Castello di Torrechiara - Mezzodì - Ponente
positivo album,
ca 1892 - ca 1893
Cassarini, Alessandro
1847-1929
L'albumina è incollata al verso della carta 2 dell'album, entro una cornice filettata dorata. Nella parte inferiore del supporto secondario è manoscritto ad inchiostro seppia il titolo proprio dell'immagine superiore. All'angolo inferiore destro delle carte è stampata a lettere dorate l'indicazione di responsabilità del fotografo
- OGGETTO positivo album
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SOGGETTO
Castello di Torrechiara
Architettura - Castelli - Rocche
Vedute - Paesaggio - Territorio
Italia - Emilia Romagna - Provincia di Parma
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MATERIA E TECNICA
CARTA
albumina
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CLASSIFICAZIONE
DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO E PAESAGGISTICO
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ATTRIBUZIONI
Cassarini, Alessandro: fotografo principale
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
- INDIRIZZO Via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE All’interno del presente album, le 19 stampe positive del Castello di Torrechiara occupano la parte iniziale della raccolta dapprima con ampie vedute panoramiche del complesso, riprese da diversi punti di vista, poi con inquadrature focalizzate sul loggiato interno, sul ciclo pittorico della Camera d’oro e sull’oratorio. Il castello di Torrechiara venne edificato tra il 1448 e il 1460 da Pier Maria de Rossi (1413-1482), conte di San Secondo. Per la riconosciuta competenza militare, il committente è da tenersi altresì il progettista del castello, che univa alle funzionalità difensive e strategiche quelle residenziali e di delizia. La Camera d’oro, certamente il più noto tra gli ambienti del maniero, deve la denominazione alla fascia inferiore dell’apparato decorativo a formelle di terracotta con elementi araldici e imprese dei Rossi di San Secondo, un tempo rivestite d’oro e magnificate dal poeta Gerardo Rustici nella «Cantilena pro potenti domino Petro Maria Rubei» (1463). Il ciclo pittorico dell’ambiente, sviluppato lungo le quattro lunette parietali e nelle altrettante vele della volta a crociera, assegna un ruolo preponderante a Bianca Pellegrini d’Arluno, amante del conte Pietro Maria. Le pitture murali si devono a maestranze cremonesi, in contiguità con l’impegno nel 1462 di Benedetto Bembo per la realizzazione del polittico con la Madonna col Bambino e angeli musicanti, accompagnati dai SS. Antonio Abate, Nicomede, Caterina d'Alessandria, Pietro Martire nei pannelli laterali e dagli apostoli nella predella, oggi al Castello Sforzesco di Milano. Per la documentata presenza del detto polittico, la gran parte degli studiosi di Torrechiara (con l’eccezione di Malaguzzi Valeri che attribuiva gli affreschi al cremonese Francesco Tacconi sulla base di un più tardo atto di pagamento per lavori al castello) hanno a lungo identificato l’intervento dello stesso Benedetto nella Camera d’Oro, ipotesi in seguito messa in discussione da altre proposte. Proprio le differenze stilistiche tra polittico e affreschi hanno enucleato un prossimo ma alternativo corpus di opere, affini agli affreschi della cappella della Rocca a Monticelli d’Ongina, dipinti per il vescovo di Lodi Carlo Pallavicino verso la fine degli anni ‘50. A tale personalità artistica anonima, distinta da Benedetto, si è coniato il nome di Maestro di Monticelli; in seguito vennero formulate alcune proposte di identificazione con Francesco Tacconi (Tanzi) oppure con Gerolamo Bembo (Mendogni e poi anche Tanzi), fratello di Benedetto. Presso la biblioteca dell’ex Soprintendenza ai Beni Architettonici di Bologna (attualmente Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara) si conservano due album del fotografo dilettante Alessandro Cassarini. E’ possibile ripercorrere la via di acquisizione di tali beni tramite il carteggio conservato nel faldone 65 dell’archivio vecchio (ubicato presso i locali di deposito della cantina). Gli album furono oggetto di una complessa trattativa avvenuta nel biennio 1893-1894 tra lo stesso autore ed il primo direttore dell’Ufficio Regionale per la conservazione dei Monumenti dell’Emilia (ente da cui nacque la Soprintendenza ai Monumenti di Bologna), Raffaele Faccioli (1836-1914). Il primo volume, privo di titolo proprio, raccoglie immagini delle rocche della provincia parmense (inv. A_000001), mentre il secondo “Rocche e Rocce” comprende un territorio ben più ampio dall’Emilia al Montefeltro, sino ad incursioni in ambito toscano (inv. A_000002). Le stampe positive sono databili indicativamente tra il 1892 ed il 1893, anno in cui vennero presentate all'Esposizione Nazionale Fotografica di Torino. Nel dicembre del 1893 i volumi dovevano già trovarsi presso l'Ufficio Regionale di Bologna, in via Belle Arti 52 (lettera di Cassarini del 22 gennaio 1894), anche se il saldo di pagamento avvenne soltanto nell'aprile successivo (lettera del 17 aprile 1894 del Ministero della Pubblica Istruzione a Faccioli in cui viene confermato l'avvenuto compenso)
- TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800640527-4
- NUMERO D'INVENTARIO A_000001_4
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- DATA DI COMPILAZIONE 2016
- ISCRIZIONI carta: sotto il fototipo - Castello di Torrechiara - Mezzodì - Ponente -
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DOCUMENTAZIONE ALLEGATA
faldone documentario (1)
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0