Castello di Torrechiara - Camera/ d'Oro tratta da fotografia della ricostruzione/ quale fu esposta nel 1911 a Roma
negativo servizio,
1940 - 1940
Pisseri Marcello (1882-1961)
1882-1961
Tutti i negativi, riproduzione di positivi fotografici, erano originariamente contenuti nella loro busta pergamina; tali custodie si conservano separatamente (in allegato ai pergamini sono state rintracciate le fotocopie delle relative schedine inventariali). L'insieme dei negativi presenta una mascheratura in carta nera
- OGGETTO negativo servizio
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SOGGETTO
Arti decorative - Pittura - Riproduzioni
Esposizioni nazionali
Italia - Lazio - Roma - Esposizione Etnografica <1911> - Padiglione dell'Emilia Romagna - Ricostruzione della Camera d'Oro di Torrechiara
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MATERIA E TECNICA
VETRO
gelatina ai sali d'argento
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CLASSIFICAZIONE
DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO STORICO ARTISTICO
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ATTRIBUZIONI
Pisseri Marcello (1882-1961): fotografo principale
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza Belle arti e paesaggio per le province di Bologna, Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
- INDIRIZZO Via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Le tre lastre riproducono altrettanti positivi fotografici dedicati alla ricostruzione della cosiddetta Camera d’oro, celebre ambiente del castello di Torrechiara (il nome della stanza si deve alla prezioso rivestimento in foglia d’oro delle terrecotte parietali); la copia venne approntata nel 1911, in occasione della Esposizione Etnografica di Roma presso il padiglione dell’Emilia Romagna. Le schedine inventariali, rintracciate in allegato ai fototipi, riportano il nome dell’autore fotografo, Marcello Pisseri, unitamente alla data di ripresa delle lastre, il 1940. Lo studio del fotografo parmigiano risulta attivo fino al 1938 (Spocci, vedi BIB), ma sono documentate vedute parmensi di Pisseri anche negli anni ’40 (Uccelli 2010). La rievocazione della singolarità rappresentata dal raffinato ambiente voluto dal ‘magnifico’ Pier Maria de Rossi a celebrazione del proprio amore per Bianca Pellegrini, fu una delle principali attrattive del padiglione emiliano romagnolo all’Esposizione romana in onore del cinquantenario dell’Unità d’Italia. Il concorso per il progetto monumentale, che doveva sorgere presso l’ex-Piazza d’Armi (oggi Piazza Mazzini al quartiere Prati), premiò il bozzetto di Edoardo Collamarini e Cleto Tomba, incentrato sull’esaltazione delle signorie rinascimentali di Emilia e Romagna. Un tale progetto era capace di ricomprendere anche il caso dei Rossi di San Secondo con la citata stanza. I positivi fotografati da Pisseri si concentrano sull’organicità delle suppellettili di arredo e sulla mobilia: le tre inquadrature insistono sugli angoli della stanza e solo occasionalmente sugli affreschi, riprodotti a encausto dai pittori Bocchi e De Strobel, coadiuvati dal Barilli (Amedeo Bocchi 1883-1976; Daniele De Strobel 1873-1942; Latino Barilli 1883-1961, qui e in seguito si cita da Alessandra Mordacci in La camera d’oro 2004). Focalizzandosi sulla promozione anche commerciale delle arti applicate, l’allestimento si configurò quale concerto di contributi provenienti da diversi artieri e ditte di artigianato artistico, sotto la direzione del marchese-architetto Lamberto Cusani (1877-1966). Tale ricostruzione fu possibile soprattutto grazie alla puntuale descrizione che il cronista ottocentesco Angelo Pezzana aveva fornita dei ricchi arredi, solo un anno prima dell’esposizione, nel 1910, alienati dal proprietario Pietro Cacciaguerra e dispersi sul mercato antiquario. Il fototipo ripreso da N_001379, al di sotto della lunetta dove entro un tempio classico Bianca incorona l’amato Pietro Maria, mostra la scacchiera di formelle in terracotta, cesellate sull’esempio delle originali dallo scultore Emilio Trombara (1875-1934), cotte dalla ditta imolese Gallotti e dorate dal decoratore Federico Bocchi. Vi si associa l’elaborato intaglio della cassapanca (con cuscini su tessuti del milanese Vittorio Ferrari), l’inginocchiatoio ad angolo e il piccolo sgabello opere degli artefici del mobilio ligneo (falegname-ebanista Ferdinando Dall’Argine di Chiozzola – notizie 1891/1911 e intagliatore Metrone Gialdini 1887-1940); il trittichetto votivo sull’inginocchiatoio si deve invece al pittore Ulisse Passani (1848-1933). La fotografia ripresa da N_001380 (pubblicata in La Camera d’Oro 2004, p.19) inquadra invece l’angolo tra le lunette con la consegna della spada a Pietro Maria inginocchiato dinanzi a Bianca e con la coppia di amanti trafitti dai dardi di Cupido (visibile solo parzialmente a sinistra). Grande visibilità hanno anche qui le formelle in terracotta e le opere di ebanisteria e intaglio quali il grande letto con testiera, il tavolo e il sedile a muro. Risaltano dalla ripresa gli stucchi sempre del Trombara; i lavori in ferro battuto, come il candeliere e il trepiede con catino del milanese Giuseppe Arcari; le vetrate della ditta Corvaya e Bazzi. La stampa ripresa da N_001381 inquadra con più centralità il grande letto posto al di sotto della già citata lunetta con la consegna della spada pegno amoroso di Bianca. Il letto, ispirato agli intagli dei lombardi Da Baiso e da modelli fiorentini come il talamo di Palazzo Davanzati, si mostra ingentilito dalla raffinatissima coperta, con ricamo dello stemma con cimiero di Pier Maria, e recante le iniziali e imprese del medesimo su trame lanciate in oro. Sul margine destro è poi parzialmente visibile il cassone
- TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800640507
- NUMERO D'INVENTARIO da N_001379 a N_001381
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- DATA DI COMPILAZIONE 2016
- ISCRIZIONI sul pergamino della lastra inv. N_001379: recto - R. SOPRAINTENDENZA/ ALL'ARTE MEDIOEVALE E MODERNA/ DELL'EMILIA E DELLA ROMAGNA/ MOBILE C SCAF. VI N.152/ Langhirano (Parma) INVENT. N. 9833/ LUOGO Castello di Torrechiara - Camera/ d'Oro tratta da fotografia della ricostru-/zione quale fu esposta nel 1911 a Roma/ MONUMENTO/ STAMPE N./ OSSERVAZIONI -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0