Nonantola (Modena)/ Chiesa parrocchiale di S. Michele/ (sec. XII-XIII) - l'abside dall'esterno
Riprese esterne delle absidi della Pieve di San Michele di Nonantola dopo i lavori di restauro (4 lastre)

negativo servizio, post 1919/09/30 - 1919

Il servizio fotografico è costituito da 4 lastre alla gelatina formato 21 x 27, tutte verticali. In tutti i fototipi sono evidenti i segni del portalastre. Tutti i negativi erano originariamente contenuti nella loro busta pergamina; tali custodie si conservano separatamente in una scatola

  • OGGETTO negativo servizio
  • SOGGETTO Italia - Emilia Romagna – Nonantola – Pieve di San Michele Arcangelo
    Elementi architettonici - Absidi
    Edifici di culto - Chiese - Sec. 12-18
  • MATERIA E TECNICA VETRO
    gelatina ai sali d'argento
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO
  • ATTRIBUZIONI Castelli, Giovanni (1864-1921): fotografo principale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Bologna, Modena e Reggio Emilia
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
  • INDIRIZZO via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La Pieve di San Michele Arcangelo eretta tra l’870 e l’887 dall'abate Teodorico, fuori dalle mura di Nonantola, viene ricordata come pieve nei documenti relativi alla costruzione dell'edificio romanico tra il 1011 e il 1101. Verso la fine del XVIII secolo, l’edificio subì un pesante intervento di restauro ad opera del Cardinale Alessandro Albani che ne alterò le originarie forme romaniche facendo interrare la cripta, inglobare i pilastri nei muri e modificare le tre navate in un’unica navata con cappelle laterali. Oltre a ciò, il soffitto ligneo fu sostituito da un soffitto a volte e la facciata fu rifatta in stile barocco. Nel 1915, terminati i lavori di restauro della Chiesa Abbaziale di Nonantola, Monsignore Ferdinando Manzini venne nominato arciprete della Pieve di San Michele. Con l’intento di porre mano al restauro di quest’altro importante monumento nonantolano, nel 1916, Manzini effettuò i primi saggi alla cripta. I lavori di restauro non si poterono iniziare sino al 30 settembre del 1919, quando i soldati della Grande Guerra che nel 1917 occuparono la chiesa per scopi militari, la abbandonarono. Una volta accertata l’importanza del restauro della Pieve, il Ministero della Pubblica Istruzione a cui il Canonico Manzini si era rivolto, elargì una somma di lire 20.000 con la quale fu possibile provvedere alla sua ristrutturazione. L’intervento prevedeva il restauro interno ed esterno delle absidi, il ripristino della cripta, del presbiterio e dell’originale piano di calpestio. Quest’ultima operazione che consisteva nell’abbassamento di 40 cm del livello del pavimento, portò alla luce i muri dell’arcaica struttura longobarda e nuove finestre romaniche. Nel 1920, a causa dell’aumento del costo della manodopera e in mancanza di ulteriori mezzi, i lavori furono sospesi. Nel 1926 in seguito a contrasti col Capitolo Abbaziale, Monsignore Manzini fu trasferito in un’altra parrocchia e i lavori iniziati, furono terminati velocemente per poter riaprire la chiesa al culto: si provvide quindi a ricoprire d'intonaco i muri interni, a soffittare le navate minori, a pavimentare la chiesa e a chiudere la cripta. Il servizio fotografico in esame realizzato nel 1919 dal fotografo bolognese Giovanni Castelli, stretto collaboratore della Soprintendenza, mostra l’abside destra priva del piccolo fabbricato addossato ai muri esterni (vedere lastra N_000911), abbattuto durante i restauri del 1919-1920. Le coppie di lastre N_000891/N_000909, e N_000892/N_000910 sono la medesima ripresa, realizzata utilizzando tempi di esposizione diversi. Le presenti immagini sono state pubblicate a corredo del volume “La Pieve di S. Michele Arcangelo in Nonantola” del 1937, di Lidia Bianchi. Giovanni Castelli (1864-1921) iniziò la propria attività di fotografo a Bologna nel 1891, presso Alessandro Cassarini (1847-1929). Insieme collaborarono al censimento fotografico dei castelli della regione; tale impegno permise un primo contatto con l’Ufficio Tecnico Regionale per la Conservazione dei Monumenti dell’Emilia (poi Soprintendenza ai Monumenti), diretto dall’ingegner Raffaele Faccioli. In seguito Castelli continuò in proprio la collaborazione con la Soprintendenza, operando al rilevamento fotografico dei beni architettonici
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800634105
  • NUMERO D'INVENTARIO da N_000891 a N_000892; da N_000909 a N_000910
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2015
  • ISCRIZIONI sul recto della lastra da N_000891: in basso a destra - 2565 -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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