Rimini. Finestra dell'Antico Duomo
positivo album,
ca 1896 - ante 1907
Poppi, Pietro (1833-1914)
1833-1914
Stampa sciolta inserita con i quattro angoli nei tagli predisposti alla carta 20, recto (attualmente estrapolata)
- OGGETTO positivo album
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SOGGETTO
Italia - Emilia Romagna - Rimini - Campanile della ex-cattedrale di Santa Colomba
Architettura - Chiese - Campanili - Monofore - sec. XIV
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CLASSIFICAZIONE
DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO
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ATTRIBUZIONI
Poppi, Pietro (1833-1914): fotografo principale
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici Etnoantropologici di Bologna Ferrara Forlì Cesena Ravenna e Rimini
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Pepoli Campogrande
- INDIRIZZO Via Castiglione 7, Bologna (BO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La ripresa mostra il dettaglio di una monofora gotica aperta sul fronte orientale della antica torre campanaria dell’ex-cattedrale di Rimini, dedicata a Santa Colomba. La primitiva cattedrale riminese, di fondazione paleocristiana, venne ricostruita nel XII secolo e inaugurata nel 1154, per svolgere le funzioni di metropolitana fino al 1798 (titolarità poi passata a Sant’Agostino e dal 1809 a San Francesco, tuttora duomo di Rimini), con la soppressione napoleonica. In quel periodo la basilica, ancora danneggiata seriamente dal terremoto del 1786, divenne luogo di acquartieramento di soldati e cavalli e lasciata all’incuria, per essere abbattuta tra il 1815 e il 1824. La struttura massiccia ancora in essere testimonia del carattere architettonico posseduto dal vecchio episcopio e dalla struttura fortificata del campanile stesso, che verrà peraltro capitozzato e fortemente ridotto in altezza nel XV secolo a seguito della ricostruzione del Castello dei Malatesta da parte di Sigismondo Pandolfo. La ripresa mostra il basamento della finestra, in pietra d’Istria dentellata, e la spessa ogiva di coronamento, con cornici laterizie di decorazione e due rosette incise entro la lunetta che incorniciano un giglio di Francia. La struttura fortemente ammalorata della muratura testimonia la precedenza dello scatto rispetto ai restauri di consolidamento effettuati sulla torre all’inizio del XX secolo, del resto il raffronto con i cataloghi della Fotografia dell’Emilia, evidenzia come il presente inventario (nr. 4691) compaia citato per la prima volta nella seconda appendice dell’edizione a stampa 1888, pubblicata nel 1896, mentre non figuri nella prima appendice (1890). L'ante quem per la stampa del fototipo si riferisce alla cessione dello studio nel 1907, passato da Pietro Poppi alla doppia proprietà Monari-Bacchelli. Nel 1863 il pittore Pietro Poppi (Cento, 1833 - Bologna, 1914) aprì un negozio di cartoleria in via Mercato di Mezzo 56 in società con Adriano Lodi. Nell'edificio aveva sede anche lo studio fotografico di Roberto Peli (ex collaboratore di Emilio Anriot), il quale probabilmente avviò Poppi alla professione di fotografo. Nel 1866 Poppi e Peli si associarono aprendo uno studio in via San Mamolo 102 (la ditta Peli, Poppi & C.), che rimase attivo fino al 1867, anno in cui Poppi si mise in proprio, ritornando nella precedente sede del Mercato di Mezzo. Solo nel 1869 Poppi rilevò ufficialmente La Fotografia dell'Emilia, operando anche uno spostamento di sede da via Mercato di Mezzo 56, dove venne fondata la ditta nel 1865, a via San Mamolo 101 (oggi via d’Azeglio) in Palazzo Rodriguez (edificio in cui dal ’65 al ’69 avevano operato i coniugi Ferrara, Fotografia Milanese), ma lo stesso pittore-fotografo vi lavorò sin dal 1866. Effettivamente il 17 aprile del 1866 il quotidiano “Monitore di Bologna” menziona Poppi quale direttore dello Stabilimento Fotografico dell’Emilia di via Mercato di Mezzo 56 (si segnala la tesi di Massimo Cova che vede in Poppi il fondatore della Fotografia dell’Emilia – cfr. Fotografia e Fotografi a Bologna 1839-1900, Bologna 1992, p. 277). Nel marzo del 1907 Poppi si ritirò, cedendo lo studio a Luigi Monari ed Armando Bacchelli; la Fotografia dell’Emilia passò in seguito, nel 1909, sotto la proprietà unica di Alfonso Zagnoli (chiusura definitiva della ditta nel 1921), il quale nel 1940 vendette quanto restava del fondo di lastre e positivi originali di Pietro Poppi alla Cassa di Risparmio di Bologna. Il fondo fotografico Faccioli è costituito da stampe sciolte o incollate su supporto, raccolte nel corso della sua attività di ingegnere-architetto da Raffaele Faccioli (Bologna, 1836-1914). Dopo la sua morte, il geometra Luigi Mattioli, amministratore dei beni degli eredi, propose a Francesco Malaguzzi Valeri, allora Direttore della Pinacoteca di Bologna, l'acquisto di questa raccolta grafica comprendente disegni, taccuini e materiale fotografico. L'acquisizione avvenne in due fasi, tra il 1917 e il 1918. Nei precisi elenchi che testimoniano la transazione si citano: "597 fotografie di diversi formati e soggetti montate su cartone, 624 fotografie di diversi formati e soggetti senza cartone, 31 fotografie su cartone di diverse misure, di soggetti architettonici, e 9 fotografie senza cartone, di diverse misure, di soggetti architettonici" (9 maggio 1917) e "576 fotografie di diversi formati e soggetti" (9 aprile 1918). Documentazione circa il fondo è reperibile presso l’Archivio Storico della Pinacoteca, pratiche n.31, foglio 43, n. 9
- TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800635803-67
- NUMERO D'INVENTARIO 31875/ 697
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- DATA DI COMPILAZIONE 2015
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0
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