Guastalla (Reggio Emilia)/ Oratorio S. Giorgio
Riprese interne ed esterne dell’Oratorio romanico di San Giorgio di Guastalla (5 lastre)

negativo servizio, (?) 1910 - ante 1932
Anonimo (xx Prima Metà)
XX prima metà

Il servizio fotografico è costituito da 5 lastre alla gelatina formato 12 x 16, 2 orizzontali (N_000711, N_000712) e 3 verticali (N_000703, N_000710, N_000713). Su tutti i fototipi sono visibili le impronte del portalastre. Le lastre N_000711 e N_000713 presentano un bordo irregolare, mentre il vetro della lastra N_000703 è irregolare. Tutti i negativi erano originariamente contenuti nella loro busta pergamina; tali custodie si conservano separatamente in una scatola

  • OGGETTO negativo servizio
  • SOGGETTO Altari – Sec. 17
    Campanili - Sec. 15
    Architettura romanica – Absidi – Colonne
    Italia - Emilia Romagna - Guastalla - Oratorio romanico di San Giorgio
    Edifici di culto - Chiese romaniche - Sec. 12
  • MATERIA E TECNICA VETRO
    gelatina ai sali d'argento
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO
  • ATTRIBUZIONI Anonimo (xx Prima Metà): fotografo principale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Bologna, Modena e Reggio Emilia
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
  • INDIRIZZO Via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La chiesa, per le sue modeste dimensioni è un raro esempio di basilica preromanica. Ha la pianta a tre navate con tre absidi, delle quali le due minori sono cieche e la maggiore presenta tre finestre a doppio strombo simmetricamente disposte rispetto all'asse longitudinale della chiesa. La navata centrale, che è più alta delle laterali, è da queste divisa da due ordini di colonne in muratura con capitello cubico senza fregio, e sovrastanti arcate a tutto centro. Il campanile, che insiste sulla navata laterale sinistra, è stato aggiunto nel secolo XV. Da documenti riportati sia dallo storico Antonio Ludovico Muratori, sia da Ireneo Affò, atti ufficiali risalenti il primo all’anno 903 ed il secondo al 1093, risulterebbe che una prima chiesa con questo nome esisteva ben prima dell’anno mille. La pieve, interrata più volte dalle alluvioni del fiume Po, non fu un tempio molto frequentato. Per molti anni visse disgregandosi nel più totale abbandono. Nel XV secolo era qui presente un frate romito di nome Paolo che lo custodiva. Si ha memoria di opere di recupero attuate nel 1625. Nel Novecento, i lavori di restauro iniziati nel 1932 furono condotti dall’Ing. Paglia con supervisione di Monsignore Baratti, attivo anche per gli importanti lavori di recupero della Basilica della Pieve dedicata a San Pietro. Monsignore Baratti intervenne per la pieve di San Giorgio con un proprio contributo finanziario ottenuto grazie alla vendita di quadri di sua proprietà. Come precisa Daniele Daolio nella sua pubblicazione “Guastalla, città delle chiese, passato e presente delle chiese e degli oratori guastallesi”, Baratti era insegnante di letteratura italiana e latina nel Ginnasio guastallese, assunse la carica di direttore dello stesso istituto scolastico e quella di Prefetto degli studi. In seguito fu nominato Ispettore Onorario dei monumenti e Socio corrispondente della Regia Deputazione di Storia Patria per le antiche provincie modenesi. In buona sostanza assunse l’onere di supervisore ai restauri nella sua area di competenza. Oltre che a S. Giorgio, si dedicò al notevole e impegnativo intervento sulla basilica di Pieve oltre che a consulenze per la ristrutturazione della Beata Vergine della Neve a Tagliata. Sostenitore della validità del metodo cosiddetto “analogico”, la sua opera fu volta alla ricostruzione degli antichi templi copiando da altri simili per stile architettonico, periodo e zona omogenea. L’obiettivo che in questo modo riteneva di cogliere era quello di salvaguardia della forma primitiva delle chiese. I restauri di S. Giorgio furono particolarmente lunghi e terminarono nel 1943. Nel 1967 si dette inizio ad un radicale intervento di restauro, evidente soprattutto all'esterno, che portò a recuperare completamente l’aspetto romanico della pieve. Il servizio fotografico in esame è stato realizzato prima dei restauri del 1932, perché le pareti e le colonne dell’oratorio si presentano ancora rivestite dall’intonaco che cela la loro origine romanica
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800633972
  • NUMERO D'INVENTARIO N_000703/ da N_000710 a N_000713
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2015
  • ISCRIZIONI sul recto delle lastre N_000710, N_000712, N_000713: in basso a destra - 3316/ 3318/ 3319 -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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