato d’ingresso e della caratteristica scala elicoidale che conduce al piano nobile” (FNTI: BAPF125). Nel 1949, lo studio Villani, aperto nel 1914, aveva modificato la ragione sociale della ditta in Achille Villani & Figli. Si trattò di un cambiamento di natura squisitamente formale che non andava ad incidere sull’attività svolta fino a quel momento, ma che si configurava come naturale proseguimento ed evoluzione. Si continuò l’attività documentaria e divulgativa legata all’industria, all’arte, si mantenne vivo il settore del ritratto con la produzione di foto tessera (1967-1970 ca.), si testimoniarono i cambiamenti urbanistici della città (ad esempio i nuovi insediamenti di abitazioni popolari in zone periferiche). Lo studio ha seguito la direzione indicata dalle nuove esigenze della committenza, adeguandosi alle novità tecnologiche e alle richieste del mercato. La dimensione artigianale si affianca all’intraprendenza imprenditoriale e nel 1960 viene aperto in Strada Maggiore il laboratorio colore della Kodak, di cui la ditta Villani diventa gestore unico per l’Emilia Romagna e la Toscana. In questi anni mentre il padre Achille Villani, trascorreva la maggior parte della sua giornata di lavoro nel suo studio, Vittorio, non vi stava quasi mai perché si muoveva in lungo e il largo a seconda delle richieste dei vari committenti (BIBH: BAPB0061)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800640791
  • NUMERO D'INVENTARIO N_003479, N_003480/ N_003481, N_003482, N_003483, N_003484
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2017
  • DOCUMENTAZIONE ALLEGATA lettera (1)
    lettera (2)
    lettera (3)
    lettera (4)
    lettera (5)
    lettera (6)
    lettera (7)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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