Colonna dei Francesi a Ravenna
positivo,
post 1871 - ante 1914
Fotografia Dell’emilia (attribuito)
1865-1940
Albumina incollata su di un supporto secondario di cartoncino beige di grammatura pesante. Il positivo è stato ritoccato con inchiostro nero
- OGGETTO positivo
-
SOGGETTO
Monumenti commemorativi – Sec. 16
Italia – Emilia Romagna - Ravenna – Colonna dei Francesi
-
MATERIA E TECNICA
CARTA
albumina
-
CLASSIFICAZIONE
DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO STORICO ARTISTICO
-
ATTRIBUZIONI
Fotografia Dell’emilia (attribuito): fotografo principale
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici Etnoantropologici di Bologna Ferrara Forlì Cesena Ravenna e Rimini
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Pepoli Campogrande
- INDIRIZZO Via Castiglione 7, Bologna (BO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Le cronache narrano che il giorno 11 aprile 1512, si svolse nei pressi di Ravenna una battaglia cruenta fra l'esercito francese e la Lega Santa. La storia racconta che fu uno dei conflitti più cruenti di tutti i tempi poiché rappresentò una sorta di spartiacque del mondo moderno, segnata dall’avvento dell’artiglieria pesante, messa in campo da Alfonso d’Este, duca di Ferrara, alleato dell’esercito francese. A ricordo dell'epica battaglia, sull'argine sinistro del fiume Ronco, venne innalzata nel 1557, per volere del cardinale Pier Donato Cesi arcivescovo di Narni, una stele di marmo, detta Colonna dei Francesi. La città di Ravenna è uno dei primi soggetti trattati da Pietro Poppi, presente già nel primo catalogo a stampa del 1871 con 19 riprese raccolte sotto la sezione “Vedute e monumenti di Ravenna”. La numerazione delle lastre è però differente: il soggetto in esame al 1871 riporta il numero 119, e solo a partire dal catalogo 1879 diventa definitivamente 622. La lastra negativa del positivo in esame, appartenente al Fondo Poppi - Fotografia dell'Emilia della Fondazione Carisbo, è rintracciabile con il numero d’inventario 622, sul catalogo on-line Genus Bononiae della città di Bologna. Il negativo è stato datato, per riscontro sui cataloghi a stampa della ditta Fotografia dell’Emilia, tra il 1871 e il 1879. Si decide pertanto di datare il positivo dal 1871 al 1914, anno della morte di Raffaele Faccioli, proprietario del fondo fotografico. Pietro Poppi nacque a Cento il 29 aprile 1833. Dopo aver frequentato per tre anni tra il 1850 e il 1860 la Pontificia Accademia di Belle Arti, ed avere svolto un’attività di “pittore paesista”, nel 1863 aprì un negozio di cartoleria in via Mercato di Mezzo 56 in società con Adriano Lodi. Nell'edificio di via Mercato di Mezzo aveva sede anche lo studio fotografico del francese Emilio Anriot. La società fu scolta il 30 giugno 1865: probabilmente in quell’anno Pietro Poppi intraprese l’attività di fotografo, forse iniziato alla professione da Roberto Peli (allievo di Anriot) il quale lasciato il principale nel 1864, iniziò la libera professione scegliendo come recapito la cartoleria Lodi e Poppi. Nel 1866 si costituì la “Peli, Poppi & C.” con sede in via San Mamolo 102: lo studio rimase attivo fino al 1867, anno in cui Poppi si mise in proprio, ritornando nella sede di via Mercato di Mezzo. Nel 1869 Poppi rilevò la Fotografia dell'Emilia (ditta che proprio nell'edificio di via Mercato di Mezzo aveva visto la luce nel 1865) trasferendosi definitivamente in via S. Mamolo 101. Nel 1871 uscì il primo “Catalogo della Fotografia dell’Emilia” contenente circa 400 immagini riproducenti vedute di Bologna, Ravenna e i “Quadri della Regia Pinacoteca”, disponibili nel formato 21x27, gabinetto, carte de visite e per apparecchi stereoscopici ma le principali avevano un formato di 36x45 ed erano realizzate al collodio, sistema andato in disuso nel 1880. Nel 1877 Pietro Poppi si recò ad Urbino per documentare con vedute fotografiche la città e i suoi dintorni. Per questo lavoro ottenne una medaglia di bronzo. In un catalogo del 1887 l’elenco dei soggetti appare notevolmente ampliato, forse anche in virtù dell’accresciuto ruolo professionale, tanto che nel 1888 partecipò all’Esposizione Emiliana e otterrà una medaglia d’oro e una speciale premiazione con “gioiello da S. M. la Regina d’Italia”. Nel 1889 continuarono i riconoscimenti dichiarandosi “fotografo del Governo della Repubblica di S. Marino, di S.A.R. il Duca di Montpensier, nonchè socio corrispondente della Regia Accademia di Urbino”. Nel 1903 prima di ritirarsi dall’attività, Poppi compilò un “monumentale catalogo fotografico” dal titolo “L’Arte in Italia”. Nel marzo del 1907 Pietro Poppi si ritirò, cedendo la Fotografia dell'Emilia a Luigi Monari ed Armando Bacchelli. Nel 1909 la ditta passò sotto la proprietà unica di Alfonso Zagnoli che nel 1940 vendette il fondo di lastre e positivi originali alla Cassa di Risparmio di Bologna. Pietro Poppi morì a Bologna il 21 aprile del 1914. [LE NOTIZIE STORICO-CRITICHE PROSEGUONO IN OSSERVAZIONI]
- TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800635934
- NUMERO D'INVENTARIO 31875/ 455
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- DATA DI COMPILAZIONE 2015
- ISCRIZIONI sul supporto secondario: recto: angolo inferiore destro - R. F. [sottolineato] -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0