Cortile S. Martino (Parma)/ ex chiesa di San Martino di Val Serena/ interno. Veduta presa dall'abside Riprese dell'Abbazia cistercense di San Martino de' Bocci a Parma (4 lastre)
negativo servizio,
ca 1891 - ante 1921
Castelli, Giovanni (1864-1921)
1864-1921
Il servizio fotografico è costituito da 4 lastre alla gelatina di formato 21x27, 3 orizzontali (N_000928, N_000929, N_000930) e una verticale (N_000927). Tutti i negativi erano originariamente contenuti nella loro busta pergamina; tali custodie si conservano separatamente
- OGGETTO negativo servizio
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SOGGETTO
Italia - Emilia Romagna - Parma - Paradigna - Abbazia di San Martino de' Bocci in Valserena, detta Certosa di Paradigna
Architettura - Chiese - Abbazie cistercensi - Sec. XIV
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MATERIA E TECNICA
VETRO
gelatina ai sali d'argento
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CLASSIFICAZIONE
DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO
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ATTRIBUZIONI
Castelli, Giovanni (1864-1921): fotografo principale
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Bologna, Modena e Reggio Emilia
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
- INDIRIZZO Via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Impropriamente denominata certosa, l'abbazia di San Martino de' Bocci venne fondata nel 1298 dai monaci cistercensi del monastero di Chiaravalle della Colomba di Piacenza, che completarono il complesso nel corso del secolo successivo, secondo le riconoscibili caratteristiche dell'architettura cistercense di matrice borgognona-provenzale (come l'abside quadrata ed il tiburio poligonale posto all'incrocio della navata col transetto). L'edificio originario, oggetto di numerosi rimaneggiamenti nel corso dei secoli (anche l'antico convento subì diverse manomissioni), si presenta a croce latina con tre navate coperte da volte a crociera; le finestre archiacute dei fianchi furono accecate nella seconda metà del XVI secolo, periodo al quale risalgono gli affreschi del presbiterio dovuti a Cesare Baglione. Tra gli interventi successivi, si segnalano il rifacimento della facciata e la risagomatura delle finestre tamponate del prospetto la laterale sinistro (quello settentrionale). In seguito alle soppressioni napoleoniche l'abbazia venne destinata a vari usi: sede di guarnigione militare, fabbrica di conserve, luogo di ricovero di attrezzi e arnesi agricoli, magazzino in margine ad attività agricole, fino a buona parte del Novecento; nel 1964 la chiesa passò per donazione allo Stato italiano (atto ufficiale di accettazione del 1967, in L'abbazia di San Martino dei Bocci 1973, p. 56, vedi BIB). Nel corso degli anni Ottanta il complesso è stato oggetto di un restauro (preceduto da alcuni interventi eseguiti dopo l'acquisizione statale: si trattò di un "minimo intervento" di messa in sicurezza, vedi pp. 73-74 in L'abbazia 1973, già citato) che ha portato al completo recupero degli spazi monastici e della chiesa, attualmente sedi del Centro Studi e Archivio della Comunicazione (CSAC) dell'Università di Parma. Il servizio fotografico, eseguito dal fotografo bolognese Giovanni Castelli, è costituito da un gruppo di 4 riprese, che documentano l'abbazia di San Martino de' Bocci di Parma. Gli scatti vennero compiuti interamente in una medesima occasione, circoscrivibile cronologicamente tra l'ultimo decennio dell'Ottocento ed il 1921, anno di morte dell'autore; fu probabilmente durante il sopralluogo per le riprese di Paradigna, che Castelli effettuò anche gli scatti della non distante abbazia cistercense di San Bernardo di Fontevivo, sempre nel parmense (vedi da inventario N_000931 a N_000934: lotto di 4 lastre rintracciate di seguito a quelle di San Martino de' Bocci). Fanno parte dell’insieme delle riprese di Paradigna due vedute del prospetto laterale settentrionale, N_000930 con la vista del transetto sinistro in linea con la torre nolare (si segnalano le finestre tamponate e risagomate) e N_000929 con punto di vista maggiormente angolato verso occidente per poter fotografare oltre al fianco anche la facciata della chiesa (si noti in gruppo di bambini che si sposta assieme al fotografo per le riprese). Una terza immagine documenta la complessa architettura della parte absidale vista da nord-est, all'incrocio dei due bracci della chiesa, sopra il quale si eleva il tiburio con la torre. L'interno è fotografato in N_000927, veduta della navata minore di destra verso la controfacciata, che testimonia l'utilizzo dell'edificio abbaziale come fienile e ricovero per attrezzi agricoli. Giovanni Castelli (1864-1921) iniziò la propria attività di fotografo a Bologna nel 1891, presso Alessandro Cassarini (1847-1929). Insieme collaborarono al censimento fotografico dei castelli della regione; tale impegno permise un primo contatto con l’Ufficio Regionale per la Conservazione dei Monumenti dell’Emilia (poi Soprintendenza ai Monumenti dell’Emilia), diretto dall’ingegner Raffaele Faccioli (1836-1914), sino al 1901. In seguito Castelli continuò in proprio la collaborazione con la soprintendenza, operando al rilevamento fotografico di numerosi beni architettonici
- TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800634304
- NUMERO D'INVENTARIO da N_000927 a N_000930
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- DATA DI COMPILAZIONE 2015
- ISCRIZIONI sul pergamino della lastra inv. N_000927: recto - R. SOPRAINTENDENZA/ ALL'ARTE MEDIOEVALE E MODERNA/ DELL'EMILIA E DELLA ROMAGNA/ MOBILE C SCAF. I N. 164/INVENTARIO N. 3439/ LUOGO Cortile S. Martino (Parma)/ MONUMENTO ex chiesa di San Martino di Val Serena/ interno. Veduta presa dall'abside/ STAMPE N./ FOTOGRAFO Castelli/ OSSERVAZIONI -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0