Finale Emilia (Modena)/ Castello/ Particolare di imposta di/ arcata della loggia
Riprese del Castello delle Rocche e della Torre dell'Orologio di Finale Emilia (10 lastre)

negativo servizio, 1890/11/19 - 1890/11/19

Il servizio fotografico è costituito da 10 lastre alla gelatina di formato 21 x 27, 1 orizzontale (N_000855) e 9 verticali (da N_000847 a N_000854, N_000856). Il vetro delle lastre da N_000849 a N_000851 e N_000856 è irregolare. Il lato emulsione dei fototipi da N_000848 a N_000855 è stato trattato con una vernice protettiva. I negativi N_000852, N_000854, N_000855, e N_000856 presentano una mascheratura con carta arancione sul lato emulsione, mentre sul lato emulsione dei negativi da N_000852 a N_000856 è stato effettuato un ritocco con vernice rossa coprente. La lastra N_000855 è stata doppiata con un altro vetro del medesimo formato. Le lastre N_000847, N_000849, N_000850 e N_000853 presentano una vignettatura negli angoli superiori dovuta al decentramento sull’asse verticale, dell’obiettivo rispetto al piano focale. Tutti i negativi erano originariamente contenuti nella loro busta pergamina; tali custodie si conservano separatamente in una scatola

  • OGGETTO negativo servizio
  • SOGGETTO Architetti italiani - Sec. 15. – Giovanni da Siena
    Italia - Emilia Romagna – Finale Emilia – Castello delle Rocche – Torre Modenese o Torre dell’Orologio
    Elementi architettonici – Archi – Logge - Finestre
    Architetti italiani - Sec. 15. – Ploti, Bartolino detto Bartolino da Novara
    Architettura - Fortificazioni - Castelli - Torri - Sec. 15
  • MATERIA E TECNICA VETRO
    gelatina ai sali d'argento
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO E STORICO ARTISTICO
  • ATTRIBUZIONI Sorgato, Gaetano (1838-1915): fotografo principale
    Ploti, Bartolino Detto Bartolino Da Novara (m. 1406/1410): architetto
    Giovanni Da Siena (1386-1428/1430): ingegnere
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Bologna, Modena e Reggio Emilia
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
  • INDIRIZZO via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L’architetto fondatore del Castello delle Rocche di Finale Emilia fu Bartolino da Novara, il quale nel 1402 ricevette l’incarico da Nicolò III d’Este, di iniziare la fortificazione della Rocca. Solo vent’anni più tardi, nel 1424, il Marchese d’Este affidò al celebre architetto Giovanni da Siena, la ricostruzione della Rocca. Lo stato del Castello delle Rocche dovette apparire preoccupante all’ingegnere Raffaele Faccioli quando, direttore dell’Ufficio regionale per la Conservazione dei Monumenti dell'Emilia, fu chiamato ad occuparsi della fortificazione quattrocentesca di Finale Emilia, che nel 1892 il Ministero della Pubblica Istruzione dichiarò monumento nazionale. Due anni prima, il 29 agosto del 1890 il sindaco di Finale Emilia, Gregorio Agnini, redasse una relazione indirizzata alla Commissione regionale per i monumenti dell’Emilia Romagna, in cui rivolse il proprio interesse di tutela verso i monumenti ritenuti più importanti del nucleo urbano: il castello delle Rocche e la torre dell’Orologio. Il presidente della Commissione dopo aver ricevuto la relazione di Agnini, incarica l’ispettore per gli scavi e i monumenti per la provincia di Modena, l’archeologo Arsenio Crespellani, ad effettuare una analisi storico-architetttonica dei due monumenti. Crespellani il 20 ottobre 1890 scrive al segretario del comune di Finale per informarsi se esistono fotografie dei due monumenti, ma il giorno seguente, al riguardo, riceve risposta negativa. Un mese dopo, il 19 novembre, Crespellani si reca a Finale Emilia con il fotografo Gaetano Sorgato, suo stretto collaboratore dal 1888 al 1896. In “Memorie sulla gita al Finale Emilia, Modena 20 novembre 1890” Crespellani scrive: “Ieri (19 novembre 1890) colla corsa delle 7.00 partito da Modena col fotografo Sorgato ed alle 9 e ½ giunto al Finale ove sono andato tosto al municipio e parlato col sindaco dottor Agnini, mi sono recato dal dottor Roberto Grossi indi al castello ove ho cominciato i lavori per farne le fotografie”. La relazione prosegue con la descrizione della parte esterna e della parte interna del castello, il cui fondo del cortile interno fu sepolto dalle alluvioni del fiume Panaro che lambisce il lato settentrionale dell’edificio. Il sindaco Agnini scriverà una lettera a Crespellani il 4 marzo 1891, dicendo che “contemporaneamente ai lavori di otturamento dell’alveo abbandonato di Panaro verranno incominciati lunedì prossimo 9 corrente gli scavi del locale castello delle Rocche”, invitando lo stesso Crespellani ad assistere all’esecuzione di questi importanti lavori. Il servizio fotografico in esame è stato realizzato dal fotografo modenese Gaetano Sorgato il 19 novembre 1890. Le immagini infatti, mostrano il Castello delle Rocche di Finale Emilia prima dei lavori di scavo effettuati il 9 marzo 1891 nel cortile interno. Gaetano Sorgato è il fratello più giovane di una dinastia famigliare dedita all’arte della fotografia che tiene studi nelle principali città italiane. Il primo e più importante è quello di Venezia, aperto da Antonio. I fratelli minori, Angelo e Gaetano, apprendono il mestiere sotto la guida di Angelo da cui ereditano, oltre ai segreti della camera oscura, l’abilità nel ritocco pittorico. A partire dal 1864, il fratello maggiore Angelo si trasferisce a Bologna dove apre uno studio. Intorno agli anni Settanta apre, insieme a Gaetano, una filiale a Modena che dal 1880 verrà diretta dal solo Gaetano. Lo studio fin da subito si afferma in ambito modenese come uno dei più prestigiosi ed ottiene le commissioni più importanti in città. Dal 1875, e per le successive edizioni del 1878, 1881 e 1884, la Società di incoraggiamento per gli artisti della Provincia di Modena commissiona a Gaetano la riproduzione fotografica delle opere premiate all’esposizione triennale. Nel suo studio si fanno ritrarre quasi tutti gli esponenti della nobiltà modenese, quando non vanno a Bologna dal fratello Angelo. Anche l’Accademia Militare sceglie lo studio Sorgato come suo esclusivo referente e nel 1887 lo chiama a documentare la Rivista Militare di 50.000 uomini che il 6 settembre ha percorso i campi di Rubiera sotto gli occhi del Re Umberto I. Solo negli anni Novanta dell’Ottocento la concorrenza dello studio Orlandini saprà mettere in crisi Sorgato che inizia a perdere le committenze più importanti. Ufficialmente l’attività di Gaetano nello studio cessa nel 1899, anche se continua saltuariamente a fotografare e collaborare col figlio Ferruccio sino al 2 marzo 1915, data della sua morte
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800634080
  • NUMERO D'INVENTARIO da N_000847 a N_000856
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2015
  • ISCRIZIONI sul pergamino della lastra inv. N_000847: recto - R. SOPRINTENDENZA/ ALL'ARTE MEDIOEVALE E MODERNA/ DELL'EMILIA E DELLA ROMAGNA/ MOBILE C SCAF. I N. 60/ INVENT. N. 10568/ LUOGO Finale Emilia (Modena)/ MONUMENTO Interno del Castello/ STAMPE N./ OSSERVAZIONI -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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