Carpi (Modena)/ Porta Mantova - lato di levante/ particolare
Riprese di Porta Mantova a Carpi, prima della demolizione (5 lastre)

negativo servizio, 1919 - 1919

Il servizio fotografico è costituito da 5 lastre alla gelatina di formato 21 x 27, orizzontali. Tutti i negativi erano originariamente contenuti nella loro busta pergamina; tali custodie si conservano separatamente. Su quasi tutti i fototipi sono visibili le impronte del portalastre. N_000833, N_000834 e N_000835 presentano anche una vignettatura negli angoli superiori

  • OGGETTO negativo servizio
  • SOGGETTO Architettura - Porte urbane - Mura - Sec. XVI - Demolizioni
    Italia - Emilia Romagna - Carpi - Porta Mantova (già)
  • MATERIA E TECNICA VETRO
    gelatina ai sali d'argento
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO
  • ATTRIBUZIONI Studio Fotografico Orlandini (ditta): fotografo principale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Bologna, Modena e Reggio Emilia
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
  • INDIRIZZO via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il servizio fotografico, eseguito dallo studio Orlandini di Modena, è costituito da un gruppo di 5 riprese, che documentano Porta Mantova di Carpi (già Porta di San Bartolomeo, attuale piazzale Marconi), prima della demolizione completa nel 1928. Gli scatti vennero compiuti, se non in una medesima occasione, certamente a breve distanza temporale, nell'estate del 1919 (la specifica stagionale è presente solo nell'iscrizione del pergamino di N_000835), in seguito all'atterramento della cinta muraria che chiudeva i fianchi nord e sud della porta. Le demolizioni novecentesche andarono ad atterrare le opere di rinnovamento urbano poste in essere negli anni Dieci del Cinquecento da Alberto III Pio (1513-1518 ca.), con l'edificazione di nuove mura dotate di bastioni, di porte e di ridotte in grado di restistere alle bocche da fuoco, da poco introdotte; la cerchia muraria abbracciava l'intero abitato. Fanno parte dell’insieme due vedute del prospetto di levante del complesso (N_000832 e N_000833), forse ancora abitato: in entrambe le inquadrature è compresa casa Valenti, un'edificio addossato all'angolo nord-orientale della porta, a ridosso della cinta muraria abbattuta. N_000834 mostra il lato australe dei due edifici, fotografando il prospetto arretrato della porta, dietro le macerie superstiti - oramai invase dalla vegetazione e divenute prato - delle mura. L'elegante facciata principale della porta è ripresa in N_000831, ovvero il lato ponente, del quale si conservano due delle quattro lesene di marmo originarie presso l'entrata del cortile di Palazzo Pio (sulla parete destra che inquadra il varco), poste nel 1948 dalla Commissione Municipale di Storia Patria e Belle Arti, a ricordo della costruizione perduta. Il sobrio fianco sud è ripreso in N_000835 (si segnala in chiusura un sito web che raccoglie numerose fotografie storiche che documentano le demolizioni delle mura e delle porte cittadine, nelle differenti fasi di intervento: http://www.carpidiem.it/html/default/_d/781/78175.html). Lo Studio fotografico Orlandini fu il più importante e il più longevo tra gli atelier fotografici modenesi. Viene aperto intorno al 1878 da Pellegrino (che in precedenza aveva esercitato l'attività di fotografo a Correggio e Sassuolo) a cui succede il figlio Umberto e infine il nipote Carlo, fino al 1980. La prima carta intestata con l'indirizzo "via Bagni 19, palazzo Contessa Stoffi", risale al 1885. Nello stesso periodo il figlio primogenito di Pellegrino, Enrico, comincia a collaborare attivamente col padre che cambierà l'intestazione dello Studio in "Pellegrino Orlandini e Figlio". Nel 1894 il figlio minore Umberto, a soli quindici anni, inizia a collaborare in modo continuativo all’attività dell’impresa famigliare e la ragione sociale viene nuovamente mutata in "P. Orlandini e Figli". Nel 1899, grazie ad una foto di Umberto, la ditta riceve una medaglia al secondo Congresso Fotografico di Firenze e da allora si chiamerà "Premiata Fotografia P. Orlandini e Figli". Il salto di qualità ormai evidente dello studio, è sottolineato dall'inaugurazione il 31 maggio 1902, della nuova sede in via Castellaro. Nel 1903 Pellegrino è colto da paralisi e, pur conservando la qualifica di proprietario, lascia di fatto, la gestione ai figli Enrico e Umberto che manterranno l'intestazione "P. Orlandini e Figli" anche dopo la sua morte avvenuta nel 1910, quando lo studio conta già ben nove dipendenti. Mentre Enrico lascerà poche tracce della sua opera (muore nel 1921), è Umberto la personalità più elevata dello Studio che raggiunge sotto la sua guida il massimo splendore (anche con l'introduzione dell'attività editoriale che ne farà mutare l'intestazione in "Regia Fotografia Editrice Cav. Uff. Umberto Orlandini"). Umberto muore nel 1931 e lascia ai figli Carlo e Claudio la pesante eredità dell'atelier fotografico più prestigioso della città. Dopo la prematura scomparsa di Claudio, Carlo proseguirà da solo l'attività di fotografo titolare dello Studio (che mantiene l'intestazione del padre Umberto) per quasi mezzo secolo
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800634233
  • NUMERO D'INVENTARIO da N_000831 a N_000835
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2015
  • ISCRIZIONI sul pergamino della lastra inv. N_000831: recto - R. SOPRINTENDENZA/ AI MONUMENTI DELL'EMILIA/ MOBILE C SCAF. I N. 44/ INVENTARIO N. 3549/ LUOGO Carpi (Modena)/ MONUMENTO Porta Mantova - lato ovest - dopo/ la demolizione delle mura/ STAMPE N./ FOTOGRAFO Orlandini - Modena 1919/ OSSERVAZIONI -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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