Modena Duomo/ Presepio detto dei Porrini/ Sculture di Guido Mazzoni Riprese alle protezioni antiaeree poste alle sculture interne ed esterne del Duomo di Modena nel 1940 (12 lastre)
negativo servizio,
1940 - 1940
Cav. Bandieri (1917-1981)
1917-1981
Il servizio fotografico è costituito da 12 lastre alla gelatina di formato 13 x 18, 4 orizzontali (N_000486, N_000490, N_000491, N_000495) e 8 verticali (N_000483, N_000484, N_000485, N_000487, N_000492, N_000493, N_000494, N_000532). In tutti i fototipi sono visibili le impronte del portalastre e tutti presentano un bordo irregolare. Alcune piccole lacune nei negativi N_000483 e N_000490, sono state ritoccate con vernice rossa sul lato emulsione. Tutti i negativi erano originariamente contenuti nella loro busta pergamina; tali custodie si conservano separatamente in una scatola
- OGGETTO negativo servizio
-
SOGGETTO
Architettura – Cattedrali – Sec. 11
Italia - Emilia Romagna - Modena – Piazza Grande - Cattedrale metropolitana di Santa Maria Assunta e San Geminiano
Guerra mondiale 1939-1945 – Fortificazioni - Opere d'arte - Sculture
-
MATERIA E TECNICA
VETRO
gelatina ai sali d'argento
-
CLASSIFICAZIONE
DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO E STORICO ARTISTICO
-
ATTRIBUZIONI
Cav. Bandieri (1917-1981): fotografo principale
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Bologna, Modena e Reggio Emilia
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
- INDIRIZZO Via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE In concomitanza dell’entrata in guerra dell’Italia, nel giugno-luglio del 1940 il Soprintendente Calzecchi Onesti, predisponeva le opere di protezione contro i bombardamenti aerei per i maggiori monumenti dell’Emilia, tra i quali il Duomo di Modena, che alcuni mesi più tardi (D. M. del 21 novembre 1940) sarebbe stato dichiarato Monumento Nazionale. Nell’estate del 1940, furono così approntate dalla soprintendenza ai Monumenti, le opere in muratura per proteggere gli elementi architettonici e plastici del Duomo ritenuti più esposti ad eventuali azioni belliche: sulla facciata i tre portali e le lastre di Wiligelmo; sul fianco sud Porta dei Principi, la Porta Regia, il pulpito esterno e il bassorilievo di Agostino di Duccio; sul fianco nord la porta della Pescheria. Oltre agli aspetti artistici fu evidentemente considerata anche la particolare conformazione dei portali e delle decorazioni scultoree, che trovandosi direttamente esposte ed in aggetto rispetto alle strutture murarie del Duomo potevano essere sottoposte più facilmente all’azione degli eventi bellici. All’interno del Duomo le opere d’arte di massimo pregio individuate dai restauratori come meritevoli di protezione risultarono: il Presepio in terracotta policroma di Guido Mazzoni nella cripta; la struttura completa del pontile con il parapetto di lastre scolpite, l’ambone e le colonne di sostegno; il pulpito campionese addossato al secondo pilastro a sinistra della navata maggiore; il Presepio in terracotta di Antonio Begarelli in una nicchia della navata destra e l’altare di Santa Caterina. Luciano Serchia, nel capitolo Danni bellici e restauri, all’interno della pubblicazione I restauri del Duomo di Modena 1875-1984, scrive che “Nell’Archivio della Soprintendenza si conserva l’intera documentazione grafica e fotografica relativa alla protezione delle parti architettoniche di maggior interesse artistico del Duomo”. Le immagini N_000486, N_000490, N_000492 e N_000532 del servizio fotografico in esame, sono state pubblicate nella sopracitata monografia, e riportano nella didascalia l’autore Bandieri e la datazione 1940. Rilevata l'attività da Eriberto Vivi - l'ultimo dei figli del fotografo Giuseppe Vivi - Benvenuto Bandieri (1887-1958), dopo aver lavorato alle dipendenze di Umberto Orlandini dal 1910 al 1917, avvia in quello stesso anno nella sede di via Zono n. 8 (Modena), il proprio studio che proseguirà con il figlio William fino al 1981. Benvenuto Bandieri, durante la sua formazione presso gli Orlandini, aveva già una certa esperienza non solo come "ritoccatore" (mestiere con cui si iniziava solitamente l’apprendistato) ma anche come "operatore" e "sorvegliante degli altri operai" com’è scritto sul contratto di assunzione concluso nel 1910 con uno stipendio piuttosto elevato e la partecipazione in minima parte agli utili dell'azienda. Benvenuto prosegue, integrando e aggiornando l'accurato censimento già intrapreso dagli Orlandini, del patrimonio artistico di Modena e provincia (riproduzioni di opere pittoriche scultoree e architettoniche) e a partire dal 1924 anche riprese aeree della "fisionomia del paesaggio urbano e rurale" da utilizzare per cartoline, guide, libri d'arte o turistici. L'attività dello studio fotografico Bandieri fin dall'inizio, si estende oltre la normale routine della committenza privata e, mentre trascura il ritratto, si specializza in foto di macchinari e prodotti industriali che le aziende della provincia cominciano ad utilizzare per i loro campionari di vendita. Riceve un notevole impulso, durante il periodo fascista, anche dalla committenza pubblica: con un organico decisamente più ridotto rispetto allo studio Orlandini (il suo resta per così dire uno studio artigianale che non supera i cinque dipendenti), documenta soprattutto i mutamenti urbanistici della città durante il Ventennio, ma anche le iniziative e le attività del Comune. Le manifestazioni pubbliche, politiche, religiose e sportive, divengono tra gli anni Venti e gli anni Quaranta, una parte importante dell'attività che a partire dal 1930 si arricchisce del contributo del figlio William (1911-1983). Di William è da ricordare che nel luglio del 1935 si classificò fra i terzi premiati al Concorso Nazionale Fotografico delle attività del regime fascista. Notevole è il lavoro di rilevamento dei danni subiti dai monumenti e i palazzi della città all'indomani dei bombardamenti del 1944. Fotografo ufficiale della Società Modenese Fiere e Corse, lo studio Bandieri era incaricato alla registrazione degli arrivi delle gare ippiche e alla documentazione degli eventi e degli stand della fiera campionaria. Dell’organizzazione interna dello studio fotografico si è certi che William si occupava dell’attività di camera oscura, mentre dell’attività di ripresa non è possibile stabilire gli autori. Nel 1958, alla morte di Benvenuto, lo studio cambia ragione sociale mentre cessa definitivamente l'attività il 30 settembre 1981
- TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800633993
- NUMERO D'INVENTARIO da N_000483 a N_000487/ da N_000490 a N_000495/ N_000532
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- DATA DI COMPILAZIONE 2015
- ISCRIZIONI sul recto della lastra N_000483: in alto a sinistra - 88123 - Soprintendenza -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0