Dettaglio di un pilastro angolare del Palazzo del Podestà a Bologna
positivo album,
ca 1888 - ante 1907
Fotografia dell'Emilia
1865-1921
Infrangipani, Marsilio (attribuito)
notizie 1469-1517
Stampa sciolta inserita con i quattro angoli nei tagli predisposti alla carta 10, recto (attualmente estrapolata)
- OGGETTO positivo album
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SOGGETTO
Scultura - Palazzi - Ornati - Rilievi - Formelle
Italia - Emilia Romagna - Bologna - Palazzo del Podestà
Scultori - Italia - Sec. XV - Infrangipani, Marsilio
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CLASSIFICAZIONE
DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO
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ATTRIBUZIONI
Fotografia dell'Emilia: fotografo principale
Infrangipani, Marsilio (attribuito): scultore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici Etnoantropologici di Bologna Ferrara Forlì Cesena Ravenna e Rimini
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Pepoli Campogrande
- INDIRIZZO Via Castiglione 7, Bologna (BO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La ripresa mostra il dettaglio di uno dei due grandi piloni angolari del portico di Palazzo del Podestà a Bologna, edificio duecentesco (1200-1203) che nella seconda metà del XV secolo ha subito ristrutturazioni e ammodernamenti da parte dell’architetto Aristotele Fioravanti, soprattutto a partire dal 1471, per poi vedere avviata una completa opera di ricostruzione dal 1484 in avanti. In tale occasione si applicarono le linee programmatiche di un progetto dello stesso Fioravanti del 1472, messo in opera da vari capimastri, dopo la partenza dell’architetto bolognese, completando la nuova facciata con portico qualche anno prima del 1494, quando i lavori di arredo e decorazione della struttura esterna vennero a compimento. E’ infatti a partire almeno dal 1489 che furono approntate le decorazioni lapidee dei grandi piloni, visibili sia in facciata che all’interno del portico, descritte nella cronaca del frate Girolamo de Bursellis (Cronica gestorum ac factorum memorabilium civitatis Bononie). Tali lavori vennero commissionati all’abile scalpellino di probabile origine senese Marsilio di Antonio Infrangipani, in società con altri tagliapietre, e si espletarono nel fregio tra primo e secondo ordine, nei rosoni superiori e nelle formelle dei pilastri del portico. Tutti i rilievi, realizzati con la tenera arenaria di Varignana, subirono un forte degrado, andando parzialmente perduti. Tra il 1835 e il 1842, tuttavia, il Comune avviò lavori di recupero delle bugne nei pilastri, con il proposito di riconsolidare la struttura del palazzo, risarcire le formelle danneggiate e integrare quelle illeggibili, quasi completamente perdute. La fotografia si concentra sul carattere ornativo di tali elementi reintegrati, a fianco della semicolonna che raccorda il pilastro angolare con la successione delle altre arcate, sulla quale è presente il reggistendardo in bronzo. Altri lavori di restauro vennero disposti nel biennio 1887-1888 e a partire dal 1910 per opera del Comitato per Bologna Storica e Artistica, ma senza intervento diretto ai piloni. Dal raffronto con i cataloghi della Fotografia dell'Emilia di Pietro Poppi, risulta che la lastra del positivo in esame (n° 137C) compare per la prima volta nell'edizione a stampa del 1888, mentre non figura nel precedente del 1883. L'ante quem per la stampa del fototipo si riferisce alla cessione dello studio nel 1907, passato da Pietro Poppi alla doppia proprietà Monari-Bacchelli. Nel 1863 il pittore Pietro Poppi (Cento, 1833 - Bologna, 1914) aprì un negozio di cartoleria in via Mercato di Mezzo 56 in società con Adriano Lodi. Nell'edificio aveva sede anche lo studio fotografico di Roberto Peli (ex collaboratore di Emilio Anriot), il quale probabilmente avviò Poppi alla professione di fotografo. Nel 1866 Poppi e Peli si associarono aprendo uno studio in via San Mamolo 102 (la ditta Peli, Poppi & C.), che rimase attivo fino al 1867, anno in cui Poppi si mise in proprio, ritornando nella precedente sede del Mercato di Mezzo. Solo nel 1869 Poppi rilevò ufficialmente La Fotografia dell'Emilia, operando anche uno spostamento di sede da via Mercato di Mezzo 56, dove venne fondata la ditta nel 1865, a via San Mamolo 101 (oggi via d’Azeglio) in Palazzo Rodriguez (edificio in cui dal ’65 al ’69 avevano operato i coniugi Ferrara, Fotografia Milanese), ma lo stesso pittore-fotografo vi lavorò sin dal 1866. Effettivamente il 17 aprile del 1866 il quotidiano “Monitore di Bologna” menziona Poppi quale direttore dello Stabilimento Fotografico dell’Emilia di via Mercato di Mezzo 56 (si segnala la tesi di Massimo Cova che vede in Poppi il fondatore della Fotografia dell’Emilia – cfr. Fotografia e Fotografi a Bologna 1839-1900, Bologna 1992, p. 277). Nel marzo del 1907 Poppi si ritirò, cedendo lo studio a Luigi Monari ed Armando Bacchelli; la Fotografia dell’Emilia passò in seguito, nel 1909, sotto la proprietà unica di Alfonso Zagnoli (chiusura definitiva della ditta nel 1921), il quale nel 1940 vendette quanto restava del fondo di lastre e positivi originali di Pietro Poppi alla Cassa di Risparmio di Bologna. Il fondo fotografico Faccioli è costituito da stampe sciolte o incollate su supporto, raccolte nel corso della sua attività di ingegnere-architetto da Raffaele Faccioli (Bologna, 1836-1914). Dopo la sua morte, il geometra Luigi Mattioli, amministratore dei beni degli eredi, propose a Francesco Malaguzzi Valeri, allora Direttore della Pinacoteca di Bologna, l'acquisto di questa raccolta grafica comprendente disegni, taccuini e materiale fotografico. L'acquisizione avvenne in due fasi, tra il 1917 e il 1918. Nei precisi elenchi che testimoniano la transazione si citano: "597 fotografie di diversi formati e soggetti montate su cartone, 624 fotografie di diversi formati e soggetti senza cartone, 31 fotografie su cartone di diverse misure [PER MANCANZA DI SPAZIO SI PROSEGUE IN OSSERVAZIONI]
- TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800635803-34
- NUMERO D'INVENTARIO 31875/ 664
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- DATA DI COMPILAZIONE 2015
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0