Bologna. Chiesa del Corpus Domini (anno 1481)

positivo album, ca 1879 - ca 1899

Stampa sciolta inserita con i quattro angoli nei tagli predisposti alla carta 14, recto (attualmente estrapolata)

  • OGGETTO positivo album
  • SOGGETTO Italia - Emilia Romagna - Bologna - Chiesa del Corpus Domini - Portale
    Scultori - Italia - Sec. XV - Sperandio da Mantova
    Scultura - Terrecotte - Ornati - Grottesche
    Architettura - Chiese - Facciate - Portali
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici Etnoantropologici di Bologna Ferrara Forlì Cesena Ravenna e Rimini
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Pepoli Campogrande
  • INDIRIZZO Via Castiglione, 7, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La ripresa mostra la facciata della chiesa bolognese del Corpus Domini, relativamente alla parte inferiore con i tre portali affacciati su Via Tagliapietre e i due rosoni laterali. La decorazione fittile a bassorilievo con formelle è generalmente riconosciuta a Sperandio di Bartolomeo Savelli (detto Sperandio da Mantova), a partire dalla attribuzione di Adolfo Venturi, mentre altre opinioni prediligono riferire le opere a Marsilio Infrangipani. In ogni caso, l’artefice dovette condurli a termine verosimilmente poco dopo il completamento dei lavori di riedificazione della chiesa, per opera dei muratori Nicolò di Marchionne da Firenze e Francesco Fucci da Dozza, tra il 1477 e il 1480. Nella prima relazione presentata nel 1898 dall’ingegnere Raffaele Faccioli, direttore dell'Ufficio dell’Ufficio Regionale per la Conservazione dei Monumenti dell’Emilia, per documentare la sorveglianza ai lavori svolti tra il 1892 e il 1897, si segnala che «All’esterno della Chiesa, l’Ufficio curò che dal R. Demanio venissero posti ripari in ferro davanti ai basamenti laterizi pregevolissimi, che adornano la porta principale del Tempio». L’assenza di tali elementi alla base del portale testimonia un ante quem riferibile almeno al 1897. Nel 1905 la facciata venne modificata da restauri affidati al Comitato per Bologna Storica e Artistica (Alfonso Rubbiani), sotto la sorveglianza dell'Ufficio Regionale diretto allora da Tito Azzolini. All’integrazione dei supposti originali coronamenti trilobati non si associò tuttavia un intervento diretto sulle terrecotte del portale (Zucchini 1959, p. 68). L’edificio, seriamente danneggiato dai bombardamenti del 1943, vide un successivo intervento negli anni 1957-1958. Dal raffronto con i cataloghi di Fotografia dell'Emilia di Pietro Poppi, risulta che la lastra del positivo in esame (n° 138) compare per la prima volta nell'edizione a stampa del 1879, mentre non figura nel precedente del 1871. Si ipotizza che la data di stampa del fototipo possa essere compresa entro la fine del XIX secolo. Nel 1863 il pittore Pietro Poppi (Cento, 1833 - Bologna, 1914) aprì un negozio di cartoleria in via Mercato di Mezzo 56 in società con Adriano Lodi. Nell'edificio aveva sede anche lo studio fotografico di Roberto Peli (ex collaboratore di Emilio Anriot), il quale probabilmente avviò Poppi alla professione di fotografo. Nel 1866 Poppi e Peli si associarono aprendo uno studio in via San Mamolo 102 (la ditta Peli, Poppi & C.), che rimase attivo fino al 1867, anno in cui Poppi si mise in proprio, ritornando nella precedente sede del Mercato di Mezzo. Solo nel 1869 Poppi rilevò ufficialmente La Fotografia dell'Emilia, operando anche uno spostamento di sede da via Mercato di Mezzo 56, dove venne fondata la ditta nel 1865, a via San Mamolo 101 (oggi via d’Azeglio) in Palazzo Rodriguez (edificio in cui dal ’65 al ’69 avevano operato i coniugi Ferrara, Fotografia Milanese), ma lo stesso pittore-fotografo vi lavorò sin dal 1866. Effettivamente il 17 aprile del 1866 il quotidiano “Monitore di Bologna” menziona Poppi quale direttore dello Stabilimento Fotografico dell’Emilia di via Mercato di Mezzo 56 (si segnala la tesi di Massimo Cova che vede in Poppi il fondatore della Fotografia dell’Emilia – cfr. Fotografia e Fotografi a Bologna 1839-1900, Bologna 1992, p. 277). Nel marzo del 1907 Poppi si ritirò, cedendo lo studio a Luigi Monari ed Armando Bacchelli; la Fotografia dell’Emilia passò in seguito, nel 1909, sotto la proprietà unica di Alfonso Zagnoli (chiusura definitiva della ditta nel 1921), il quale nel 1940 vendette quanto restava del fondo di lastre e positivi originali di Pietro Poppi alla Cassa di Risparmio di Bologna. [PER MANCANZA DI SPAZIO SI PROSEGUE IN OSSERVAZIONI]
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800635803-45
  • NUMERO D'INVENTARIO 31875/ 675
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2015
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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