La volta di Santa Maria dei Bulgari dell'Archiginnasio a Bologna, durante i restauri
negativo,
ca 1957 - ante 1958
Anonimo (xx Metà)
XX metà
Il pergamino originario, entro cui si conservava la lastra (tale busta si mantiene ora separatamente in una scatola), presenta soltanto l’intestazione prestampata relativa alla soprintendenza, senza la compilazione del titolo proprio; la sola iscrizione manoscritta è riferibile all'originaria segnatura di collocazione (mobile B, scaffale III, n. 85). La lastra mostra una mascheratura in carta nera su tutto il perimetro
- OGGETTO negativo
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SOGGETTO
Italia - Emilia Romagna - Bologna - Archiginnasio - Cappella di Santa Maria dei Bulgari
Architettura - Cappelle - Interni - Volte - Elementi architettonici - Sec. XVI
Restauri - Bombardamenti aerei - Danni di guerra - Guerra mondiale 1939-1945
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MATERIA E TECNICA
VETRO
gelatina ai sali d'argento
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CLASSIFICAZIONE
DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO
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ATTRIBUZIONI
Anonimo (xx Metà): fotografo principale
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Bologna, Modena e Reggio Emilia
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
- INDIRIZZO Via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'immagine documenta parte della volta della Cappella di Santa Maria dei Bulgari dell'Archiginnasio di Bologna durante il restauro del secondo dopoguerra, eseguito tra il 1949 ed 1958; la fotografia è pubblicata inoltre all'interno del contributo di Valeria Rocuzzi Roversi Monaco in "Delenda Bononia" e la didascalia relativa riporta come datazione il 1958 (vedi BIB, p. 127). Una disastrosa serie di bombardamenti nella mattinata del 29 gennaio 1944 colpì il cortile cinquecentesco del palazzo dell'Archiginnasio, originaria sede unificata dello studium bolognese, distruggendone il lato orientale, meridionale e parte di quello nord. Proprio sul fianco est si trovavano le emergenze più pregevoli dal punto di vista storico-artistico: al pianterreno la cappella dei Bulgari affrescata da Bartolomeo Cesi, con una pala d'altare del fiammingo Denjis Calvaert (mentre al piano superiore, sopra la cappella, il Teatro Anatomico). Il lavoro di recupero dei materiali frammentari dispersi e sepolti sotto le macerie, oltre alla temporanea messa in sicurezza di quello che era ancora intatto, iniziarono all'indomani del bombardamento, sotto la direzione del soprintendente ai Monumenti dell'Emilia, Alfredo Barbacci (giunto a Bologna appena l'anno precedente, nel luglio del 1943), che aveva a disposizione gli uomini del Genio Civile, oltre la collaborazione del professor Vincenzo Gabelli, funzionario della stessa soprintendenza. Si cita da Barbacci: "Dai ruderi della Cappella dei Bulgari si asportò quanto restava degli affreschi del Cesi, si staccarono i residui stucchi dorati che ornavano le pareti e la volta, quindi i marmi dell'altare e il relativo quadro, l'Annunciazione di Dionigi Calvaert, non troppo danneggiati" (vedi BIB, 1977, p. 50). A questa prima fase seguì nel 1949 la ricostruzione dell'ossatura muraria dell'aula, con i fondi stanziati dal ministero della Pubblica Istruzione. E' ancora Barbacci a darci notizia degli interventi: "quindi riprodotte, valendosi delle fotografie e dei pezzi recuperati, le riquadrature di stucco dorate, e inserendovi quali 'testimoni' alcuni pezzi originari, vi si ricollocarono i resti degli affreschi del Cesi". Lo stesso Barbacci, passato alla dirigenza della soprintendenza di Firenze, in un intervento del 1957 in Bollettino d'Arte (vedi BIB) precisava che ancora la cappella era lontana dal completamento: oltre alla ricostruzione della struttura portante muraria e del restauro della pala, ancora da portare a termine risultavano le partizioni in stucco della volta, come pure l'altare restava da ricomporre e integrare. Spettò infatti a Raffaello Niccoli, soprintendente a Bologna tra il 1952 ed il 1960, il completamento dei lavori di ripristino della cappella dei Bulgari, avvenuto nel 1958. La ripresa dovette essere effettuata tra il 1957 (la ricostruzione dell'ossatura muraria pare infatti completa) ed il 1958: risulta chiaramente parziale la ricostruzione della partizione decorativa in stucco nell'angolo a sinistra dell'altare, anno quest'ultimo che calza con la didascalia di "Delenda Bononia". Si segnalano due lastre (inv. N_000361 e N_000362), che documentano le diverse fasi degli interventi all'interno dell'aula. In particolare N_000362 riprende in una veduta più ampia la medesima parte, l'angolo sinistro della zona presbiteriale (probabilmente N_000382 e N_000362 vennero effettuate in una medesima occasione dallo stesso autore). Il positivo pubblicato in Delenda Bononia proviene dal Fondo Bergonzoni del Gabinetto Disegni e Stampe dell'Archiginasio, che contiene una partizione intitolata "Soprintendenza ai Monumenti dell'Emilia-Romagna", con documentazione fotografica riferita al biennio 1957-1958, in prevalenza scatti delle due ditte bolognesi Fototecnica e Villani (non è da escludere che la presente immagine sia attribuibile ad uno dei due atelier)
- TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800634220
- NUMERO D'INVENTARIO N_000382
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- DATA DI COMPILAZIONE 2015
- ISCRIZIONI sul pergamino: recto - SOPRINTENDENZA AI MONUMENTI DELL'EMILIA/ BOLOGNA/ MOBILE B SCAF. III N. 85/ COMUNE/ MONUMENTO/ FOTOGRAFO/ DATA -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0