Guiglia (Modena)/ Pieve di Trebbio. Frammenti/ di sculture
Riprese di elementi decorativi romanici della Pieve di Trebbio di Guiglia (3 lastre)

negativo servizio, post 1902 - ante 1907
Anonimo (xix Fine/ Xx Inizio)
XIX fine/ XX inizio

Il servizio fotografico è costituito da 3 lastre alla gelatina di formato 13 x 18, 1 verticale (N_000477) e 2 orizzontali (N_000478, N_000479). Tutti i negativi erano originariamente contenuti nella loro busta pergamina; tali custodie si conservano separatamente in una scatola

  • OGGETTO negativo servizio
  • SOGGETTO Chiese romaniche - Restauri
    Elementi architettonici - Capitelli – Sculture - Sec. 11-12
    Italia - Emilia Romagna – Guiglia - Pieve di San Giovanni Battista di Trebbio
  • MATERIA E TECNICA VETRO
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHEOLOGICO
  • ATTRIBUZIONI Anonimo (xix Fine/ Xx Inizio): fotografo principale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Bologna, Modena e Reggio Emilia
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
  • INDIRIZZO Via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La località di Trebbio è citata per la prima volta in un documento nonantolano dell'anno 996, mentre l'esistenza della pieve è documentata a partire dal 1048. Nel XIII secolo, la Pieve di Trebbio assurta a grande prestigio, era dotata di una collegiata di canonici. Al passaggio sotto la collegiata di Carpi nel 1515, seguì un lungo periodo di decadenza che terminò solamente nel 1822, quando la pieve ritornò alla diocesi di Modena. La Pieve di San Giovanni Battista con ogni probabilità, fu eretta nella seconda metà dell'XI sec. o nei primi anni del XII secolo. La tradizione vuole che sia stata fondata da Matilde di Canossa. La chiesa subì numerosi restauri nei primi anni del Novecento, voluti e seguiti dall’arciprete Ferdinando Manzini. Nel volume La Pieve di Trebbio edito nel 1907, il parroco Don Manzini scriveva “Una fortunata scoperta ha rimesso in luce l’antichissimo Fonte Battesimale e ridata importanza e attualità a questo brano della storia di Pieve che sarà svolto con maggiore ampiezza in una futura pubblicazione. Nel 1902 lavorandosi al consolidamento o restauro di colonne già manomesse con rifazioni di pessimo gusto veniva in luce un primo frammento dell'antico fonte battesimale; l’anno appresso furono trovati altri 15 pezzi a 70 cent. sotto il selciato; finalmente nel gennaio 1907, altri tre pezzi. Puliti e messi insieme quei varii frammenti di macigno lavorati rozzamente a rilievo, costituiscono più che ¾ dell'antichissimo fonte per immersione. Sulla scorta dei pezzi trovati si tentò una completa ricostruzione del fonte che riuscì egregiamente. Ne furono tratte due copie, una in gesso che è nel Museo Civico di Modena; l'altra in cemento che trovasi alla Pieve. I pezzi antichi congiunti con gesso e funicelle nella loro disposizione primitiva, costituiscono l'antichissimo autentico fonte battesimale per immersione, che ha degna sede nel Battistero vicino alla chiesa, inaugurato il 26 maggio 1907, da S. E. R.ma l'Arcivescovo di Modena. (…) Ciò però potrebbe dimostrare a chi non è pratico di tali faccende, quanto costi, un po' di bene per simili ricostruzioni!! Si cominciò con assaggi di scrostamento in corrispondenza dei Capitelli delle semicolonne. Si trovarono cose assai interessanti. Lo scrostamento fu poscia esteso a tutto l’interno dell'edificio e quindi alla facciata e si poté vedere la vera struttura primitiva dell’edificio”. Ancora oggi la Pieve di Trebbio, conserva le testimonianze dell'arte romanica sia nelle sue parti originarie (capitelli della cripta e della navata centrale), e sia nelle parti ricostruite durante i lavori di restauro (frammenti dell'ambone e del recinto del presbiterio, la vasca battesimale contenuta nel battistero, l'archetto posto sulla porta d'ingresso laterale sul lato sud dell'edificio). Il servizio fotografico è stato realizzato tra il 1902, anno in cui sono stati trovati i primi frammenti romanici della fonte battesimale ed il 1907, anno di pubblicazione della monografia di Don Manzini. L’immagine del fototipo N_000477 utilizzata a corredo del sopra citato volume a pag. 47, fu per l’occasione ritoccata con l’eliminazione del braccio che regge la misura accanto alla fonte battesimale. Si noti nel negativo N_000479, la figura di un sacerdote, molto probabilmente trattasi di Ferdinando Manzini
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800634059
  • NUMERO D'INVENTARIO da N_000477 a N_000479
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2015
  • ISCRIZIONI sul verso della lastra N_000478: in basso a sinistra - 139 -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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