Modena/ Chiesa di S. Agostino/ Madonna con Bimbo/ piccolo affresco Sec. XIV/ Si suppone di Tommaso/ da Modena

negativo, post 1940 - ante 1945

Il bordo del fototipo è irregolare. Sul negativo sono visibili le impronte del portalastre. Una lacuna è stata ritoccata con vernice rossa sul lato emulsione. La lastra era originariamente contenuta in una busta pergamina; tale custodia si conserva separatamente in una scatola

  • OGGETTO negativo
  • SOGGETTO Edifici di culto – Chiese - Cappelle
    Guerra mondiale 1939-1945 – Fortificazioni - Opere d'arte - Affreschi
    Italia - Emilia Romagna - Modena – Chiesa di Sant’Agostino
  • MATERIA E TECNICA VETRO
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO E STORICO ARTISTICO
  • ATTRIBUZIONI Cav. Bandieri (1917-1981): fotografo principale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Bologna, Modena e Reggio Emilia
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
  • INDIRIZZO Via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La chiesa di Sant'Agostino fu costruita nel Trecento, nell’area di una “chiesa degli agostiniani” eretta un secolo prima. Tra il 1662 ed il 1663 la duchessa Laura Martinozzi, per celebrare le esequie del marito Alfonso IV d’Este, finanziò un allestimento molto scenografico con apparati decorativi, per l’interno della Chiesa. In seguito a questa trasformazione, tale edificio doveva diventare il Pantheon degli Estensi, destinazione che fu poi assegnata alla Chiesa di San Vincenzo in Corso Canalgrande. Tra le opere conservate nella chiesa, spiccano il gruppo in terracotta Compianto su Cristo morto realizzato da Antonio Begarelli e l’affresco Madonna col Bambino del 1350 di Tommaso da Modena, beni che all’insorgere della Seconda Guerra Mondiale nel 1940, vennero riparati con protezioni antiaeree. Il negativo in esame è stato realizzato dallo studio Bandieri tra il 1940 e il 1945. Rilevata l'attività da Eriberto Vivi - l'ultimo dei figli del fotografo Giuseppe Vivi - Benvenuto Bandieri (1887-1958), dopo aver lavorato alle dipendenze di Umberto Orlandini dal 1910 al 1917, avvia in quello stesso anno nella sede di via Zono n. 8 (Modena), il proprio studio che proseguirà con il figlio William fino al 1981. Benvenuto Bandieri, durante la sua formazione presso gli Orlandini, aveva già una certa esperienza non solo come "ritoccatore" (mestiere con cui si iniziava solitamente l’apprendistato) ma anche come "operatore" e "sorvegliante degli altri operai" com’è scritto sul contratto di assunzione concluso nel 1910 con uno stipendio piuttosto elevato e la partecipazione in minima parte agli utili dell'azienda. Benvenuto prosegue, integrando e aggiornando l'accurato censimento già intrapreso dagli Orlandini, del patrimonio artistico di Modena e provincia (riproduzioni di opere pittoriche scultoree e architettoniche) e a partire dal 1924 anche riprese aeree della "fisionomia del paesaggio urbano e rurale" da utilizzare per cartoline, guide, libri d'arte o turistici. L'attività dello studio fotografico Bandieri fin dall'inizio, si estende oltre la normale routine della committenza privata e, mentre trascura il ritratto, si specializza in foto di macchinari e prodotti industriali che le aziende della provincia cominciano ad utilizzare per i loro campionari di vendita. Riceve un notevole impulso, durante il periodo fascista, anche dalla committenza pubblica: con un organico decisamente più ridotto rispetto allo studio Orlandini (il suo resta per così dire uno studio artigianale che non supera i cinque dipendenti), documenta soprattutto i mutamenti urbanistici della città durante il Ventennio, ma anche le iniziative e le attività del Comune. Le manifestazioni pubbliche, politiche, religiose e sportive, divengono tra gli anni Venti e gli anni Quaranta, una parte importante dell'attività che a partire dal 1930 si arricchisce del contributo del figlio William (1911-1983). Di William è da ricordare che nel luglio del 1935 si classificò fra i terzi premiati al Concorso Nazionale Fotografico delle attività del regime fascista. Notevole è il lavoro di rilevamento dei danni subiti dai monumenti e i palazzi della città all'indomani dei bombardamenti del 1944. Fotografo ufficiale della Società Modenese Fiere e Corse, lo studio Bandieri era incaricato alla registrazione degli arrivi delle gare ippiche e alla documentazione degli eventi e degli stand della fiera campionaria. Dell’organizzazione interna dello studio fotografico si è certi che William si occupava dell’attività di camera oscura, mentre dell’attività di ripresa non è possibile stabilire gli autori. Nel 1958, alla morte di Benvenuto, lo studio cambia ragione sociale mentre cessa definitivamente l'attività il 30 settembre 1981. Sono stati dipendenti e collaboratori dello Studio Bandieri: Lino Vignoli dal 1918 al 1928, dagli anni quaranta Felice Lei sino al 1953, Claudio Sala sino al 1958, Giulio Zagni sino al 1956, Ornello Ascari dal 1958 al 1973 e Alfonso Franchini dal 1966 al 1981
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800634041
  • NUMERO D'INVENTARIO N_000489
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2015
  • ISCRIZIONI sul recto: in alto a sinistra - 88128 - Soprintendenza -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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